Anonymous
Italia mette a conoscenza dell’azione che ha lanciato per difendere o
vendicare le vittime di pedopornografia, revenge porn e di molestatori
seriali.
Un’operazione
di dossieraggio che ha pochi precedenti, individuando i responsabili
innanzitutto su canali Telegram che inneggiano allo stupro e ai quali
partecipano fino a 50 mila persone (da ieri venerdì pare che il numero
sia drasticamente diminuito essendosi diffusa la paura tra i
frequentatori di quelle pagine di venire pubblicamente associati alla
notizia).
I
responsabili del revenge porn, pratica in cui foto e video che dovevano
rimanere privati, vengono diffusi in rete e sono oggetto di commenti
violenti e sessisti, sono stati individuati risalendo agli indirizzi IP
(ossia l’”impronta” del computer in rete) e provengono da tutta Italia,
in maggioranza della Lombardia, ma ce ne sono anche di laziali e
napoletani e poi di Molfetta, Sulmona, Pinerolo, Taranto.
Come
aveva già fatto in altre occasioni (ad esempio nel 2011, di Lolita
City, un insieme di siti del Dark Web dedicati alla pedopornografia
divulgando informazioni personali delle i 1589 utenti del “paradiso dei
pedofili”) mette in campo, tra l’altro, un’azione di “vigilantismo”,
ossia chiamando gli utenti della rete ad attivarsi e a segnalare casi di
cui abbiano conoscenza per creare un fronte unito con i revenge porn e
la pedopornografia.
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