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Chiariamo subito una questione. In Italia,
i contagiati da Covid-19 non sono i 175.000 conteggiati oggi dalla
Protezione civile, basandosi solo sui pochi tamponi diagnostici
effettuati dalle Regioni. Assolutamente no. Le stime più attendibili
prospettano, al pari delle periodiche epidemie influenzali, dai sei a
dieci milioni di contagiati da Covid-19 in Italia.
Parlo di stime (basate sulla velocità di trasmissione del contagio
registrata in altre nazioni o di quanto registrato sulla nave Diamond
Princess), poichè soddisfacenti indagini epidemiologiche (basate su
analisi sierologiche e su campioni statisticamente validi di
popolazione) in Italia,
incredibilmente, non sono state ancora fatte. E a tal riguardo, non so
proprio su quali indagini il professor Brusaferro, presidente
dell’Istituto Superiore della Sanità, abbia ricavato il numero dei
contagiati in Italia
per arrivare a sconsigliare, addirittura, di prendere il sole sulle
spiagge. Quindi che si dovrebbe fare, oggi? Con la percentuale di
contagiati evidenziata dalle stime, si può dedurre che, in Italia, tutto quello che avrebbe potuto fare il Covid-19 (in termini di guariti, immuni, deceduti) lo ha già fatto.
Quindi, a mio parere, l’attuale obiettivo non dovrebbe essere quello
di arginare un indiscriminato contagio ma, ad esempio, proteggere gli
anziani, ripristinare la rete di terapia intensiva (compromessa dai tagli al nostro sistema sanitario) e, soprattutto,
strutturare una indagine siero-epidemiologica nazionale (attualmente è
in cantiere solo quella della Regione Toscana) che ci permetta di tenere
sotto controllo la situazione.
Il vaccino? Il mio maestro, che
addirittura mi considerava il suo “pupillo”, è stato Albert Sabin,
l’inventore del vaccino antipolio. Figuriamoci, quindi, se sottovaluto
l’importanza dei vaccini. Ma per alcuni virus – come credo sia per il
Covid-19 – il vaccino potrebbe rivelarsi una chimera. Come è stato per
il vaccino contro l’Aids, presentato come “imminente” da quasi
quarant’anni. E fanno cascare le braccia dichiarazioni come quelle del
viceministro della salute, secondo il quale «o continuiamo a stare fermi
e chiusi in casa o ci vacciniamo tutti e ci riprendiamo le nostre
vite». O la sconcertante iniziativa del governatore Zingaretti, visto
che il vaccino per il Covid-19 non c’è, di obbligare tutti gli anziani
del Lazio (pena la loro esclusione da eventi pubblici) e tutto il
personale sanitario (pena il loro licenziamento) a vaccinarsi contro…
l’influenza.
Tra l’altro, va detto che questa del Covid-19 non è una condanna
biblica, ma una delle tantissime epidemie che sono servite a fortificare
il nostro sistema immunitario; il quale, sia detto per inciso, va a
pezzi se, come delle larve, stiamo rintanati a casa e, per di più a
tremare di paura per le apocalittiche sciocchezze che ci raccontano in
Tv. C’è poi chi teme una micidiale trasmutazione del Covid. Ma,
praticamente, tutti i virus mutano; e non, inevitabilmente, in peggio
per noi. Il coronavirus responsabile della famigerata epidemia Sars del
2002-2003, ad esempio, si direbbe scomparso dalla scena. Non vedo perché
la stessa cosa non potrebbe succedere per il Covid-19. Sarebbe quindi
il caso di affrettarci a ripristinare i ritmi della nostra vita con
quelli antecedenti all’emergenza Covid-19; soprattutto per evitare che
la situazione economica conseguente a questa emergenza non ci condanni a
morire di fame.
Questo non significa, certo, dimenticarsi le follie che hanno costellato, in Italia,
questa emergenza. Prima tra tutte una terroristica campagna informativa
– che ha finito per istituzionalizzare per il Covid-19 uno sbalorditivo
indice di letalità (per capirci, 28 volte quello della Germania)
– che ha costretto, sì, la popolazione a barricarsi in casa ma che,
scatenando il panico, ha impedito ai medici di base di recarsi a casa
dei pazienti; pazienti i quali, perciò, spesso indiscriminatamente, sono
stati trasportati in sempre più affollati reparti a morire per
infezioni ospedaliere. Che già, in Italia,
si portano via 50.000 persone all’anno. Quanto a Roberto Burioni, che
mi ha attaccato… be’, veramente avrei ben poco da dire a un personaggio
che il 2 febbraio, mentre i governi (tranne quello italiano) si
preparavano ad affrontare i Covid-19, alla Rai affermava che in Italia il rischio era zero.
(Giulio Tarro, dichiarazioni rilasciate a Francesco Santoianni per
l’intervista “Una follia aspettare il vaccino per tornare ad una vita
normale”, pubblicata da “L’Antidiplomatico” il 19 aprile 2020. Virologo
di fama mondiale, il professor Tarro è stato “figlio” scientifico di
Albert Sabin, l’inventore del vaccino contro la poliomielite).
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