L'ex presidente del partito e l'ex viceministro dell'Economia non daranno il loro ok alla riforma del lavoro all'esame alla Camera. Minoranze divise. Bersani: "Darò assenso solo per disciplina". Civati: "Ho ricevuto un mandato per fare il contrario di quello che stiamo facendo". L'appello di Orfini: "Unità per rispetto della nostra comunità".
“Noi non ci sentiamo di esprimere un voto favorevole su jobs act”: lo dice Gianni Cuperlo, a margine di un incontro con Sel e la Fiom lombarda. “Il punto a cui si è arrivati – sottolinea – non è soddisfacente. Il problema non è come licenziare ma come assumere”. “Per noi – afferma Stefano Fassina – è uno strappo rilevante, perché noi siamo parte della maggioranza, ma non voteremo per questa delega. Non saremo un gruppo sparuto, ma un numero politicamente impegnativo. E non temiamo conseguenze disciplinari”. La Camera ha ripreso l’esame della legge delega sul lavoro: resta da votare l’ultimo emendamento al testo, dopo di che si passerà ai 109 ordini del giorno. Il via libera di Montecitorio dovrebbe giungere oggi, con un giorno di anticipo rispetto alla tabella di marcia a suo tempo stabilita dalla conferenza dei capigruppo.
Il presidente del Pd
Orfini: “Faccio un ultimo appello all’unità. Spero che per rispetto del
lavoro di ascolto reciproco e della nostra comunità, si voglia fare
tutti un ultimo sforzo”
Ma anche all’interno delle minoranze il comportamento è molto differenziato. Per esempio Pierluigi Bersani e Franco Monaco
(prodiano) hanno detto che voteranno solo per disciplina. “Se si fa un
lavoro per migliorare il testo ti comporti di conseguenza e lo voti –
dice l’ex leader della Cgil Guglielmo Epifani, oggi
deputato – Tra noi abbiamo posizioni differenziate in merito allo
sciopero generale del 12 dicembre e prenderemo decisioni diverse. Questo
non implicherà un rapporto di rottura tra di noi su temi come questi.
Per quanto mi riguarda, uno con la mia storia che non ha mai mancato a
una manifestazione della Cgil, esiste un legame affettivo e di rispetto
nei confronti di quel sindacato. In un momento difficile come questo si
deve aver rispetto per tutti i sindacati”. Neanche Pippo Civati
voterà il Jobs act: “Siamo diventati il nostro contrario: vinciamo ma
non lottiamo per le cose che abbiamo sempre combattuto. Renzi è
vincente, convince molti elettori che prima votavano Berlusconi? Bene,
purtroppo non convince molte persone che prima votavano il Pd. Io ho
ricevuto un mandato per fare il contrario di quello che stiamo facendo
oggi”.
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