mercoledì 19 marzo 2014

Genova 2001. G8 Bolzaneto, licenziato medico della caserma. Condannato ma reati prescritti.

G8 bolzanetoLo ha deciso l'Asl 3 di Genova, come riporta Il Secolo XIX. Giacomo Toccafondi, 60 anni, era il responsabile dell'infermeria. Accusato anche di violenza privata, lesioni, abuso d’ufficio, era stato condannato ad 1 anno e 2 mesi per omissione di referto e ingiuria. In appello e quindi in Cassazione aveva poi incassato la prescrizione anche se condannato a risarcire le vittime.


La Asl 3 di Genova ha licenziato il medico Giacomo Toccafondi, 60 anni che durante il G8 del luglio 2001 a Genova avrebbe compiuto violenza sui ragazzi che lo avevano descritto come “il seviziatore di Bolzaneto“. Violenze su cui però non era stata raggiunta la prova visto che il responsabile dell’infermiera, accusato di omissione di referto, violenza privata, lesioni, abuso d’ufficio, era stato condannato ad 1 anno e 2 mesi per i reati omissione di referto e per due ingiurie. In appello e quindi in Cassazione aveva poi incassato la prescrizione anche se condannato a risarcire le vittime. 

La notizia del licenziamento è stata pubblicata da Il Secolo XIX. Nei giorni del G8 genovese il medico con la tuta mimetica della polizia penitenziaria era il responsabile dell’infermeria della caserma degli orrori. Dove secondo i giudici si “agì con particolare crudeltà”. Terminato l’iter giudiziario, dopo 12 anni e 8 mesi di distanza da quei fatti, Toccafondi è stato licenziato con decorrenza immediata e senza preavviso. Non si potrà presentare all’ospedale Gallino di Pontedecimo, dove lavora come chirurgo ma potrà presentare ricorso d’urgenza contro il licenziamento. In questi anni – scrive il quotidiano genovese – era stato premiato dalla Asl per i raggiungimento degli obiettivi. 
Quando fu emessa la sentenza disse che era soddisfatto perché era stata “l’impostazione dell’accusa che fossi una sorta di ‘Menghele’ nella caserma di Bolzaneto”. L’accusa aveva chiesto per lui 3 anni e mezzo reato scelto dai pm in sostituzione del reato di tortura non previsto allora per ora dal nostro ordinamento giudiziario.
Nelle motivazioni della sentenza della Suprema Corte i giudici avevano scritto che a Bolzaneto “era stato accantonato lo Stato di diritto”.  I magistrati avevano scritto che “contro i manifestanti portati in caserma” era state messe in atto “violenze per dare sfogo all’impulso criminale”.

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