martedì 21 aprile 2020

Zona Rossa.


Tutti i giorni mi chiedo se sono sano, non proprio del tutto ma almeno per quanto riguarda il Coronavirus. 
Non ho sintomi particolari, mi sento discretamente bene compatibilmente con i soliti acciacchi, perciò non sono malato e quindi posso uscire per le necessità concesse dallo stato di eccezione con i vari aggeggi di protezione individuale. 

Coronavirus Lazio, anche Campagnano di Roma è zona rossa: Comune ...

redazione diffusa campagnanoR@P 
Posso anche andare fuori dal Comune per lavoro e altre necessità concesse. Fino a sabato scorso, poi Zona Rossa.
Sono diventato un potenziale pericolo per il resto degli italiani, campagnanesi esclusi visto che condividiamo la stessa sorte. Ma sono sano come lo ero venerdì. Sono sani anche tutti quelli che conosco di Campagnano e quelli che incontravo e continuo ad incontrare durante i percorsi limitati delle necessità consentite.
Eppure i soldati vigilano affinché nessuno esca dal paese e nessuno, eccetto gli autorizzati, entri. I militari proteggono il resto d’Italia dai cittadini, tutti, di Campagnano, mentre a Campagnano per ovvie ragioni possiamo e dobbiamo rischiare di ammorbarci reciprocamente essendo tutti potenziali contagiati e per di più nella stragrande maggioranza della peggiore e infida specie, quella asintomatica.

Dal momento che siamo incolpevolmente contagiatori ci si aspetterebbe che le autorità preposte adottassero un piano d’indagine epidemiologica con screening progressivamente selettivi fino a campionare tutti i residenti per isolare i positivi e controllare e monitorare la cerchia dei conoscenti etc etc. Invece niente. Neanche per i parenti stretti delle persone certamente positive.
Però il 2 Maggio si dice che finiremo questa condizione di estremo isolamento. Il 2 Maggio saremo sani e/o guariti per decreto? L’Italia non dovrà più essere protetta dai campagnanesi, da cui però sarà meglio ancora per un po’ diffidare. Non si può mai sapere! Non è un gran fortuna per un paese a pochi chilometri da Roma e per i suoi abitanti che per la maggior parte lavorano fuori Campagnano.
E se un italiano di qualsiasi paese o città ci domandasse come facciamo sapere di non essere più infetti? Sulla base di quali controlli e analisi, esami di laboratorio, dichiarazioni di medici e certificazioni attestanti il nostro grado d’innoquità, possiamo considerarci sani? Potremo facilmente contrattaccare chiedendo a questo ipotetico italiano di dimostrarci lui quello che chiede a noi di dimostrare, ovvero di essere sano. L’italiano non di Campagnano nel 99% dei casi non potrà dimostrarci di essere o di essere stato più sano di un campagnanese. La sola ma sostanziale differenza sta nella fortuna di non essere finito in una zona rossa. Un marchio quasi indelebile. Una Lettera scarlatta impressa nella Carta d’Identità più o meno digitale. Già la diffidenza sociale sta scavando solchi profondi più delle trincee, figurarsi se ci si potrà fidare di chi certamente viene da un area di contagio e quindi sarà stato contagiato e quindi contagerà. Eppure io e gli altri, moltissimi, quasi tutti i residenti di Campagnano eravamo, siamo e saremo sani dal punto di vista del Coronavirus. Fino a prova contraria. E per decreto, va beh e allora eravamo infetti per decreto e sempre per decreto saremo di nuovo sani. A quel punto dall’ultimo degli opinionisti al primo dei rappresentanti pubblici, Presidente dei Consiglio, Presidente di Regione e via via, preceduti dai vertici della Protezione Civile e dai medici dell’unità di crisi dovrebbero venire a stringere mani e baciare sulle guance il maggior numero di campagnanesi disponibili e fiduciosi, per dimostrare con il loro esempio che non siamo ne noi ne loro un pericolo per l’Italia. Come fossero in campagna elettorale. Esempio calzante ma forviante: quante se ne dicono di balle in campagna elettorale.
Ma a quel punto, per la nota nemesi storica, prima di accogliere tutta questa simpatica compagnia umana saremo noi di Campagnano a chiedere certificati di sana e robusta costituzione a tutti. Perchè noi abbiamo avuto l’onere e l’onore di avere un indennità per decreto ad hoc solo per noi, territorialmente circoscritti, mentre quasi tutti gli altri italiani hanno solo un generico decreto che ne stabilisce la salubrità. Non c’è partita.
Se mai vorrete o dovrete passare il confine di Campagnano procurativi tutte le cartelle cliniche che attestino il vostro stato di salute, non per sfiducia ma sai com’è.
Morale per noi il danno è certo, per i sani e ancor di più per le persone che si sono ammalate e un decreto non cancellerà la memoria.
Il solo modo per uscirne è fare le analisi a tutti e darne conto con trasparenza e correttezza al resto dell’Italia, così che gli italiani possano verificare da soli che non siamo stati, siamo e saremo, più rischiosi del resto del mondo.
Questo ce lo dovete e lo dovete al resto d’Italia.
Ad oggi comunque sono ancora sano. Credo.

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