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La lista dei rottamati è lunga. E non risparmia neppure big e pezzi da novanta della politica italiana. Come l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, l’unico uomo capace di battere per due volte Silvio Berlusconi alle elezioni politiche. Tra i redditi del professore figurano i 2.996 euro netti al mese di vitalizio parlamentare. Certo, un assegno di tutto rispetto, ma ben poca cosa rispetto, ad esempio, ai 6.939 incassati dall’attuale sindaco di Benevento Clemente Mastella. Che proprio nel governo guidato dallo stesso Prodi ha occupato il ministero (pesante) della Gustizia. Non scherzano neppure i post comunisti. Dall’ex sindaco di Torino e segretario dei Ds Piero Fassino (5.296 euro) a Massimo D’Alema (5.523), già leader del Pds prima e dei Ds poi, primo ed unico esponente del vecchio Partito comunista italiano a ricoprire la carica di presidente del Consiglio. Completa la terna l’ex primo cittadino di Roma e fondatore del Pd Walter Veltroni (5.504). Nel centrosinistra si collocano pure un altro sindaco della Capitale del carico di Francesco Rutelli (6.408), convertitosi, sulla via dei Radicali, al culto della Margherita, partito confluito nel Pd. Quasi dei ‘dilettanti’ al cospetto dei 10.131 euro al mese che l’ex An e Dc Publio Fiori ha maturato nella sua lunga carriera parlamentare. Tra i volti noti della politica ci sono poi l’ultimo segretario del Partito popolare Pierluigi Castagnetti, (5.171) e l’ex ministro della Difesa e leader del dissolto partito de I Democratici Arturo Parisi (4.814). Ma anche l’ex sindaco di Catania e ministro dell’Interno Enzo Bianco (5.601) e il presidente emerito del Senato Nicola Mancino (6.939 euro). L’ex presidente del Consiglio Lamberto Dini si è assicurato un gruzzolo di 4.756 euro. Mentre il magistrato simbolo di Mani Pulite, fondatore e leader fino a qualche anno fa dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, deve accontentarsi, si fa per dire, di 4.002 euro. Nelle file della sinistra, non passano inosservati gli assegni dell’ex presidente della Camera Fausto Bertinotti, che può godersi un’agiata pensione grazie all’assegno da 4.852 euro. Lo supera di misura l’ex compagno Nichi Vendola, già governatore della Puglia, che ha messo insieme un mensile da 4.985 euro. Sul fronte opposto, un altro ex presidente di Montecitorio, l’ex An Gianfranco Fini (5.882). Con un altro ex missino del calibro di Gianni Alemanno (4.313), predecessore di Ignazio Marino alla guida del Campidoglio nei panni di sindaco della Capitale. Nel grande ‘partito’ del vitalizio c’è spazio anche per le donne. Dalla radicale doc Emma Bonino (6.715), alla pluriministra e prima cittadina di Napoli, Rosa Russo Jervolino (5.588) A colorare un po’ di verde gli elenchi del privilegio, ci pensano invece i leghisti Francesco Speroni (4.581) e il collega Giancarlo Pagliarini (5.011), entrambi ministri dei governi Berlusconi.
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