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di Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
Un
rapporto stilato dal think thank statunitense Rand Corporation del 2019
n. RB-10014-A intitolato “Overextending and Unbalancing Russia”
commissionato dall’esercito degli Stati Uniti analizza le strategie per
colpire la Russia ed anticipa quanto avvenuto in Ucraina.
Il rapporto stilato tre anni fa, quindi quando ancora l’invasione russa dell’Ucraina non era ancora avvenuta, mette in risalto tutte le azioni dirette che gli Stati Uniti ed i suoi alleati potrebbero fare per destabilizzare e ostacolare lo sviluppo economico della Russia. Un documento che anticipa di te anni quanto poi è accaduto dopo l’invasione russa dell’Ucraina e che deve far riflettere.
Il report inizia analizzando al situazione attuale della Russia e afferma che “La Russia di oggi soffre di molte vulnerabilità: i prezzi del petrolio e del gas ben al di sotto del picco che ha causato un calo degli standard di vita, sanzioni economiche che hanno favorito quel declino, una popolazione che invecchia, l’aumento dell’autoritarismo di Vladimir Putin”. Tali vulnerabilità se “amplificate potrebbero portare ad un cambio di regime di ispirazione occidentale”.
Gli autori però constatano che “nonostante queste vulnerabilità e ansie, la Russia rimane un paese potente che riesce ancora ad essere un concorrente alla pari con Stati Uniti in alcuni domini chiave. Riconoscendo che un certo livello di concorrenza con la Russia è inevitabile”. I ricercatori di RAND hanno condotto una valutazione qualitativa delle “opzioni che impongono costi” che potrebbero sbilanciare e colpire eccessivamente la Russia, opzioni che impongono degli oneri alla Russia comunque minori di quelli necessari agli Stati Uniti per perseguire tali obiettivi.
“Il lavoro si basa sul concetto di competizione strategica a lungo
termine sviluppato durante la Guerra Fredda … Un fondamentale rapporto
RAND del 1972 ha postulato che gli Stati Uniti dovevano spostare il loro
pensiero strategico per tentare di stare davanti all’Unione Sovietica
in tutti i campi e a cercare di controllare la concorrenza e incanalarla
in aree di vantaggio per gli Stati Uniti”.
Una azione molto semplice
e poco rischiosa con costi molto bassi, secondo il rapporto, sarebbe
quella di aumentare la produzione energetica statunitense. Questa azione
provocherebbe una contrazione del prezzo del petrolio e del gas e
ridurrebbe i ricavi russi costringendo così il Cremlino a diminuire gli
investimenti in armamenti.
“Adottando politiche che espandono
l’offerta mondiale e deprimono i prezzi globali, gli Stati Uniti possono
limitare le entrate russe. Ciò comporta pochi costi o rischi, produce
benefici di secondo ordine per l’economia statunitense e non ha bisogno
di un’approvazione multilaterale.”
Poi viene preso in esame la
possibilità dell’applicazione di sanzioni economiche molto profonde.
Aggiungo io che però per poterle applicare occorre un motivo valido
quindi aver creato un punto di conflitto in Ucraina risponde proprio a
questa necessità.
Si legge nel rapporto a tale proposito che
“L’imposizione di sanzioni commerciali e finanziarie più profonde
probabilmente degraderebbe anche l’economia russa, soprattutto se tali
sanzioni sono complete e multilaterali. Pertanto, la loro efficacia
dipenderà dalla volontà di altri paesi di aderire a tale processo”. W
gli alleati degli Stati Uniti hanno risposto prontamente a questa
opzione.
Parallelamente alle sanzioni poi occorre che l’unione Europea si
smarchi dal gas di provenienza russa rendendo inoltre il mercato più
flessibile. Cosa, quest’ultima, avvenuta nel vecchio continente
successivamente a questo rapporto, infatti nell’aprile dello scorso anno
il mercato del gas è stato completamente liberalizzato e le quotazioni
avvengono, come sappiamo bene, nella borsa di Amsterdam con le
conseguenze che sappiamo.
Sarà un caso ma Rand Corporation tre
anni fa scriveva che “Aumentare la capacità dell’Europa di importare gas
da fornitori diversi dalla Russia potrebbe pregiudicare economicamente
la Russia e tamponare l’Europa contro la coercizione energetica russa … .
ma per essere veramente efficace, questa opzione avrebbe bisogno che i
mercati globali del GNL diventino più flessibili di quanto non siano già
e avrebbe bisogno che il GNL diventi più competitivo con il gas russo”.
Si
potrebbe poi “incoraggiare l’emigrazione dalla Russia di manodopera
qualificata e di giovani russi” ma i risultati si vedrebbero solo dopo
molto tempo e gli effetti non sarebbero molto significativi.
Se
qualcuno a questo punto dubitasse ancora della premeditazione del
conflitto incorso allora legga quanto segue: “Fornire aiuti letali
all’Ucraina sfrutterebbe il punto di maggiore vulnerabilità esterna
della Russia. Ma qualsiasi aumento delle armi statunitensi e dei
consigli all’Ucraina dovrebbe essere attentamente calibrato per
aumentare i costi per la Russia per sostenere il suo attuale impegno
senza provocare un conflitto molto più ampio in cui la Russia, a causa
della vicinanza, avrebbe vantaggi significativi”.
Poco promettenti e dagli esiti incerti sarebbero, secondo il rapporto
di Rand Corporation, le azioni di destabilizzazione dei paesi vicini ai
confini russi, come “promuovere la liberalizzazione in Bielorussia che
probabilmente non avrebbe successo” oppure agire in Transnistria per “
espellere le truppe russe dalla regione” che “sarebbe un colpo al
prestigio russo, ma farebbe anche risparmiare denaro a Mosca e molto
probabilmente imporrebbe costi aggiuntivi agli Stati Uniti e ai suoi
alleati”.
Altro campo su cui lavorare è minare la credibilità
della Russia in campo internazionale con azioni appropriate che
potrebbero essere utili a far percepire alla popolazione che il governo
non è in grado di “riportare la Russia alla sua antica gloria”. Si
potrebbe rimuovere la “Russia dai forum internazionali non-ONU” e
boicottare gli “eventi come la Coppa del Mondo”, cosa che poi è
avvenuta.
Sul piano strettamente militare Rand Corporation suggerisce che “Il
dispiegamento di ulteriori armi nucleari tattiche in località in Europa e
in Asia potrebbe aumentare l’ansia della Russia abbastanza da
aumentarne significativamente gli investimenti nelle sue difese aeree”
,mentre investire in “ sistemi di difesa missilistica balistica e armi
spaziali allarmerebbe Mosca, ma la Russia potrebbe difendersi da tali
sviluppi adottando misure che probabilmente sarebbero notevolmente più
economiche dei costi di questi sistemi per gli Stati Uniti”.
Viene
suggerito di aumentare la pressione militare nel Mar Nero “per aumentare
il costo della difesa delle basi russe in Crimea per ridurre il
beneficio per la Russia di aver sequestrato quest’area” anche se ciò
implicherà un maggiore sforzo per gli alleati della NATO. Aumentare la
frequenza delle esercitazioni in prossimità dei confini russi aumenterà
la deterrenza ma non dovrebbe spingere il Cremlino ad aumentare le spese
militari e potrebbe essere interpretata come un tentativo di invasione
del paese.
Nelle
conclusioni del rapporto si legge che “le opzioni più promettenti per
“colpire la Russia” sono quelle che affrontano direttamente le sue
vulnerabilità, ansie e punti di forza, sfruttando le aree di debolezza
minando al contempo gli attuali vantaggi della Russia. A questo
proposito, la più grande vulnerabilità della Russia, in qualsiasi
competizione con gli Stati Uniti, è la sua economia, che è relativamente
piccola e altamente dipendente dalle esportazioni di energia”.
Quindi
un rapporto che esamina a fondo tutte le strategie possibili da metter
in atto per distruggere la Russia, competitore economico e politico
degli Stati Uniti. Rand Corporation evidenzia che il miglior modo per
ottenere quanto desiderato è senza dubbio attaccare il Cremlino sul lato
economico e dunque alla luce di quanto sta accadendo sul fronte ucraino
pensare che il conflitto sia stato progettato con intenzionalità non
credo sia una teoria di fantapolitica. Soprattutto perché se prendiamo
in esame le sanzioni applicate ci rendiamo conto che erano state ben
descritte in precedenza in questo rapporto.
FONTE: https://www.rand.org/pubs/research_briefs/RB10014.html
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