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Un traguardo storico è stato raggiunto nella Repubblica Democratica del Congo: un noto bracconiere, conosciuto come Guyvanho, è stato condannato a 30 anni di carcere per aver ucciso più di 500 elefanti e aver trafficato illegalmente l’avorio presente nelle loro zanne, oltre ad aver tentato di uccidere alcuni ranger, che dovrà risarcire versando una somma pari a circa 60mila euro.
Per la prima volta nella storia della Repubblica Democratica del Congo, la pratica del bracconaggio è
stata giudicata da una corte penale. In precedenza, infatti, tutti i
crimini ambientali erano stati processati nei tribunali civili dove la
pena massima ai sensi della legge sulla fauna selvatica era di 5 anni.
La notizia, diffusa dalla Wildlife Conservation Society, è stata
accolta con entusiasmo e rappresenta un passo avanti nei confronti dei diritti di tutti gli animali selvatici uccisi illegalmente e ingiustamente. Come si legge nel comunicato stampa diffuso dall’associazione,
“Questa sentenza trasmette un messaggio estremamente importante: i
crimini contro la fauna selvatica non saranno tollerati e saranno
perseguiti ai massimi livelli.”
Speriamo che questa decisione rappresenti l’inizio di una nuova
visione del mondo, in cui atti crudeli nei confronti di ogni forma umana
non vengano più lasciati impuniti.
Fonte: People for planet
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