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Dare all’Ucraina i beni russi congelati dalle sanzioni. La presidente della Commissione Europea insiste sulla vecchia idea. Con sprezzo dei rischi che una cosa del genere comporta, Ursula von der Leyen ha annunciato la presentazione di una proposta ufficiale entro l’estate. Lo ha fatto mercoledì 21 giugno 2023, nel suo intervento alla Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina che si è svolta a Londra.
I BENI RUSSI CONGELATI DALLE SANZIONI
I beni sui quali l’Ue vuol mettere le mani sono i depositi che la Banca centrale russa detiene presso istituzioni finanziarie situate all’interno della stessa Ue. Si parla di circa 200 miliardi di euro.
Dopo lo scoppio della guerra, le sanzioni impediscono alla Russia di disporne. In teoria, questi depositi dovrebbero esserle restituiti – sia il capitale sia gli interessi nel frattempo maturati – quando verrà meno il motivo per il quale le sanzioni sono state istituite. Almeno, il sistema occidentale funzionerebbe così.
Ma Ursula von der Leyen è una testa di cuoio dell’ultra atlantismo anti russo e coltiva prospettive differenti nonostante gli autorevoli consigli in senso opposto.
L’IDEA DI URSULA VON DER LEYEN
Come ha svelato il quotidiano tedesco Die Welt in un articolo riservato agli abbonati, gli uffici della Commissione Europea hanno prodotto nello scorso mese di aprile 2023 un documento interno e segreto secondo il quale è legalmente impossibile confiscare i depositi russi congelati.
Già questo suggerirebbe di non procedere oltre. Von der Leyen non ha mollato. Magari non toccare il capitale e prendere invece gli interessi che via via maturano? No, non va bene neanche questo. L’avviso le è stato mandato nientemeno che dalla Bce, la Banca centrale europea. Si tratta di nuovo di comunicazioni riservate. Il Financial Times le ha intercettate a giugno 2023.
Secondo la Bce, una mossa del genere finirebbe per intaccare il ruolo dell’euro come valuta di riserva. In altre parole: nessuno si fiderebbe più a detenere nell’Ue depositi di valuta estera.
Niente: neanche questo avviso ha fatto effetto. A quanto ha scritto la testata economica Bloomberg, l’Ue e Ursula von der Leyen hanno un’idea che – secondo loro – eviterebbe rischi del genere.
LA “TASSA” DI URSULA
Si tratterebbe di istituire una sorta di tassa ad personam denominata “contributo straordinario”. Non colpirebbe direttamente gli interessi dei depositi russi, ma si abbatterebbe sui profitti delle istituzioni finanziarie che detengono i depositi russi e che nel frattempo li investono, più o meno come le comuni banche investono i soldi presenti sui conti correnti dei loro clienti.
Fin qui Bloomberg. Va da sé che, versato all’Ue il “contributo straordinario”, le istituzioni finanziarie un domani o un dopodomani potrebbero sì rendere alla Banca centrale russa i suoi capitali: ma non le renderebbero più gli interessi, se non quelli eventualmente sopravvissuti al pagamento del “contributo”.
Praticamente, sarebbe come se l’Ue requisisse gli interessi sui depositi russi senza sporcarsi le mani, ma obbligando altri a sporcarsele.
GIULIA BURGAZZI
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