sabato 24 giugno 2023

DOMENICO QUIRICO. Oligarca, signore della guerra e affarista: chi è Prigozhin e perché è diventato sempre più potente.

L’ex cuoco dello Zar ha 24 ore per prendere il controllo del Paese

Oligarca, signore della guerra e affarista: chi è Prigozhin e perché è diventato sempre più potente

(DOMENICO QUIRICO – lastampa.it)

Ventiquattro ore, forse meno. Se quello di Prighozin è davvero un golpe è il tempo che è a disposizione del capo della Wagner (e dei suoi alleati all’interno dell’esercito russo) per prendere il controllo del Paese. Il fattore tempo è il cappio che si stringe attorno al collo di tutti i ribelli, da sempre. Perché gli incerti, i doppiogiochisti, quelli che vorrebbero approfittare del cambio di regime e della confusione ma…all’inizio stanno in guardia, si defilano negli Alti Comandi, nei ministeri e nei circoli di quelli che contano. Osservano se la rivolta avanza. Poi decidono cosa conviene fare. Se dopo poche ore Prighozin e i suoi pretoriani saranno ancora fermi a Rostov e nessuna altra guarnigione si sarà ribellata, o meglio ancora i soldati al fronte ucraino decideranno che è una buona occasione per tornare a casa, per ‘’il Cuoco’’ e i suoi mastini della guerra la prospettiva sarà un muro anonimo e il plotone di esecuzione.

Figura singolare quella del padrone della Wagner, esercito privato dell’età della globalizzazione di tutto, anche e soprattutto della violenza. Lo abbiamo sottovalutato forse questo strano oligarca con la pancia e l’elmetto quando lo definivamo’’ il cuoco del Cremlino’’ perché tra l’altro dall’amico Putin aveva in concessione (miliardaria) l’organizzazione a corte di banchetti, ricevimenti e festini per Eccellenze.

In realtà Prighozin ha capito che la guerra nel ventunesimo secolo rende, molto di più che preparar raviolini e insalate. Rende soprattutto quando la puoi fare da privato, senza bandiere ufficiali, senza regole d rispettare, contratto. In fondo ha solo copiato gli americani: sono loro, i mediocri strateghi dell’era Bush e del travagliato dopo torri gemelle, che si sono inventati gli eserciti privati per tenere a bada Iraq e Afghanistan senza dover rispondere ogni sera dei ragazzi americani morti al telegiornale. Era semplice, un metodo vecchio come la storia del mondo. Bastava ingaggiare ex guerrieri alle prese con il mutuo da pagare, i divorzi, meglio ancora qualche conto con la giustizia da saldare e spedirli dove serve. A presidiare il terreno, le zone verdi, a ripulire gli angolini dagli indomabili terroristi.

Prighozin ha fatto scoprire l’Africa a Putin, le sue infinite possibilità di saccheggio, economico e politico. Regimi corrotti e traballanti, ormai insofferenti al controllo dei vecchi colonizzatori, alle loro fastidiose richieste di democrazie seppur molto camuffate e ai loro esosi contratti per le materie prime. La Wagner è scesa sull’africa come una nube di cavallette, armata di kalashnilov e succosi appalti per le miniere, ma anche giornal, canali internet, propaganda e bustarelle.

Prighozin, un incrocio tra oligarca, signore della guerra e affarista è diventato così sempre più potente. Come i capibanda delle compagnie di ventura del rinascimento ha scoperto che il conto in banca forse non bastava perché i regimi sono sospettosi verso chi è troppo forte o non sono così invincibili come la stentata guerra in ucraina ha dimostrato. Allora ha scoperto che da servo seppur ricco, da carne da macello si può tentare di diventare Signore. Nel rinascimento il Carmagnola fini decapitato ma Francesco Sforza divenne signore riverito di Milano. Ha ventiquattro ore per conquistare un destino.

Nessun commento:

Posta un commento