Il discorso di ieri del Presidente del Consiglio Conte è stato un vuoto a perdere.
Mezz’ora persa per comunicarci le distanze che dovranno mantenere chi corre o chi passeggia, oltre ad autoincensarsi su presunti risultati ottenuti al Consiglio europeo. Quali non si sa, visto che insieme al Recovery Fund (che ancora non c’è) c’è anche il cosiddetto MES “light” (che invece c’è già). In punto di sostegno economico, nulla. Il vuoto.
Dal 4 maggio non cambierà sostanzialmente nulla. Rimarranno in vigore le limitazioni attuali, salvo qualche attività che potrà riprendere a lavorare. Con quali clienti non si sa, ma potrà rialzare la saracinesca. Tante altre, invece, resteranno chiuse, alcune addirittura fino a giugno. Nel frattempo 70 mila Partite Iva e autonomi stanno ancora aspettando il bonus dei 600 euro di marzo, così come 4 milioni di lavoratori dipendenti non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione in deroga (sempre di marzo).
Nel suo discorso il Presidente del Consiglio ha più volte citato Colao, esponente di spicco del capitalismo neoliberista di casa nostra, a capo delle 15 task-force nominate dal governo per la cosiddetta “Fase 2”. Insieme a lui, Conte ha più volte nominato il Comitato tecnico-scientifico, che coadiuva il governo, composto da medici e presunti scienziati che decidono sulle libertà fondamentali di sessanta milioni di persone. Sia le task-force che il comitato sono del tutto estranei al processo democratico. Decidono della nostra vita e delle nostre libertà senza alcun collegamento con le determinazioni della sovranità popolare.
Ciò che più mi ha colpito è però il linguaggio usato dal premier Conte: “vi sarà consentito”, “vi sarà concesso” etc… Come se la libertà ce la consentisse uno venuto dal nulla, non eletto neppure in Parlamento, o dipendesse da 450 tecnici che – da sempre nascosti nell’oblio – hanno annusato la possibilità di prevalere l’uno sull’altro e di esercitare il potere esecutivo senza passare dal processo democratico.
Mi è venuto in mente il Tribunale della Sanità della Milano del Seicento, di cui parla Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi. Un gruppo di scienziati che, fatta eccezione per il vecchio Settala, non avevano capito assolutamente nulla. Rileggere Don Lisander, soprattutto in questo periodo, apre la mente.
In altre parole i corsi e i ricorsi storici di cui parla Giambattista Vico. Oggi, seppur con strumenti istituzionali del tutto differenti, siamo pressappoco nella stessa situazione: medici e “scienziati”, spinti da ataviche ambizioni personali, mirano all’esercizio del potere disponendo delle libertà fondamentali altrui, addirittura della libertà personale che l’art. 13 della Costituzione definisce come “INVIOLABILE” e prevede una “riserva di legge” assoluta.
Giuristi da avanspettacolo e virologi da passerella, sempre gli stessi, vanno poi in televisione ad affermare che il diritto alla salute è, tra i diritti fondamentali, quello con maggiore tutela costituzionale. Falso! Ho riletto i verbali dei lavori preparatori dell’Assemblea Costituente, ed è chiaro come i Padri Costituenti postposero la salute alla libertà perché non può esistere “salute” se prima non v’è “libertà”. Non a caso, ripeto, la libertà personale è definita addirittura come INVIOLABILE. E non è un caso che la salute sia posta all’art. 32 e la libertà personale all’art. 13.
Insomma, la politica e la democrazia hanno abdicato alla tecnoscienza. Sostanzialmente, la fine della politica e della democrazia. E soprattutto della Libertà. La dittatura è ormai nei fatti.
[Giuseppe PALMA]
Nessun commento:
Posta un commento