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Che cosa sta accadendo nelle regioni del Donbass, Kherson e
Zaporizhzhia che voteranno fino a domani per l'adesione alla Federazione
russa? E' vero quello che scrive Repubblica e Open che testuale
"soldati russi stanno puntando le pistole contro la popolazione per
votare"? Quali sono le condizioni di vita in quelle città bombardate da
otto anni dal regime di Kiev? Le armi italiane inviate sono parte
integrante dell'escalation dai contorni apocalittici?
Come
l'AntiDiplomatico abbiamo rivolto queste domande al giornalista
freelance Eliseo Bertolasi, che si trova in questo momento a Donetsk.
Città dalla quale può offrire una testimonianza diretta del passaggio
storico in corso in Donbass, in guerra da otto anni contro la giunta di
estrema destra insediatasi a Kiev dopo il golpe del 2014. "A chi
approva nel nostro paese l'invio di armi a Kiev dico 'venite qui': come
si può vivere in queste condizioni? Le armi vengono usate contro la
popolazione", sottolinea Bertolasi.
Invitandovi alla visione integrale dell'intervista (pubblicata in fondo), vi riproponiamo per intero la risposta che Bertolasi ci rilascia sulla presunta "notizia" (bufala) di Open e Repubblica sui soldati russi. "Davanti a questo tipo di informazione cerco sempre di andare all'origine del nesso logico. Partiamo dal contesto e cerchiamo i meccanismi logici con un esempio pratico: immaginiamo un territorio dove da una parte c'è uno stato che bombarda, massacra, crea penuria di acqua, non offre nulla se non la promessa di ricostruzione delle strutture sociali, la fine della lingua che parlano gli abitanti, le loro tradizioni e simbologia. Dall'altra parte c'è uno stato che supporta la popolazione nella loro lotta e garantisce il rispetto di questa identità culturale e lingua. Secondo voi gli abitanti di questo territorio con chi vorrebbero vivere? Con chi li bombarda o con chi vuole aiutarli? Quello che vorrebbero far credere è che questi abitanti russofoni non vogliono stare con la Russia ma con chi li bombarda e massacra? Dove è la logica? Io non ho mai visto un soldato russo puntare la pistola contro un abitante per farlo votare. Ma ho visto tanti che dicono al seggio 'torniamo a casa'. Per questo invito i colleghi di queste testate che lo hanno scritto di fare quello che sto facendo io: venite, verificate sul posto e chiedete. La leggenda dei soldati russi che puntano le pistole sugli abitanti non sta in piedi da un punto di vista logico, non ideologico".
Open di Enrico Mentana, insomma, ha pubblicato e reso virale l'ennesima bufala insomma. Open di Enrico Mentana che ha il potere di censurare arbitrariamente testate giornalistiche a loro concorrenti, come successo con la pagina Facebook de l'AntiDiplomatico.
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