venerdì 30 giugno 2023

Torna la Kakania, paura a Bruxelles

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Un nuovo brivido percorre l’Europa già devastata dal totale fallimento della grande offensiva della Nato e dalla figura barbina fatta dalle sue wunder waffen che giacciono distrutte lungo tutte le direttive di attacco: la possibile  rinascita della Kakania ( vedi nota)  o quanto meno di un blocco mitteleuropeo format da Paesi una volta parte dell’impero austroungarico che assuma posizioni diverse da quelle dettate a Bruxelles dalla Germania e dalla Francia che a loro volta prendono ordini da Washington. Già sappiamo che l’Ungheria ha una visione del tutto opposta rispetto a quella ufficiale della Ue: non vuole sanzioni alla Russia e invio di armi in Ucraina e insiste perché si facciano tutti gli forzi per aprire trattative di pace.  ma il Paese è piccolo e dunque non ha un gran peso all’interno della Uee deve guardarsi dai cani rabbiosi della guerra. Tuttavia a settembre ci saranno le elezioni in Slovacchia dove il socialdemocratico Robert Fico è dato per favorito: il personaggio è stato contro le  misure della pandemia e ora è contrario alle sanzioni contro la Russia e alle consegne di armi aumentando così la massa critica  della “dissidenza” rispetto alla linea ela Ue.  Più avanti ci saranno le elezioni in Austria dove il leader dell’Fpo, Herbert Kickl sfruttando le divisioni in casa socialdemocratici sta facendo il pieno di voti  nei vati Lander austriaci dove si è votato per i governi regionali. Ed è dunque un forte concorrente per il cancellierato.

Anche l’Austria è piccola, ma se tanti piccoli cominciano a perseguire politiche simili possono pesare parecchio, tanto più   c’è un grande movimento popolare contro le sanzioni e la guerra nella Repubblica Ceca, mentre il presidente Croato mostra molto scetticismo sulla politica ucraina perseguita  dai poteri europei. Senza dire della confinante Serbia che non ha aderito alle sanzioni antirusse A questi bisogna aggiungere la situazione quasi insurrezionale che si sta creando in Francia dove le periferie bruciano dopo l’assassinio da parte della polizia di un giovane di origine araba. Tutto questo si sviluppa sulle ferite ancora aperte delle contestazioni dei gilet gialli e della lotta contro la riforma delle pensioni che com’è noto è stata approvata senza voto in Parlamento, quasi a dimostrare che i veri Paesi autoritari sono precisamente quelli guerrafondai dove  si considerano i tentativi di giungere ad un accordo, come posizioni filorusse. Dunque è tutta la società francese  che è come un deposito di esplosivi che possono alla fine detonare.

Fatto sta che Parigi assediata dalle lotte sociali  potrebbe essere meno presente nel presidio della linea guerrafondaia dettata da Washington ed eseguita dalla Germania la quale spera in questo modo che gli americani le riconoscano un sorta di primato sul  continente che nel frattempo sarà rovinato . Naturalmente i poteri della Ue guardano con terrore a questa ulteriore frattura nel continente Rendendosi conto che essa sarebbe un grave ostacolo al perseguimento della politica imposta da Washington. Inoltre aggiungerebbe un nuovo blocco semi autonomo, contrapposto a quello formato da Baltici, Polonia e Romania, continuando nel frazionamento sempre più evidente di quella che era l’Unione e che non reggerà di fronte alla guerra ucraina se essa dovesse continuare. Ora si stanno muovendo tutte le pedine per impedire che in Slovacchia e in Austria prevalga chi non vuole la guerra infinita cercando di sostenere che si  tratta di fascisti: media e finanza si preparano a scatenare la solita campagna ipnotica e distrattiva, cementata dai luoghi comuni,  ma l’impressione è che questa volta non sarà così facile distrarre i cittadini dai loro concreti interessi. O almeno si spera.

Nota: Kakania era un termine inventato da Musil che così sintetizzò il “kaiserlich und königlich”, vale a dire imperial-regio, l’aggettivo che designava tutto ciò che aveva a che fare con lo stato asburgico.

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