La libertà è uno stato di grazia e si è liberi solo mentre si lotta per conquistarla.
[Luis Sepulveda]
[Luis Sepulveda]
Il settantacinquesimo anniversario della Liberazione cade in un momento di sospensione: la pandemia e il lockdown hanno mutato profondamente la nostra quotidianità, portandoci a reimmaginare il nostro agire politico e mettendoci davanti a vecchie contraddizioni amplificate e scenari nuovi che non conoscevamo. Se c’è una qualcosa di certo, è che questa situazione non sta colpendo tutti allo stesso modo, e che la direzione da seguire per affrontare questa crisi è ancora una volta una scelta di parte.
In queste settimane, nel substrato del dibattito rappresentato dal Coronavirus – fatto di grafici, numeri, dati, provvedimenti – in parte fuori da una narrazione ufficiale che pone le conseguenze della pandemia come trasversali a tutte le classi sociali, emergono due questioni fondamentali: da un lato le diseguaglianze profonde come cifra della nostra società, dall’altro la solidarietà come strumento di ribaltamento del presente e immaginazione del futuro.
Mentre l’emergenza Covid diventa in molti paesi la scusa per limitare l’accesso ai diritti e le forme di democrazia (caso emblematico quello di Orban), anche nelle democrazie liberali la vita e la salute di migliaia di persone vengono sacrificate sull’altare del profitto. Solo grazie alla mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori nel nostro Paese si è posto un freno all’avidità di Confindustria, ma in un modello di sviluppo fondato sulle leggi di mercato e sul profitto di pochi lo spazio per la difesa dei diritti è continuamente eroso. La limitatezza delle misure per il contrasto alla povertà e alle diseguaglianze e l’incapacità dell’Unione Europea di svincolarsi dal modello che impone il rispetto dei vincoli di bilancio sopra la tutela dei cittadini rendono ancora più urgente una proposta per la ricostruzione che faccia leva su parametri radicalmente differenti: garanzia dei diritti, democrazia, solidarietà transnazionale, ecologia.
La lezione della Resistenza sull’importanza di scegliere da che parte stare, e conquistare terreno giorno dopo giorno, resta ancora più che attuale.
Nei settantacinque anni trascorsi dal giorno in cui partigiane e partigiani liberarono Milano il mondo è mutato profondamente. Dopo i tempi bui del fascismo, il nostro paese ha conosciuto un cambiamento reso possibile solo dalla lotta delle donne e degli uomini che proprio negli anni più difficili della nostra storia recente hanno scelto da che parte stare, evidenziando in primo luogo l’esistenza e la possibilità di una frattura: l’interesse del “popolo italiano” propagandato dal regime smetteva di esistere, perché tante e tanti vi contrapponevano un interesse diverso, che non conosceva confini nazionali, che non si decideva nelle stanze del potere, che rifiutava tutto quello che in vent’anni il fascismo aveva provato a rendere l’unica strada possibile.
Tanti di coloro i quali hanno preso la strada dei monti unendosi alla Resistenza non avevano mai conosciuto una realtà diversa da quella costruita dal fascismo: non lottavano per un passato che non avevano mai visto, ma per un futuro che potevano solo immaginare e che sapevano poter essere diverso, contro un presente che erano certi non essere l’unico possibile. Quando ricordiamo che la nostra Costituzione è nata dalla Resistenza ricordiamo questo: che quella carta, che per la prima volta nel dare forma alla democrazia parla di uguaglianza sostanziale, che la definisce non solo come idea ma come fatto concreto, come garanzia reale di diritti, è il tentativo di scrivere un futuro che non si era mai potuto vedere. La scelta coraggiosa e necessaria di quelle donne e di quegli uomini ci ricorda come la Storia non sia un fatto già dato, ma un racconto del quale si può cambiare un finale che sembra già scritto. Per questo la memoria non può essere un mero esercizio individuale, ma ha senso solo se si dà come “ingranaggio collettivo”: non solo strumento di ricordo ma lente per capire il presente, non solo sguardo al passato ma possibilità di immaginazione e costruzione del futuro.
All’interno delle nostre scuole e delle nostre università, vivendo un modello profondamente gentiliano, subiamo meccanismi autoritari e repressivi, dalla didattica cattedratica, all’utilizzo della valutazione in termini punitivi, fino al classismo che riproduce le disuguaglianze delle nostre città. Che ruolo abbiamo all’interno delle classi per contrastare individualismo e l’avanzata dei neofascismi? È necessario ricostruire connessioni e solidarietà studentesca, in un momento in cui i legami mutano all’inasprirsi delle disuguaglianze e con l’affermarsi di logiche meritocratiche. I luoghi della formazione devono essere i primi spazi in cui immaginare una società differente, una società del futuro antifascista, femminista, ecologista.ed inclusiva per tutte e tutti noi.
Il tentativo di cancellare la memoria della Resistenza viene portato avanti da anni nel nostro Paese e non solo, riducendo la lotta dei partigiani dai libri di storia a un elemento di contorno, equiparando i morti di una e dell’altra parte in un tentativo malriuscito di livellamento della storia, provando a negare il 25 aprile come giornata di memoria di un fatto che ha ancora da insegnare e proponendone invece una lettura antistorica e svuotata di ogni significato, o attaccandone la ragion d’essere e calpestando il ruolo della Resistenza.
Nel corso degli anni abbiamo assistito a diversi tentativi di questo tipo, ultimo quello di queste settimane, con la proposta (che fortunatamente ha avuto vita breve nel dibattito) di trasformare il 25 aprile nella giornata del ricordo per le vittime dell’emergenza coronavirus, cavalcando la disperazione legittima in questo momento di crisi per costruire consenso e attaccare uno dei pilastri della nostra democrazia. O ancora, l’appello “anonimo” ma sostenuto (e con tutta probabilità lanciato) da soggetti neofascisti come Forza Nuova a scendere in strada il 25 aprile contro la “dittatura sanitaria”.
La volontà di appropriazione del 25 aprile da parte della destra e dei neofascisti non solo sottolineano l’importanza simbolica di quella data, ma ci ricordano l’importanza di fare memoria viva. Non per rispondere a tentativi malriusciti, che si conquistano spazio sui giornali ma ben poco nella realtà e tra la popolazione, ma perché i soggetti che se ne fanno portatori smettano di avere qualsiasi tipo di agibilità.
Da anni rivendichiamo che non ci sia nessuno spazio per i fascisti: abbiamo costruito e vinto battaglie in scuole, università e città contro partiti e liste neofasciste e per la chiusura delle loro sedi, ma non è sufficiente. A questo tipo di rivendicazione non può che affiancarsi un lavoro quotidiano, che tolga loro il terreno sotto ai piedi e restituisca il senso di ciò che è antifascismo.
Dietro la maschera dell’assistenza, a volte anche dietro falsi nomi, la galassia neofascista prova a farsi spazio tra le fasce più deboli della popolazione mentre va a braccetto con ricchi e potenti, prova a dare risposte semplici fondate su odio, esclusione e discriminazione a problemi complessi, alla povertà, alle diseguaglianze sociali, alle ingiustizie. Da anni ormai si muovono nei quartieri periferici delle nostre città, dove molto spesso le condizioni di povertà assoluta sono maggiori e costruiscono logiche clientelari, arrivando a veri e propri meccanismi mafiosi: il pacco alimentare in cambio del voto alle elezioni, la gestione dell’assegnazione delle case popolari a soli italiani.
Costruire una risposta diversa a questi problemi è una necessità urgente e alla quale non ci siamo mai sottratti. Non è un caso che tante e tanti in queste settimane stiano dando un nuovo senso alla parola solidarietà, rendendola prassi quotidiana, organizzandosi anche nelle mille difficoltà imposte dalle restrizioni, costruendo e stringendo legami, contrastando insieme diseguaglianze e razzismo e rendendo possibile un orizzonte collettivo anche durante l’isolamento. Ed è in questo che si sostanzia l’antifascismo oggi: costruire insieme una risposta collettiva e di classe ai bisogni materiali, tagliando le gambe e non lasciando spazio a chi vuole propinare soluzioni false mettendoci a lottare per le briciole contro chi è diverso mentre il padrone si mangia l’intera torta.
L’insufficienza delle risposte della politica alla situazione di crisi attuale, ma anche circa gli strumenti per affrontare quella del post-pandemia, ci dimostrano che anche laddove le forme classiche di mobilitazione non siano praticabili è necessario far sentire la voce di chi rischia di pagarne le conseguenze sulla propria pelle. Se non saranno la democrazia reale, la lotta alle diseguaglianze, la giustizia sociale i valori sui quali fondare le scelte politiche di gestione dell’emergenza e di ricostruzione post-pandemia, saremo davanti a un mondo ancora più ostile, più ingiusto, in cui la paura di cui i fascismi si alimentano non farà che crescere.
Sono invece i valori della Resistenza, la solidarietà, la lotta per i diritti e per l’uguaglianza sostanziale, la strada da seguire oggi per la società di domani.
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Il 25 aprile alle 15 aderiamo al flashmob nazionale promosso dall’ANPI “Bella Ciao in ogni casa”, alla quale affiancheremo decine di iniziative organizzate dai territori di tutta Italia!
Elenco delle iniziative previste per il 25 aprile [in aggiornamento]
Terni
fotopetizione + assemblea https://www.instagram.com/p/B_VgjOYK-K5/?igshid=1aeylmoc6u1j2
Lombardia
Assemblea regionale https://www.facebook.com/events/s/resistere-oggi-assemblea-regio/176161953514223/
“Il ruolo della musica nella Resistenza”
https://www.instagram.com/p/B_U6lNUgYO4/?igshid=e7p39501732b
Brescia
https://www.instagram.com/p/B_U5SGHl0Qw/
Milano
Vite (R)esistenti https://www.facebook.com/watch/reteconoscenzamilano/880847572383103/
Bari
Diretta FB della commemorazione, letture partigiane e fotopetizione
https://www.facebook.com/109497580735684/photos/a.111864500498992/112147837137325/?type=3&theater
La Spezia
https://www.facebook.com/305521216843231/posts/607367736658576/
Lecce
Scafati
Diretta IG “Raccontiamo R-Esistenze” https://www.instagram.com/p/B_S9wwWAD6E/?igshid=ec8dn5yuwarw
Trieste
Corteo virtuale https://m.facebook.com/events/2591480301096742?
Messina
video
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