mercoledì 1 aprile 2020

Esplode l’informatica Inps, privatizzata per “migliorare l’efficienza”

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Povero Inps… Dopo la sanità, è diventato l’istituto più importante per la sopravvivenza della popolazione, ma naturalmente anche questo pilastro dell’azione pubblica ha subitonegli ultimi decenni colpi durissimi in nome della “privatizzazione” snellimento burocratico, ecc.
Così, stamattina, al secondo giorno di apertura per via telematica alle domande di aziende e ciitadini per ottenere le misure del “cuta Italia” e decreti successivi (600 euro, ecc), il sistema informatico è andato in tilt. Il presidente Tridico aveva appena lanciato l’allarme, parlando anche di 100 accessi al secondo…

Peròil danno sembra essere molto serio, visto che cittadini che hanno provato ad accedere al portale, con il proprio pin personale, sono stati reindirizzati sui profili privati di altri, accedendo senza volerlo ai dati sensibili che avrebbero dovuto esere protetti.
Gli avvocaticchi – anche nelle redazioni – si sono lanciati subito a gridare allo scandalo, ipotizzando azioni legali (certamente possibili, ad astratti termini di legge) e risarcimenti (come se non bastassero gli esborsi esponenziali che l’istituto è chiamato ad erogare per l’eccezionale ricorso agli “ammortizzatori” sociali in questo periodo).
In realtà tutta la struttura informatica dell’Inps è da anni indicata – anche dai sindacati non complici all’interno dell’istituto – come una “terra di nessuno” dove diversi presidenti (penultimo Mastrapasqua) avevano abbondato in appalti ad “assegnazioni diretta” e “consulenze”. Tanto da venir denunciate da Tuto Boeri nella sua prima esibizione da presidente Inps (durante il breve “regno di Matteo Renzi”): «Troppe consulenze per servizi di informatica» e poca trasparenza sulla loro assegnazione.
La divisione informatica era stata infatti inclusa fin dal 2011 – sotto Mastrapasqua – tra i settori inseribili in un bando di gara con l’obiettivo di individuare una società esterna di facility and property management. Ossia incaricata di gestire amministrativamente e giuridicamente gli immobili, effettuarne la manutenzione, la conduzione e manutenzione degli impianti, la gestione degli archivi tecnici e informatici.
Una vera e propria “esternalizzazione e privatizzazione” (con parecchi sospetti di mazzette…) i cui risultati, in termini di efficacia e affidabilità, si vedono oggi, in una situazione di oggettivo grande stress.
Prima distruggono ciò che funzionava, privatizzandolo in parte. Poi, quando non funziona più, pretendono “più privatizzazione”.
Geni del male, da prendere a scudisciate, come minimo…
P.s.  Il disastro informatico, secondo le ultime notizie, sarebbe stato provocato da un attacco hacker. Questo dettaglio, invece che diminuire, rafforza le critiche spietate alla “privatizzazione” del servizio pubblico. Per definizione, infatti, “il privato” è privato, sta fuori dal sistema che temporaneamente serve. E niente impedisce, magari a un singolo specialista di una società esterna, di utilizzare le informazioni tecniche in suo possesso per realizzare attacchi a una struttura che non è “la sua”.

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