La sera milanese si è illuminata di torce e indignazione.
Da mesi a Milano è in atto una campagna mediatica e securitaria avviata dal Corriere della Sera (e dagli interessi materiali che rappresenta) che vuole indicare negli occupanti delle case per necessità i colpevoli del degrado e dell’abbandono dei quartieri popolari e i colpevoli dell’emergenza abitativa. E’ un tentativo di nascondere le vere responsabilità e soprattutto di non attuare delle soluzioni concrete, che fermerebbero la macchina speculativa che da anni macina soldi sui bisogni delle persone.
Provano a dire che chi occupa una casa
toglie un diritto ad un’altra : quanti diritti tolgono le istituzioni
che lasciano 9700 case popolari vuote e riscaldate d’inverno, mentre c’è
chi dorme per strada o sta per subire uno sfratto o non riesce a
sostenere un affitto? Chi ha occupato per necessità non ha trovato altro
modo per riprendersi un diritto! Criminale è chi lascia le case vuote!
I poteri forti milanesi, sono partiti
dicendo che avrebbero fatto duecento sgomberi in una settimana, pensando
di gestire ancora una volta l’emergenza abitativa come un problema di
ordine pubblico. Ma in queste settimane si sono trovati di fronte una
forte risposta nei quartieri popolari, che si sono organizzate per
contrastare questa operazione; ogni mattina colazioni antisgombero,
fiaccolate, e meccanismi di solidarietà fra i quartieri. Le fiaccolate
che hanno attraversato dieci quartieri milanesi sono una indicazione
chiara su quello che Regione, Comune, Aler e polizia hanno e troveranno
di fronte se si continua con questa linea.
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