mercoledì 26 novembre 2014

Il social web di Verrua Savoia: Internet a costo (quasi) zero per tutti.

Primo caso in Italia: un gruppo di cittadini fonda un’associazione no profit con lo scopo di gestire la rete senza bisogno dei tradizionali provider. Il ministero approva: costerà 4 euro al mese.


Cinque anni fa era una sfida: portare Internet là dove i provider non arrivano perché non conviene, c’è troppo poco da guadagnare. Oggi è ben più di un esperimento. È una breccia, una strada aperta che migliaia di comuni potranno replicare. 

Tra due giorni Verrua Savoia, paese di 1.477 abitanti a 60 chilometri da Torino, sarà il primo comune italiano a essere considerato un provider, ovvero un fornitore di servizi Internet, sul modello delle compagnie telefoniche cui tutti noi siamo abbonati. Meglio, il provider non sarà il Comune (la legge lo vieta) ma un’associazione di cittadini creata ad hoc. L’hanno chiamata «Senza Fili, Senza confini», progetto culturale senza fini di lucro con un unico scopo: «sostenere la crescita e il rafforzamento della cultura locale e il sostegno di Internet come strumento di promozione e tutela delle identità culturali». Fornirà una connessione Internet a 20 Mb/s a qualunque abitante di Verrua Savoia lo richieda. Non più gratuitamente, come avveniva finora, ma in cambio della quota d’iscrizione annuale all’associazione: 50 euro, ovvero 4 al mese, prezzo imbattibile per una connessione che nessuna compagnia telefonica riuscirebbe a garantire in un comune di montagna. 


A capo di questo esperimento dirompente c’è Daniele Trinchero, professore del Politecnico di Torino e fondatore del laboratorio i-Xem. L’hanno soprannominato «mister Wireless» perché da qualche anno si è fissato con un’idea che persegue tenacemente: portare i collegamenti Internet nei luoghi più remoti che, proprio perché isolati, sono poco convenienti. Lui ci riesce. Spendendo pochissimo. Ha portato Internet a Capanna Margherita, sul Monte Rosa, il rifugio più alto d’Europa. L’ha portato nella foresta amazzonica,
in Ecuador; e l’ha portato alle isole Comore. Poi ha deciso di portarlo a casa sua, a Verrua Savoia. «Un giorno, nel 2009, incontro il sindaco, mi racconta di aver ricevuto un preventivo di 30 mila euro per portare l’adsl. Uno sproposito». Trinchero riunisce i ragazzi di i-Xem e cerca un’alternativa. Quale? Recuperare vecchi pc, schede radio come quelle montate nei router e alcune antenne recuperate da un vecchio provider che faceva comunicazioni radio fm. Tanto basta per creare due ponti radio da quaranta chilometri ciascuno portando la banda larga nel 97% del territorio comunale. Il tutto spendendo quasi nulla.


Il progetto funziona, il Politecnico lo sostiene, il Comune ovviamente anche: in pochi mesi 260 famiglie di Verrua si garantiscono una connessione veloce alla rete che altrimenti non avrebbero avuto. Ora, però, l’esperimento si è esaurito. «Ma noi non potevamo chiudere questa storia con un bollo ministeriale apposto su una relazione tecnico-accademica. Volevamo trovare il modo di dargli continuità mantenendo inalterate, anzi rafforzando, tutte le caratteristiche sociali e comunitarie che hanno animato la sua esistenza», racconta Trinchero.

Nei mesi scorsi raduna un team: i suoi collaboratori, un esperto di Internet e di tutte le sue implicazioni come Juan Carlos De Martin, co-direttore del Centro Nexa su Internet & Società del Politecnico di Torino, l’avvocato Marco Ciurcina e Tiziana Sorriento, vicepresidente del Codacons: Cercano una soluzione. La trovano: trasformare l’esperimento in un’associazione di cittadini e registrarla come provider. Nessuno l’ha mai fatto in Italia. Ma il ministero dello Sviluppo economico accoglie la richiesta e concede tutte le autorizzazioni. Venerdì si parte. Con tecnologie commerciali, non più quelle fai da te di cinque anni fa, ma con la stessa vocazione sociale: un gruppo di cittadini (l’associazione ha 29 soci) si unisce facendosi carico degli investimenti per accedere alla banda larga, acquistandola in gruppo con costi più accessibili ed evitando agli operatori tradizionali investimenti dedicati. «Può diventare un modello dirompente, soprattutto nelle zone rurali», ragiona Trinchero. Per portare il web - e, con esso, informazioni, cultura, opportunità - a chi vive isolato dai grandi centri. Se si pensa che 3.521 degli 8.092 comuni italiani hanno meno di 2 mila abitanti, la portata di quanto sta per accadere a Verrua Savoia diventa subito lampante

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