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Il Consiglio d’Europa si è recentemente espresso sulle strategie sanitarie da adottare contro il Covid, dopo una sua precedente risoluzione del gennaio 2021.
La risoluzione del Consiglio d’Europa sulla politica sanitaria
I parlamentari di Strasburgo hanno infatti adottato una risoluzione con 86 voti favorevoli e 13 contrari. Ricordiamo che il Consiglio d’Europa non fa parte dell’Unione europea, ma è un’organizzazione internazionale nata nel 1949, cui aderiscono 47 Stati, tra cui l’Italia. Occorre poi sottolineare che le risoluzioni adottate dal Consiglio non sono giuridicamente vincolanti per gli Stati membri. Queste però possono rappresentare rilevanti indirizzi e giudizi per la politica adottata dai vari Paesi, come in quest’ultimo caso.
L’ultima risoluzione interviene infatti in diverse materie sanitarie relative alla diffusione del Covid, come vaccini, green pass e norme generali di contenimento. La linea adottata sulla materia dal Consiglio d’Europa sembra essere molto distante rispetto all’approccio utilizzato, per esempio, dall’attuale Governo Draghi.
Restrizioni? Solo se proporzionate e supportate dalla scienza
Il Consiglio d’Europa sostiene infatti che: “Le misure di contenimento che interferiscono con i diritti fondamentali devono essere il più possibile basate sulle evidenze, perseguire uno scopo chiaro e legittimo e devono essere proporzionate. I parlamenti devono essere messi nella condizione di stabilire e rivedere queste misure. Inoltre, sono richieste continue revisioni delle norme per far sì che non vengano estese più del tempo necessario”.
Questa descrizione sembra l’antitesi di ciò che si è osservato negli ultimi mesi del Governo Draghi. L’allargamento dell’utilizzo del green pass base e del super green pass non è stato infatti mai accompagnato da chiare evidenze scientifiche che ne dimostrassero l’utilità sanitaria.
Anzi, dall’introduzione dei diversi livelli del certificato verde la situazione epidemiologica italiana è peggiorata, nonostante un tasso di vaccinazione in crescita.
Il green pass è uno strumento di monitoraggio
Bocciatura anche per quel che riguarda il coinvolgimento parlamentare. Dal momento del suo insediamento il Governo Draghi ha infatti adottato ben 42 decreti legge, di cui solo 31 sono stati convertiti in legge effettiva dal Parlamento. Questo significa che, soprattutto nell’ultimo periodo, l’esecutivo ha proposto nuovi decreti senza aspettare che il Parlamento approvasse i precedenti, che legiferavano sulla medesima materia.
Il Consiglio d’Europa ha dato poi indirettamente altri giudizi negativi sul Governo Draghi, in particolare nell’utilizzo dei certificati Covid: “Occorre usare i certificati di vaccinazione solo per gli scopi predisposti di monitoraggio dell’efficacia vaccinale, nonché dei potenziali rischi ed effetti avversi”.
Insomma il green pass è uno strumento di monitoraggio sanitario, non di certo un mezzo per escludere categorie di persone da servizi essenziali. Infine c’è un punto sollevato dal Consiglio d’Europa e riguarda l’obbligo vaccinale.
Nessun obbligo vaccinale per i bambini
Alcuni giornali mainstream hanno interpretato questa proposta come un appoggio del Consiglio rispetto ad un obbligo generalizzato, in realtà non è così. Si legge infatti che: “Occorre dare vita ad un dibattito pubblico su una possibile legge per il vaccino obbligatorio per alcune categorie di persone o per la popolazione generale. Quest’obbligo vaccinale non deve comunque coprire i bambini finché non sia resa chiara l’efficacia e la sicurezza di tutti i vaccini”.
Quest’organizzazione internazionale non sta quindi dicendo di adottare l’obbligo di vaccinazione per tutti, anzi. Viene chiesta una discussione pubblica sul tema, ossia un invito implicito a coinvolgere il Parlamento prima di adottare tali misure. In Italia invece tutti gli obblighi vaccinali destinati a categorie sono stati introdotti senza dibattito parlamentare.
C’è poi la questione molto rilevante dei bambini, che al momento devono quindi essere esclusi da qualsiasi pressione. Sappiamo però che in Italia il super green pass per trasporti e attività sportive pone i minorenni di fronte ad un bivio: l’isolamento sociale o la vaccinazione. La risoluzione del Consiglio d’Europa non può quindi che essere interpretata come una condanna nei confronti della strategia sanitaria adottata dal Governo Draghi, nonché una conferma di come il resto d’Europa abbia invece deciso di abbandonare un approccio di emergenza.
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