Duro colpo per lo Stato d’Israele e i suoi interessi proprio mentre il governo di Tel Aviv ha varato, non senza spaccature e polemiche, un’accelerazione all’approvazione da parte del parlamento di una legge che dichiara Israele lo ‘Stato della Nazione Ebraica’, sancendo anche dal punto di vista legislativo e simbolico una apartheid nei confronti dei cittadini non ebrei già in vigore de facto da sempre a numerosi livelli.
La decisione presa dal consiglio comunale della decima città d'Inghilterra per popolazione è stata adottata con il voto di 51 consiglieri su 55 con la maggioranza laburista che governa la località che ha disobbedito alla direzione nazionale del partito, formalmente contraria al boicottaggio. Il leader nazionale della formazione politica Ed Miliband si era pochi giorni fa di nuovo detto contrario al boicottaggio “perché il partito laburista non lo ritiene uno strumento capace di far avanzare negoziati e dialoghi di pace”. Ma nel suo partito evidentemente non tutti sono d’accordo con lui.
Il recente voto ha reso Leicester la prima città non solo del Regno Unito ma dell’intera Unione Europea a mettere al bando tutti i prodotti “made in Israel”.
Nella città, la cui popolazione – 330 mila abitanti in tutto - è composta al 20% da immigrati molti dei quali di religione islamica, negli ultimi anni si sono moltiplicate le iniziative di boicottaggio attivo nei confronti degli interessi economici israeliani realizzate dai coordinamenti di solidarietà col popolo palestinese e da associazioni di sinistra.
A proporre la mozione sul boicottaggio poi approvata è stato il consigliere Mohammed Dawood che ha presentato un testo che definisce Leicester “città tollerante, accogliente nei confronti di chiunque” ma allo stesso tempo determinata a “battersi contro intolleranza e discriminazioni che colpiscono il popolo palestinese”. Il documento proclama il boicottaggio totale nei confronti dei prodotti “made in Israel” anche se in un suo passaggio riconosce agli israeliani “il diritto di difendersi dalle incursioni”.
L’iniziativa ha scatenato forti polemiche sulla stampa britannica e su quella israeliana ma l’esempio di Leicester potrebbe essere presto seguito da altre città del Regno. La prossima sarà un’altra città della regione di Midlands, Dudley, che ha già messo in calendario la discussione in consiglio comunale di un’analoga mozione.
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