mercoledì 29 maggio 2013

La Palestina sul tetto del mondo


La Palestina sul tetto del mondo
Unostatunitense di origini palestinesi pianta la bandiera palestinese sulla vetta dell'Everest, e dedica la scalata ai prigionieri politici nelle carceri israeliane.

L'americano di origine palestinese Raed Zidan è diventato il primo palestinese a raggiungere, sabato scorso (18 maggio 2013, ndr), la vetta della montagna più alta della Terra, e ha dedicato la sua scalata ai Palestinesi - in particolare ai prigionieri politici.
Zidan è stato uno dei 35 stranieri, insieme a 29 guide sherpa nepalesi, riusciti nell'intento di raggiungere la vetta, con l'obiettivo di raccogliere un milione di dollari per promuovere l'istruzione in Nepal. Chiamano se stessi "Arabs With Altitude"; il gruppo, oltre a Zidan, comprende due uomini del Qatar e dell'Iran, e Raha Moharrak, 25 anni, prima donna saudita a raggiungere la vetta più alta del mondo.
Secondo Ynet, "Raed Zidan è nato in Kuwait da genitori palestinesi profughi da un villaggio nei pressi di Qalqilya. Zidan, che vive negli Stati Uniti, è un alpinista esperto che aveva già scalato il Monte Kilimanjaro. Lì, come sulla cima Nepal [Everest], ha issato una bandiera palestinese, dedicando la sua impresa ai palestinesi, soprattutto a quelli "che languono" nelle carceri israeliane.
Ecco un video che dà i brividi (in tutti i sensi): in una spedizione precedente, con addosso la sua kefiah, Raed Zidan issa la bandiera palestinese sulla vetta del Monte Vinson in Antartide:
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=MjbPp5M9STQ


Raed Zidan è un cittadino statunitense con residenza a Indianapolis e Dubai. Egli possiede e gestisce lo Zidan Management Group, un'impresa di Indianapolis di progettazione, acquisizione e gestione di edilizia multi-residenziale. Ha 41 anni, è sposato e ha tre figli. Insieme con l'alpinismo, le sue passioni sono il volo e il rally auto.
E' paradossale che l'unico sito web che ha segnalato il gesto di solidarietà politica di Zidan sia l'israeliano Ynet. Ho contattato via mail l'autore dell'articolo, Elior Levi, che si occupa di ciò che viene definito "Affari palestinesi", congratulandomi per lo scoop. Finora non ho ricevuto una risposta. Forse Levi non ha trovato così divertente il mio riferimento all'impresa come "l'eccellente aliyah di Raed". Aliyah è la parola ebraica per "salita", più comunemente usata per indicare l'immigrazione ebraica in Israele, considerata un grande risultato tra gli israeliani.
Uno sguardo ai commenti sotto l'articolo di Levi sulla scalata di Zidan vi darà un'idea di quanto possano essere razzisti gli israeliani. Tra i primi 15 commenti ce n'è solo uno che giudica l'impresa dello scalatore palestinese come qualcosa di lodevole, e quel commento ha suscitato una risposta arrabbiata.
Il sito degli Emirati "Khaleej Times" ha concentrato l'attenzione sui notevoli risultati del locale membro di "Arabs With Altitude" Raha Moharrak, la donna saudita che vive negli Emirati Arabi Uniti:

"La fama degli Emirati Arabi Uniti ha raggiunto nuove vette con una donna saudita residente a Dubai, che ha scalato l'Everest sabato con altri tre arabi, un incoraggiamento a raggiungere la cima del mondo.
I funzionari nepalesi hanno dichiarato che la venticinquenne, laureata in grafica presso l'Università Americana di Sharjah, è tra i 64 alpinisti che hanno scalato con successo l'Everest dal lato nepalese della montagna, per una missione umanitaria.
Raha Moharrak, l'unica donna tra i quattro membri del gruppo "Arabs With Altitude", è diventata la prima donna saudita a salire fino alla cima del monte Everest. "In realtà non m'interessa tanto essere la prima quanto rappresentare uno stimolo per la seconda", ha detto Raha Moharrak prima della spedizione."
Moharrak, come Zidan, è un'alpinista esperta. Il suo risultato è degno di nota in quanto la cultura dell'Arabia Saudita è estremamente restrittiva per le donne; lì le sarebbe proibito dalla legge anche di guidare un'automobile.
La scalata di Raed Zidan alla vetta dell'Everest e il suo impegno per la solidarietà ci ricordano che i palestinesi andranno avanti fino a raggiungere il loro obiettivo finale: una terra libera dall'oppressione israeliana e un paese in cui l'uguaglianza umana e politica sia un diritto per tutti i cittadini.
*Ira Glunts è un bibliotecario universitario in pensione che vive a Madison, NY. Ha scritto questo articolo come contributo per PalestineChronicle.com (articolo già pubblicato su http://mondoweiss.net).

da Palestine Chronicle
http://palestinechronicle.com/palestinian-american-plants-flag-on-top-of-everest-dedicates-climb-to-political-prisoners/#.UZ3uhmQayc0
Traduzione a cura del Forum Palestina

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