Bologna rifiuta di regalare soldi pubblici per le scuole private, sotto la foglia di fico anticostituzionale delle "eguali opportunità". Un segnale inequivocabile anche a livello di governo nazionale.
Nuovo comunicato Comitato Articolo 33, 26 Maggio 2013
Ha vinto Bologna ha vinto la scuola pubblica
La scuola pubblica ha vinto il referendum nonostante una larga alleanza di forze politiche ed economiche abbia sostenuto l’opzione B con tutto il proprio peso. I cittadini, invece, hanno colto lo spirito democratico e propositivo di questo appuntamento e hanno difeso la scuola pubblica con il proprio impegno e la propria partecipazione, per rilanciarla come una priorità della politica. Un risultato del quale l’Amministrazione dovrà tenere conto, a partire dal Consiglio comunale che entro tre mesi ha l’obbligo di deliberare in merito.
Oggi le ragioni della scuola pubblica escono rafforzate dal referendum di Bologna: i diritti contano, i cittadini contano. Questo risultato è nell’interesse di tutti e del modello di convivenza e di civiltà che la nostra città ha sempre avuto. Bologna non ci sta a lasciare fuori qualcuno dalla scuola pubblica e si riprende il suo ruolo di avanguardia, lanciando un messaggio al Paese: la scuola di tutti, laica e gratuita, è un bene comune e deve rimanere un diritto come sancito dalla nostra Costituzione.
Nuovo comunicato Comitato Articolo 33, 26 Maggio 2013
Ha vinto Bologna ha vinto la scuola pubblica
La scuola pubblica ha vinto il referendum nonostante una larga alleanza di forze politiche ed economiche abbia sostenuto l’opzione B con tutto il proprio peso. I cittadini, invece, hanno colto lo spirito democratico e propositivo di questo appuntamento e hanno difeso la scuola pubblica con il proprio impegno e la propria partecipazione, per rilanciarla come una priorità della politica. Un risultato del quale l’Amministrazione dovrà tenere conto, a partire dal Consiglio comunale che entro tre mesi ha l’obbligo di deliberare in merito.
Oggi le ragioni della scuola pubblica escono rafforzate dal referendum di Bologna: i diritti contano, i cittadini contano. Questo risultato è nell’interesse di tutti e del modello di convivenza e di civiltà che la nostra città ha sempre avuto. Bologna non ci sta a lasciare fuori qualcuno dalla scuola pubblica e si riprende il suo ruolo di avanguardia, lanciando un messaggio al Paese: la scuola di tutti, laica e gratuita, è un bene comune e deve rimanere un diritto come sancito dalla nostra Costituzione.
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Il comunicato dell'Usb
Abbiamo vinto contro tutti i poteri forti che adesso correranno a voler cancellare con mezzi e mezzucci di analisi da bar la chiara affermazione di chi ha votato per il cancellamento a.
C'erano tutti PD;PDL,LEGA,Chiesa e LegaCoop a sostenere la B.
Ma forte è stata l'affermazione dei cittadini bolognesi che hanno votato per cancellare il finanziamento comunale
Il datovero è la spaccatura a favore dell'opzione della scuola pubblica. Adesso bisognerà ricucire.
Le A viaggiano al momento intorno al 59% in molti seggi si supera il 65%Se i dati vengono confermati bisognerà aprire un percorso per ricostruire una cultura del conflitto, dell'opposizione nella salvaguardia del bene pubblico e del diritto alla valorizzazione dello Stato a scapito di Chiesa e Privato!
Usb
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Un motivo in più per gioire:
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L'analisi dell'affluenza al voto fatta dal Comitato Articolo 33
Gli elettori che si sono recati alle urne superano di gran lunga il numero di persone direttamente coinvolte nella decisione di abolire o proseguire i finanziamenti comunali alle scuole private paritarie. Dunque non solo mamme, non solo papà, non solo nonne e nonni: la cittadinanza ha compreso la portata collettiva di questa questione di civiltà.
Un vasto schieramento di forze politiche ed economiche s’era attivato per la difesa dello status quo e per disincentivare il voto.
E proprio le condizioni di voto erano ostiche. Già un mese fa, quando l’Amministrazione aveva annunciato la predisposizione di 199 seggi e la consultazione in un solo giorno, avevamo fatto presente che ciò avrebbe permesso, dati statistici alla mano, un esercizio sereno del diritto di voto soltanto al 38% degli elettori. Nonostante le scomode e irrazionali dislocazioni dei seggi, nonostante le carenze organizzative del Comune, nonostante ora dopo ora abbiamo toccato con mano le inefficienze e i disagi per cittadini, questi ultimi si sono attivati per votare.
Non si può non considerare altresì il grande astensionismo registrato alle elezioni amministrative in tutta Italia e anche nella provincia di Bologna, il che fa risaltare ancor più la partecipazione bolognese al referendum.
Comparando le precedenti esperienze di democrazia diretta, si nota come nel 1997 per il referendum sulla privatizzazione delle farmacie comunali, votarono il 37,11% degli aventi diritto ma, in quel caso, la consultazione si tenne su tre giornate.
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