venerdì 11 novembre 2016

Michael Moore: Cinque cose da fare dopo la vittoria di Trump

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Il regista – che aveva previsto il successo di Donald Trump – enumera le iniziative da mettere in pratica subito per limitare i danni: basta vittimismi e sconcerto. Bisogna restituire il Partito democratico alle persone e tornare a combattere.

di Michael Moore, da facebook.com


1. Restituire il Partito Democratico al popolo. Ha fallito miseramente.

2. Licenziare chi ha fatto previsioni sbagliate: esperti, profeti, sondaggisti, chiunque del mondo della comunicazione si sia rifiutato di ascoltare o riconoscere cosa stava realmente accadendo. Quegli stessi parolai ora ci diranno che dobbiamo “superare le divisioni” e “unirci”. Diranno ulteriori balle nei giorni a venire. Spegneteli.

3. Ogni membro democratico del Congresso che oggi non si sia svegliato con la voglia di combattere, resistere e ostacolare come hanno fatto i repubblicani con Obama tutti i giorni degli ultimi otto anni, si faccia da parte e lasci il posto a chi è pronto ad arginare la follia che sta per cominciare.


4. Basta dire che siete “scioccati” e “sconvolti”. Dovreste piuttosto dire che avete vissuto in una bolla e non avete fatto attenzione ai vostri fratelli americani più disperati. Per anni sono stati ignorati da entrambi i partiti, la rabbia e la voglia di vendetta contro il sistema non ha fatto che aumentare. Poi è arrivata la star della tv il cui piano era distruggere i partiti, quindi la vittoria di Trump non è una sorpresa. Trattare Trump come fosse uno scherzo non ha fatto che renderlo più forte. E’ una creatura dei media, ma anche una creazione dei media.

5. Hillary ha vinto il voto popolare, ricordatelo a chiunque incontrate. La maggioranza dei votanti l’ha preferita a Trump. Punto e basta. E’ un dato di fatto. L’unico motivo per cui lui è stato eletto presidente è una folle e arcana idea datata diciottesimo secolo e chiamata Collegio elettorale. Finché non la cambiamo, continueremo ad avere presidenti che non abbiamo eletto e che non vogliamo. Viviamo in un Paese dove la maggioranza è d’accordo sul cambiamento in atto, sulla parità di salario fra uomini e donne, sull’educazione libera da debiti. Una maggioranza di cittadini che non vuole invadere altri paesi, vuole un aumento del salario minimo e un sistema sanitario che funzioni, insomma una maggioranza che ha posizioni “liberali”. Ci manca solo la leadership liberale per realizzare tutto questo.

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