sabato 29 novembre 2014

Una piazza per l’altra Europa.


«No a Renzi, no alla Troika per la “causa giu­sta”». È lo slo­gan della mani­fe­sta­zione orga­niz­zata oggi dalle 14 a piazza Far­nese a Roma da L’Altra Europa con Tsi­pras.
 
Il Manifesto Roberto Ciccarelli
 La «causa giu­sta» è quella della difesa dell’articolo 18 e del red­dito minimo «per tutti». Una mani­fe­sta­zione annun­ciata poche set­ti­mane dopo l’esito sod­di­sfa­cente delle ele­zioni euro­pee, dove l’Altra Europa ha rag­giunto per un sof­fio il 4%, e che arriva a poche set­ti­mane dal ter­mine del seme­stre ita­liano. Sei mesi che il socio­logo Marco Revelli, uno degli ispi­ra­tori della lista, defi­ni­sce un «fal­li­mento». «Renzi ha usato que­sti mesi come un podio per segnare un punto per se stesso e piaz­zare una pro­pria fede­lis­sima agli affari euro­pei, Fede­rica Moghe­rini — sostiene Revelli — Nel frat­tempo ha perso mol­tis­sime occa­sioni sull’economia». Sul piano Junc­ker da 300 miliardi per gli inve­sti­menti il giu­di­zio è nega­tivo. «È una burla in linea con l’illusionismo pra­ti­cato da Renzi in Ita­lia – con­ti­nua Revelli – Oggi mani­fe­stiamo per denun­ciare un bilan­cio poli­tico cata­stro­fico. È in atto un’aggressione vio­lenta ai diritti e al lavoro».

Alla mani­fe­sta­zione di oggi pome­rig­gio par­te­ci­pe­ranno alcuni espo­nenti delle for­ma­zioni emer­genti della sini­stra euro­pea. Pode­mos ai quali i son­daggi attri­bui­scono il ruolo di primo par­tito in Spa­gna. Ci sarà Syriza, primo par­tito in Gre­cia, che rap­pre­senta per la sini­stra alter­na­tiva al “par­tito della Nazione” di Renzi un prin­ci­pio ispi­ra­tore. In piazza inter­ver­ranno anche espo­nenti del Bloco de Esquerda e della Sini­stra Euro­pea che oggi conta su 52 depu­tati al par­la­mento euro­peo pro­ve­nienti da 19 dele­ga­zioni poli­ti­che. Dal palco inter­ver­ranno Gianni Rinal­dini, Gior­gio Airaudo, Roberta Fan­tozzi, San­dro Medici e Norma Ran­geri, oltre ai depu­tati della lista Tsi­pras al par­la­mento euro­peo Eleo­nora Forenza, Bar­bara Spi­nelli e Cur­zio Mal­tese.
A sei mesi dalle ele­zioni euro­pee lo sce­na­rio per le sini­stre medi­ter­ra­nee si è con­so­li­dato. Movi­menti e par­titi di nuova gene­ra­zione stanno accu­mu­lando forza e si sono atte­stati sul 30% dei con­sensi. È il caso della Spa­gna e della Gre­cia, ma anche il Por­to­gallo sta cono­scendo un feno­meno molto simile. L’ascesa della Lega Nord atte­sta che l’Italia è invece più vicina alla Fran­cia dove il Front Natio­nale di Marine Le Pen detiene il pri­mato nei son­daggi, men­tre i socia­li­sti neo­li­be­ri­sti di Fra­nçois Hol­lande restano posi­zio­nati sta­bil­mente sull’orlo del bara­tro.
Nella sini­stra poli­tica ita­liana manca ancora una coe­sione stra­te­gica tra i par­titi, come hanno dimo­strato le ele­zioni regio­nali in Emi­lia Roma­gna o in Cala­bria, men­tre con­ti­nuano a fio­rire can­tieri alter­na­tivi al vec­chio pro­getto di cen­tro­si­ni­stra ormai estinto. Oltre que­ste incer­tezze avan­zano le mobi­li­ta­zioni di Cgil e Fiom con­tro il Jobs Act. In que­sto qua­dro L’Altra Europa si ripro­pone come piat­ta­forma per con­net­terle con i movi­menti dello scio­pero sociale, con­tro lo Sblocca Ita­lia, il «bio­ci­dio», i No-Tav o il Ttip.
Un per­corso al momento ambi­zioso che Marco Revelli ha spie­gato in un docu­mento scritto su inca­rico del Comi­tato ope­ra­tivo nazio­nale dell’Altra Europa. Si vuole creare «un sog­getto poli­tico euro­peo della sini­stra e dei demo­cra­tici ita­liani con una dop­pia voca­zione: la dimen­sione euro­pea dell’azione stra­te­gica e l’apertura a un’ampia area demo­cra­tica e di sini­stra ita­liana». «È un con­tri­buto che diamo in dire­zione dello scio­pero gene­rale Cgil e Uil del 12 dicem­bre – spiega Paolo Fer­rero, segre­ta­rio di Rifon­da­zione Comu­ni­sta – È il punto di par­tenza per la costru­zione di un per­corso di una sini­stra uni­ta­ria nel nostro paese».
Le radici di que­sto pro­getto poli­tico sono euro­pee, o meglio euro-mediterranee con Syriza di Ale­xis Tsi­pras in Gre­cia e Pode­mos di Pablo Igle­sias in Spa­gna. Entrambi sie­dono nel Gue con l’Altra Europa. Le pro­po­ste sono di stampo neo-keynesiano: mora­to­ria dei debiti nazio­nali e inve­sti­menti pub­blici reali, ripresa del pro­getto euro­peo attra­verso una riforma della demo­cra­zia a livello sovra-nazionale.
L’affermazione di Syriza e Pode­mos ha inol­tre chia­rito le dif­fe­renze con le ricette neo-liberiste del centro-sinistra e con quelle neo-sovraniste di uscita dall’euro. «I par­titi del centro-sinistra e del centro-destra – ha scritto Wol­fgang Mun­chau in un edi­to­riale sul Finan­cial Times — stanno per­met­tendo la deriva dell’Europa verso l’equivalente eco­no­mico di un inverno nucleare». Per l’editorialista tede­sco è «tra­gico» che i par­titi dell’«estrema sini­stra» siano gli unici a soste­nere poli­ti­che sen­sate come la ristrut­tu­ra­zione del debito. Ma que­sta è solo una «tra­ge­dia» per chi rim­piange opzioni cen­tri­ste a livello euro­peo. È una lieta noti­zia invece per chi auspica un’uscita a sini­stra dalla crisi.

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