giovedì 27 gennaio 2022

Europa: quanti sono i morti da puntura? Ecco i numeri ufficiali dei “danni collaterali”

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Ma quante sono, in Europa, le morti collegabili alla vaccinazione Covid? Chi ha esplorato il database dell’Unione Europea sostiene che vi sono segnalati quasi 38.000 decessi e oltre 3 milioni di effetti collaterali. Tuttavia, attingendo da quello stesso database, l’EMA (l’agenzia europea per i medicinali) riferisce solo circa 900.000 effetti avversi e – soprattutto – “solo” 8.780 morti.

Il problema è che l’EMA non esplicita se, e quali,  criteri ha usato per “scremare” il database. E quindi orizzontarsi fra i numeri diventa veramente difficile.

Premessa ovvia: allo stato attuale dei fatti, nessuno è in grado di dire se un decesso segnalato come collegabile alla vaccinazione Covid è davvero dovuto alla vaccinazione. Ci vogliono tempo e accertamenti minuziosi. Ora si può conoscere semmai il numero dei casi sospetti e meritevoli di analisi. Però neanche su questo c’è chiarezza.

Il punto di partenza è il sito dell’Unione Europea AdrReport, che raccoglie le segnalazioni volontarie degli effetti avversi dei farmaci: di tutti i farmaci. Ovviamente, essendo le segnalazioni volontarie, non è affatto detto che tutti gli effetti avversi siano segnalati. I casi potrebbero facilmente essere sottostimati.  Comunque AdrReport è collegato al database EudraVigilance. Come tutti i database, è un mare magno di numeri in cui per un profano è difficile navigare.

Qualcuno dice di averlo fatto. I risultati sono online: con aggiornamento al 15 gennaio, il database EudraVigilance conterrebbe appunto la segnalazione di quasi 38.000 decessi e di oltre tre milioni di reazioni avverse. Sono disponibili anche link per esplorare nel database il dettaglio relativo a ciascuno dei quattro vaccini autorizzati nell’UE.  Risultato, con cifre arrotondate per difetto: Pfizer (che nel database si chiama Tozinameran), oltre 17.000 morti; Jannsen, 2.300; Moderna, 10.700;  Astrazeneca, 7.700.

Fermo restando che segnalazione significa sospetto e non prova, EudraVigilance ha alcune particolarità. Raccoglie le segnalazioni in base ai sintomi: non in base ai casi. Significa che se un poveretto dopo la vaccinazione ha avuto guai sfaccettati in sei diversi sintomi, le segnalazioni al suo riguardo sono sei: e non una sola. Simmetricamente, i decessi non sono forniti come numero totale per ciascun vaccino: bisogna cercarli in base i sintomi e poi sommare. Inoltre, se un solo decesso è ascrivibile a sei diversi sintomi esso figura nel database come sei segnalazioni di decesso.

Ancora. Eudra Vigilance, pur facendo capo all’UE, non si limita a raccogliere segnalazioni dalla sola UE. E’ un database europeo e non ha precisi confini geografici. Tuttavia i dati ufficiali EMA su effetti avversi e decessi si riferiscono solo all’EEA, l’Area Economica Europea. Essa comprende i 27 Paesi UE più Islanda, Norvegia e Liechtenstein.

Pur tenendo conto di tutti questi distinguo, un abisso divide i numeri di EudraVigilance che sono on line dai numeri EudraVigilance contenuti nell’ultimo rapporto EMA con i dati ufficiali degli effetti avversi. Il rapporto segnala “solo” 8.780 decessi contro i quasi 38.000 che sarebbero ricavabili dal database EudraVigilance.

Il rapporto EMA è datato 20 gennaio. E’ relativo alla somministrazione di oltre 735 milioni di dosi di vaccini e riporta dati aggiornati al 2 gennaio. Specifica solo il criterio geografico – i Paesi dell’EEA – che ha usato per interrogare il database estraendone i 8.780 decessi. Non li dà per certi, ma solo come sospetti: come peraltro sono solo sospetti tutti i casi di EudraVigilance. Il rapporto EMA parla inoltre di soli 900.000 effetti avversi segnalati in EudraVigilance.

In passato, i cosiddetti fact checkers non sono riusciti a scrivere che i dati di EudraVigilance messi on line da soggetti diversi dall’EMA fossero frutto di inventiva. Qui un pezzo di Reuters del novembre scorso e riferito ai 27.000 morti allora risultanti dalle esplorazioni del database. Il pezzo parla essenzialmente delle cautele che vanno adottate maneggiando quei dati. Sarebbe bello conoscere le cautele e i criteri usati dall’EMA per riferire cifre più basse.

GIULIA BURGAZZI

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