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Ieri, mercoledì, gli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica sono arrivati a Zaporozhye, da dove questa mattina si sono recati alla centrale nucleare, attraversando la linea del fronte.
Ciononostante continua il gioco di rimpallo di responsabilità tra la parte russa e quella ucraina. I bombardamenti arrivano ancora e “non si sa da dove”, nonostante aerei spia, droni e satelliti siano costantemente in volo per osservare la regione.
Da parte sua la NATO non sembra interessata a venire a capo realmente di ciò che succede a Zaporizhe, e l’avvertimento che è partito sembra più un invito all’Ucraina di mettere in atto l’ennesima false flag, piuttosto che prevenire un disastro: il presidente del comitato speciale della Camera dei Comuni della Gran Bretagna, Tobias Ellwood, ha affermato che qualsiasi danno alla centrale nucleare ucraina costituirà una violazione del quinto articolo del Trattato di difesa collettiva della NATO.
La presa di posizione della Camera dei Comuni britannica, è stata confermata dal membro del Congresso degli Stati Uniti Adam Kinzinger.
Ansiosi del casus belli?
In definitiva, la NATO sembra essere ansiosa che avvenga un casus belli, per cui sarebbe legittimamente autorizzata ad intervenire contro la Russia. È singolare che, mentre si dice preoccupata per un possibile evento nucleare catastrofico non solo non fa niente per prevenirlo, ma nell’ipotesi si verifichi probabilmente sarà disposta ad una guerra atomica dove moriranno molte più persone.
Quindi le cose stanno così, anche se è da mal di testa: se avverrà un rilascio di radiazioni nella centrale a seguito di attacchi – che finora, nonostante le evidenze, sono stati tutti addebitati a Mosca (vedi qui) – la NATO si auto-autorizza ad intervenire.
Quindi il tutto porta il sapore della ricerca di un espediente per completare l’entrata in guerra della NATO (che è già in atto, anche se per ‘interposta persona’, ovvero tramite l’esercito ucraino).
In pratica, a fronte di nessuna prova e ragionamento logico che sia la Russia a bombardare sé stessa, gli USA danno per certo l’ipotesi meno lineare (vedi qui) anche se non esiste nessuna prova a sostegno di questa versione dei fatti. Da parte sua ucraini la Russia afferma che i proiettili di artiglieria da 152 mm e 155 mm sono sparati dalla 44a brigata di artiglieria delle Forze armate ucraine dall’area dell’insediamento di Marganets, sulla sponda opposta del bacino di Kakhovka.
Situazione grave
Secondo il direttore generale dell’AIEA Rafael Grossi, ci sono circa 30 tonnellate di plutonio e 40 tonnellate di uranio arricchito nell’impianto nucleare. Questo, a quanto pare, spiega la pronta acquisizione della centrale nucleare di Zaporizhzhya da parte delle unità russe. Le dichiarazioni delle autorità russe sui piani di Kiev di creare una bomba atomica “sporca” non sono ovviamente prive di fondamento.
Secondo il direttore generale, la situazione è aggravata dal fatto che l’impresa ucraina Energoatom funge da gestore dell’impianto, mentre la stessa centrale nucleare è sotto la protezione delle forze armate RF. Una situazione instabile non può essere consentita in una centrale nucleare con sei reattori e gli ispettori dell’AIEA sono in grado di prevenire potenziali problemi che potrebbero sorgere nell’impianto per un motivo o per l’altro.
Grossi ha sottolineato la complessità dell’operazione di ispezione in una zona di guerra e la necessità di “garanzie esplicite non solo dai russi ma anche dalla Repubblica ucraina”, cosa che – almeno informalmente – sembra aver ottenuto a Kiev.
E’ da ricordare che per lungo tempo Kiev non ha autorizzato l’invio della missione AIEA.
Dichiarazione della Croce Rossa
Radio Free Europe che trasmette tramite gli USA riporta che “Robert Mardini, capo del Comitato internazionale della Croce Rossa, ha avvertito che i combattimenti tra le forze russe e ucraine attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhya devono essere interrotti immediatamente prima che un “massiccio incidente” provochi una catastrofe umanitaria.
“In caso di fuga di un nucleare, sarà difficile se non impossibile fornire assistenza umanitaria… ed è per questo che i combattimenti dovrebbero cessare”
“È quindi ora di smettere di giocare con il fuoco e prendere invece misure concrete per proteggere questa struttura, e altre simili, da qualsiasi operazione militare… Il minimo errore di calcolo potrebbe innescare una devastazione di cui ci pentiremo per decenni”.
VPNews
Con segnalazione di Reuters e AFP
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