Povero
Inps… Dopo la sanità, è diventato l’istituto più importante per la
sopravvivenza della popolazione, ma naturalmente anche questo pilastro
dell’azione pubblica ha subitonegli ultimi decenni colpi durissimi in
nome della “privatizzazione” snellimento burocratico, ecc.
Così,
stamattina, al secondo giorno di apertura per via telematica alle
domande di aziende e ciitadini per ottenere le misure del “cuta Italia” e
decreti successivi (600 euro, ecc), il sistema informatico è andato in
tilt. Il presidente Tridico aveva appena lanciato l’allarme, parlando
anche di 100 accessi al secondo…
Peròil
danno sembra essere molto serio, visto che cittadini che hanno provato
ad accedere al portale, con il proprio pin personale, sono stati
reindirizzati sui profili privati di altri, accedendo senza volerlo ai
dati sensibili che avrebbero dovuto esere protetti.
Gli
avvocaticchi – anche nelle redazioni – si sono lanciati subito a
gridare allo scandalo, ipotizzando azioni legali (certamente possibili,
ad astratti termini di legge) e risarcimenti (come se non bastassero gli
esborsi esponenziali che l’istituto è chiamato ad erogare per
l’eccezionale ricorso agli “ammortizzatori” sociali in questo periodo).
In
realtà tutta la struttura informatica dell’Inps è da anni indicata –
anche dai sindacati non complici all’interno dell’istituto – come una
“terra di nessuno” dove diversi presidenti (penultimo Mastrapasqua)
avevano abbondato in appalti ad “assegnazioni diretta” e “consulenze”.
Tanto da venir denunciate da Tuto Boeri nella sua prima esibizione da
presidente Inps (durante il breve “regno di Matteo Renzi”): «Troppe consulenze per servizi di informatica» e poca trasparenza sulla loro assegnazione.
La divisione informatica era stata infatti inclusa fin dal 2011 – sotto Mastrapasqua – tra i settori inseribili in un bando di gara con l’obiettivo di individuare una società esterna di facility and property management. Ossia incaricata di gestire amministrativamente e giuridicamente gli immobili, effettuarne la manutenzione, la conduzione e manutenzione degli impianti, la gestione degli archivi tecnici e informatici.
Una
vera e propria “esternalizzazione e privatizzazione” (con parecchi
sospetti di mazzette…) i cui risultati, in termini di efficacia e
affidabilità, si vedono oggi, in una situazione di oggettivo grande
stress.
Prima distruggono ciò che funzionava, privatizzandolo in parte. Poi, quando non funziona più, pretendono “più privatizzazione”.
Geni del male, da prendere a scudisciate, come minimo…
P.s.
Il disastro informatico, secondo le ultime notizie, sarebbe stato
provocato da un attacco hacker. Questo dettaglio, invece che diminuire,
rafforza le critiche spietate alla “privatizzazione” del servizio
pubblico. Per definizione, infatti, “il privato” è privato, sta fuori
dal sistema che temporaneamente serve. E niente impedisce, magari a un
singolo specialista di una società esterna, di utilizzare le
informazioni tecniche in suo possesso per realizzare attacchi a una
struttura che non è “la sua”.
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