giovedì 29 giugno 2023

Il primato tecnoscientifico cinese (anche secondo USA e Australia)

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di Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli - Mondorosso

Secondo uno studio condotto dall’Australian Strategic Policy Institute e finanziato dallo stesso Dipartimento di Stato americano, la Cina rappresenta su scala mondiale l’attuale numero uno in ben 37 dei 44 campi di ricerca scientifici più rilevanti, inclusi tecnologia ipersonica, spazio, robotica e intelligenza artificiale.

Anche se lascia ancora al decadente imperialismo statunitense la superiorità nell’informatica quantistica e nei sistemi di lancio spaziali – ma sbagliando, come dimostreremo in seguito – lo studio australiano in oggetto ha fatto il giro del mondo, attirando tuttavia ben poca attenzione a sinistra.

Anche per rimediare a tale lacuna focalizziamo ora l’attenzione sull’intelligenza artificiale e i semicondut-tori avanzati, utilizzando due fonti riportate dalla rivista di geopolitica Limes, nel numero 12 del 2022.

Infatti in quella sede due analisti cinesi, He Tian e You Ji, hanno notato che con il deciso contributo dei fondi pubblici già nel 2020 “grazie al sostegno politico, le imprese cinesi hanno fatto progredire di molto lo stato dell’arte dell’IA nel Paese. A tal proposito gli autori ricordano che “nel 2020 il numero di imprese strategiche nell’ambito dell’AI ha superato quota 3mila con un aumento del 19%” rispetto all’anno precedente.

La grande marcia dell’IA in Cina ha fatto sì che le aziende del Paese dispongano oggi di un vantaggio competitivo nel campo degli algoritmi e dei software applicativi: si citano qui i casi di Baidu, Alibaba e Tencent, che hanno effettuato massicci investimenti nella costruzione dei dieci maggiori centri nazionali di calcolo ed elaborazione dati.

Notevoli progressi si sono registrati anche nell’area dei semiconduttori. A questo proposito He e You scrivono che le “aziende produttrici di chip intelligenti come HiSidicon (Huawei), Cambricon, Smic e Ziguang Zhanrui hanno promosso l’integrazione dell’IA in terminali intelligenti e dispositivi di sicurezza come anche nell’ambito di progetti urbani (smart cities)”[1].

Passiamo a questo punto ad esaminare la sopracitata – e presunta – superiorità statunitense nell’informatica quantistica e nello spazio cosmico.

Sul primo settore va evidenziato come la Cina stia costruendo una spettacolare rete di comunicazione satellitare di matrice quantistica.

Nel marzo 2023 è infatti emersa alla luce “una rete di comunicazione quantistica che utilizzerà satelliti in orbite terrestri basse e medio-alte. È l’ultima sfida tecnologica della Cina, che ha deciso di scommettere sulla crescente frontiera della tecnologia quantistica applicata ai satelliti.

A dichiararlo è stato Pan Jianwei, scienziato dell’Accademia cinese delle scienze e membro del 14° Comitato nazionale della Chinese People’s Political Consultative Conference, che lo scorso 4 marzo ha parlato del progetto cinese in un’intervista rilasciata a Yicai Global a margine delle sessioni politiche tenute a Pechino.

“Stiamo collaborando con il National Space Science Center per sviluppare un satellite in orbita terrestre da medio-alta. In futuro, la combinazione di satelliti in orbita bassa e in orbita alta costruirà una rete di comunicazione quantistica su vasta scala”, ha detto Pan Jianwei, secondo quanto riportato da Space News.

Il progetto cinese si inserisce nel crescente settore della space economy che punta a mettere le tecnologie spaziali a servizio delle comunicazioni sicure. A tal proposito, le telecomunicazioni quantistiche sembrano una frontiera sempre più promettente.

Negli ultimi anni, ha destato particolare interesse lo sviluppo della cosiddetta distribuzione a chiave quantistica (in sigla Qkd, dall’inglese Quantum key distribution). Si tratta di un sistema basato sulla meccanica quantistica che garantisce comunicazioni sicure attraverso la produzione di una ‘chiave segreta’. Questo sistema sfrutta a sua volta il principio dell’entanglement, che esprime la dispersione delle proprietà in fisica quantistica. Due particelle sono considerate in uno stato entangled (letteralmente, ‘intrecciate’), quando i loro stati sono ‘mescolati’ fino al punto da perdere la loro individualità: diventano così indistinguibili. Una proprietà della distribuzione quantistica basata su entanglement è che qualunque tentativo di misurarla disturba il sistema stesso (come ha dimostrato magistralmente Schrödinger nel 1935 con il suo paradosso del gatto).

Proprio qui, tornando alle comunicazioni quantistiche, sarebbe il segreto della sicurezza delle comunicazioni basate su Qkd. Ed è su questo che punta la futura rete di comunicazione quantistica della Cina. Già nel 2016 l’agenzia spaziale cinese aveva avviato i suoi primi esperimenti sulla distribuzione di chiavi quantistiche, grazie al lancio del satellite Micius.

I progressi fatti grazie ai dati di Micius sono riportati in uno studio pubblicato nel luglio 2022 sulla rivista Reviews of Modern Physics, a firma dello stesso Pan Jianwei e di altri colleghi dell’Accademia cinese delle scienze e dell’Università di Scienza e Tecnologia della Cina.

Il primo passo verso la rete quantistica cinese è invece il satellite Jinan-1, lanciato sempre nel luglio 2022, che servirà a condurre test di distribuzione di chiavi quantistiche all’interno di una rete a basso costo”.[2]

Rispetto invece all’esplorazione cosmica, risulta facile trovare molte notizie sul nuovo e riutilizzabile velivolo spaziale cinese, almeno dall’inizio di maggio 2023.

“Il veicolo spaziale sperimentale riutilizzabile della Cina è tornato sulla Terra nella mattina di lunedì 8 maggio, dopo aver completato un viaggio orbitale di 276 giorni, secondo il Jiuquan Satellite Launch Center nel deserto nord-occidentale del Paese.

Il successo del test segna un importante passo avanti nella tecnologia dei veicoli spaziali riutilizzabili della Cina, che fornirà un mezzo di trasporto conveniente ed economico tra lo spazio esterno e la Terra, ha affermato il centro in un breve comunicato stampa, senza elaborare ulteriormente.

L’astronave robotica è stata lanciata da un razzo vettore Long March 2F dal centro di Jiuquan il 5 agosto 2022. Aveva il compito di verificare le tecnologie riutilizzabili e le tecnologie di servizio in orbita, gettando le basi tecnologiche per l’uso pacifico dello spazio, secondo la Cina Aerospace Science and Technology Corp, il principale appaltatore spaziale della nazione.

La missione è la seconda volta che la Cina ha reso pubbliche le operazioni del suo veicolo spaziale sperimentale riutilizzabile.

Il precedente test orbitale del Paese di un veicolo di prova si è svolto nel settembre 2020, con il velivolo che ha viaggiato in orbita per poco meno di due giorni.

Attualmente, solo la Cina e gli Stati Uniti dispongono di veicoli spaziali riutilizzabili, avviati per la prima volta dagli Stati Uniti negli anni ’70. L’icona di questo concetto, lo Space shuttle statunitense, ha operato per tre decenni prima del pensionamento nel 2011 a causa di difficoltà tecniche e fiscali.

Negli ultimi anni, i progressi della scienza e della tecnologia hanno riacceso l’entusiasmo dell’industria spaziale per le astronavi riutilizzabili, in particolare gli spazioplani robotici come il Boeing X-37B che sono più piccoli, più economici e meno sofisticati nella progettazione, produzione e funzionamento.

Secondo gli esperti, i veicoli spaziali riutilizzabili avranno una vasta gamma di applicazioni in futuro, come la conduzione di viaggi spaziali per civili, il trasporto di astronauti, il rifornimento di stazioni spaziali e la messa in orbita di satelliti a un costo inferiore.

Gli appaltatori spaziali cinesi come China Aerospace Science and Technology Corp e China Aerospace Science and Industry Corp, studiano e dimostrano da diversi anni tecnologie riutilizzabili per il loro programma spaziale”[3].

Inoltre la Cina progetta concretamente il suo primo sbarco sulla Luna entro il 2030, come annunciato ufficialmente da Pechino a fine maggio.

“Alle 9:00 del 29 maggio, presso il cosmodromo di Jiuquan, si è tenuta una conferenza stampa sulla missione spaziale con equipaggio Shenzhou 16, durante la quale il vice direttore dell’Ufficio per il progetto della missione spaziale cinese con equipaggio umano, Lin Xiqiang, ha comunicato che è stata recentemente avviata l’implementazione della fase di atterraggio lunare del progetto cinese di esplorazione lunare con equipaggio, con l’obiettivo generale di realizzare il primo sbarco cinese sulla Luna entro il 2030, di portare avanti ricerche scientifiche ed esperimenti tecnologici, superare e padroneggiare tecnologie chiave come il viaggio di andata e ritorno, la permanenza a breve termine sulla superficie lunare e l’esplorazione congiunta uomo-macchina, nonché la formazione di capacità indipendenti di esplorazione lunare con equipaggio…

Finora l’Ufficio ha attivato a 360° le attività di sviluppo di una serie di attrezzature, come la nuova generazione di razzi vettori (Lunga Marcia 10) di una nuova generazione di veicoli spaziali con equipaggio, di moduli di allunaggio, di tute per l’allunaggio e di altri prodotti di volo, nonché la costruzione di nuovi siti di lancio e delle relative strutture e attrezzature di lancio di prova”[4].

Anche nel processo di sviluppo epocale dell’esplorazione spaziale, dunque, il nuovo numero 1 su scala planetaria risiede a Pechino….


[1] ” Cina superpotenza scientifica numero 1? Report (finanziato dal Dipartimento di Stato USA)”, 5 marzo 2023, in startmag.it

[2] G. Pulcrano, ” La Cina verso una rete di comunicazione satellitare quantistica”, 13 marzo 2023, in globalscience.it

[3] “Il veicolo spaziale riutilizzabile cinese ritorna dopo il test di 276 giorni”, 9 maggio 2023, in italian.people.cn .

[4] “La Cina progetta il primo sbarco cinese sulla Luna entro il 2030″, 29 maggio 2023, in Italian.cri.cn.

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