C’è
chi rinuncia a curarsi. E chi non ha soldi a sufficienza per comprare i
farmaci di cui ha bisogno. Chi può spendere quasi 270 euro l’anno per
acquistare medicinali (è questa la spesa media degli italiani) e chi
invece ha in tasca solo 72 euro per la farmacia. Accade così che una
fetta crescente di popolazione non abbia i soldi per curarsi come
dovrebbe. Nel 2016 sono aumentate del 37% le persone assistite dal Banco
Farmaceutico per avere medicinali. Oltre 557 mila persone hanno chiesto
aiuto agli enti caritativi (più di 1600) sostenuti dalla Fondazione
Banco Farmaceutico.
In Italia esiste un problema di povertà sanitaria. Lo dicono dalla Fondazione, che ha presentato oggi il Rapporto 2016 – Donare per curare: Povertà sanitaria e Donazione Farmaci. Quest’anno il fabbisogno di farmaci è cresciuto. La povertà sanitaria è aumentata e nel 2016 è cresciuta dell’8,3% la richiesta di medicinali da parte dei 1.663 enti assistenziali (+1,3% rispetto allo scorso anno) sostenuti da Banco Farmaceutico. Il raccolto di farmaci della Giornata di Raccolta del farmaco dello scorso 13 febbraio ha consentito di coprire il 37,5% del fabbisogno espresso. A queste, tuttavia, vanno aggiunte 1,2 milioni confezioni raccolte nei primi 8 mesi del 2016 attraverso il sistema delle donazioni aziendali.
II rapporto evidenzia la grande disparità nel budget che i cittadini possono destinare alle cure mediche e all’acquisto dei medicinali. In Italia si spendono in media 682 euro annui a persona per curarsi, ma per le persone indigenti questa spesa scende a 123 euro. Rispetto al totale della spesa media mensile, nelle famiglie non povere si destina il 4,4% del budget domestico per curarsi, in quelle povere si scende al 2,6%. All’interno di questa spesa, le persone povere destinano 72,60 euro all’anno pro capite per comprare farmaci, mentre in media se ne spendono 268,80. “Le difficoltà – aggiunge la ricerca – non sono solo dei poveri: oltre 12 milioni di italiani hanno dovuto limitare il numero di visite mediche o gli esami di accertamento per motivazioni di tipo economico”.
I numeri del rapporto indicano dunque quanto sia diffusa, anche se spesso silenziosa, quella povertà che non permette di curarsi. Da un anno all’altro sono aumentate del 37% le persone assistite dalla rete del Banco Farmaceutico: sono aumentati soprattutto gli stranieri, i maschi e per la prima volta anche le persone sopra i 65 anni di età, per i quali evidentemente la pensione non basta più. “Poveri di tutto, anche di salute – spiegano dal Banco Farmaceutico –Perché ogni persona in media spende per curarsi (tra visite, esami e medicine) 682 euro all’anno, mentre i poveri si fermano a 123 euro: di più non possono permettersi, e dunque c’è chi evita di curarsi, mentre altri (quei 557 mila di cui si è detto sopra) trovano aiuto grazie alla carità, ai volontari, ai donatori privati (350 mila confezioni donate durante la Giornata di Raccolta di febbraio, più altre 80 mila depositate negli appositi contenitori per la raccolta dei farmaci inutilizzati negli armadietti di casa) e alle decine di aziende che continuano a non far mancare il loro apporto con otre 800 mila farmaci donati nei primi otto mesi dell’anno”.
In Italia esiste un problema di povertà sanitaria. Lo dicono dalla Fondazione, che ha presentato oggi il Rapporto 2016 – Donare per curare: Povertà sanitaria e Donazione Farmaci. Quest’anno il fabbisogno di farmaci è cresciuto. La povertà sanitaria è aumentata e nel 2016 è cresciuta dell’8,3% la richiesta di medicinali da parte dei 1.663 enti assistenziali (+1,3% rispetto allo scorso anno) sostenuti da Banco Farmaceutico. Il raccolto di farmaci della Giornata di Raccolta del farmaco dello scorso 13 febbraio ha consentito di coprire il 37,5% del fabbisogno espresso. A queste, tuttavia, vanno aggiunte 1,2 milioni confezioni raccolte nei primi 8 mesi del 2016 attraverso il sistema delle donazioni aziendali.
II rapporto evidenzia la grande disparità nel budget che i cittadini possono destinare alle cure mediche e all’acquisto dei medicinali. In Italia si spendono in media 682 euro annui a persona per curarsi, ma per le persone indigenti questa spesa scende a 123 euro. Rispetto al totale della spesa media mensile, nelle famiglie non povere si destina il 4,4% del budget domestico per curarsi, in quelle povere si scende al 2,6%. All’interno di questa spesa, le persone povere destinano 72,60 euro all’anno pro capite per comprare farmaci, mentre in media se ne spendono 268,80. “Le difficoltà – aggiunge la ricerca – non sono solo dei poveri: oltre 12 milioni di italiani hanno dovuto limitare il numero di visite mediche o gli esami di accertamento per motivazioni di tipo economico”.
I numeri del rapporto indicano dunque quanto sia diffusa, anche se spesso silenziosa, quella povertà che non permette di curarsi. Da un anno all’altro sono aumentate del 37% le persone assistite dalla rete del Banco Farmaceutico: sono aumentati soprattutto gli stranieri, i maschi e per la prima volta anche le persone sopra i 65 anni di età, per i quali evidentemente la pensione non basta più. “Poveri di tutto, anche di salute – spiegano dal Banco Farmaceutico –Perché ogni persona in media spende per curarsi (tra visite, esami e medicine) 682 euro all’anno, mentre i poveri si fermano a 123 euro: di più non possono permettersi, e dunque c’è chi evita di curarsi, mentre altri (quei 557 mila di cui si è detto sopra) trovano aiuto grazie alla carità, ai volontari, ai donatori privati (350 mila confezioni donate durante la Giornata di Raccolta di febbraio, più altre 80 mila depositate negli appositi contenitori per la raccolta dei farmaci inutilizzati negli armadietti di casa) e alle decine di aziende che continuano a non far mancare il loro apporto con otre 800 mila farmaci donati nei primi otto mesi dell’anno”.
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