mercoledì 29 maggio 2013

Quattordicenne suicida, Moige contro Facebook

Il Movimento Italiano Genitori denuncia Facebook alla Procura di Roma per omesso controllo. Alcune riflessioni.

Il Moige (Movimento Italiano Genitori) ha recentemente annunciato di aver presentato alla Procura di Roma una regolare denuncia contro Facebook per omesso controllo e vigilanza.
Il caso in oggetto è quello di Carolina, la quattordicenne che si è tragicamente suicidata nel mese di gennaio a causa di atti di bullismo, perpetrati anche on line da parte di diversi suoi coetanei.
E' sacrosanto lo sgomento con il quale ci si accosta a simili disgrazie, e indiscutibilmente condiviso il desiderio di porre in atto qualunque azione per impedire che possano ripetersi in futuro.
Lo stesso Facebook ha prontamente rafforzato le proprie policy di sicurezza: l'intento è quello di essere di maggior supporto agli utenti, affinché si avvalgano in maniera corretta degli strumenti messi a disposizione dal social network.
Nonostante l'indicibile cordoglio per questa terribile disgrazia e l'innegabile appoggio morale al Moige, sarebbe opportuno soffermarsi qualche istante sugli aspetti prettamente tecnici e sulle ripercussioni sociali prodotte dalle innovazioni informatiche che ormai da tempo sono divenute d'uso comune.
Forse non è ancora stato percepito, ma ci si trova di fronte a una nuova rivoluzione industriale: la linea di demarcazione è rappresentata dalle generazioni nate prima dell'avvento di Internet e da quelle nate successivamente.
Potenzialità e pericoli dei nuovi canali di comunicazione non sono di facile comprensione per chi è vissuto in un'epoca in cui globalizzazione era un termine futuristico, e l'interazione in tempo reale era possibile solo de visu.

Internet oggi è l'equivalente di ciò che è stato nel passato l'introduzione della corrente elettrica: un'innovazione dalla portata incredibile per chi ne ha vissuto l'avvento, uno strumento scontato come l'aria per chi è nato successivamente.
Mai come ora il gap generazionale è stato di difficile inquadramento nel tessuto sociale, ancor prima di poter affrontare in maniera costruttiva le problematiche che ne discendono.
"Come genitori non possiamo più tollerare il far west che vivono i nostri figli iscritti senza il nostro consenso a Facebook, la questione dell’accesso e vigilanza è centrale. È grave che una multinazionale come Facebook non effettui una vigilanza sulle piazze virtuali". Lo ha dichiarato Maria Rita Munizzi, presidente nazionale del Moige.
L'obiettivo su cui focalizzare le attenzioni appare distante:è necessaria una profonda riflessione da parte degli organi preposti al controllo affinchè in ogni Paese venga garantita la sicurezza di ogni cittadino, di qualsivoglia età, colore o orientamento politico, con un occhio di riguardo per le categorie sottoposte a maggiori rischi.
Internet è uno strumento, e va inteso al pari dei mezzi di trasporto: la sola differenza è che la Rete è veicolo di informazioni, idee, fatti, e non di persone fisiche. Facebook è un servizio, e va inteso al pari di un treno o di autobus: la sola differenza è che trasporta e aggrega parole e pensieri, non cittadini.
Demandare a uno strumento (o ad un servizio) l'onere della vigilanza puntuale sul corretto uso da parte della totalità dell'utenza in ogni singolo istante è tecnicamente improponibile. Per il monitoraggio di uno strumento così capillare come Internet occorrerebbero architetture informatiche basate sull'intelligenza artificiale, e per giunta di un livello ben superiore da quello attualmente raggiunto nel campo del web semantico.
Un simile approccio a problemi che di virtuale hanno ben poco è quantomai utopistico, e non potrà mai essere risolutivo quando l'obiettivo perseguito è a titolo di prevenzione.


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