L'Eurozona
non cresce o cresce troppo poco, la disoccupazione è a livelli record, i
Governi incalzati da un'opinione pubblica sempre più inquieta e
angosciata: la Banca centrale europea è sotto pressione, tutti si
attendono, oggi, un intervento che abbassi il tasso di riferimento. Il
problema, avvertono gli esperti, è che potrebbe avere scarso effetto.
rainews24.it
"Il recente deterioramento degli indicatori di fiducia ha chiaramente aumentato la probabilità di ulteriori azioni della BCE questa settimana ", ha scritto Carsten Brzeski, economista Ing, notando che la maggior parte degli investitori
dabbo per scontata la mossa di Draghi.
La prevista ripresa dalla primavera 2013 si scontra con i dati delle trimestrali e gli indicatori anche dell'economia più forte, quella tedesca, che accusa le prime battute a vuoto per i riflessi delle difficoltà degli altri Paesi dell'eurozona.
La disoccupazione ha raggiunto un nuovo record a marzo: 12,1% della popolazione totale della zona euro, ma il 26,7% in Spagna; il 27,2% in Grecia e il 17,5% in Portogallo.
Queste cifre hanno riacceso il dibattito sulle politiche di austerità attuate dall'inizio della crisi, come dimostra l'incontro di Parigi fra il presidente francese Hollande e il primo ministro italiano Letta. Nell'insolita sede di Bratislava, in una delle due riunioni l'anno previste fuori dalle mura di Francoforte, la Bce dovrebbe spostare in basso il tasso di interesse, dallo scorso luglio allo 0,75%, il livello più basso, fino allo 0,5%.
Il problema resta quello della stretta del credito a imprese e famiglie: Draghi potrebbe ricorrere a un pacchetto di misure che inducano le banche a prestare il denaro a tassi inferiori agli attuali soprattutto a piccole e medie imprese in difficoltà,
per evitare che un nuovo allentamento dei tassi si traduca in un aumento di attività finanziarie e non in investimenti, credito al consumo, mutui per la casa a condizioni migliori.
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