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Un Quirinale è (quasi) per sempre
Continua a piovere cavallette
Personalità di altissimo livello? Di elevatissimo profilo? Se ne fosse vista una all'evento più solenne della Repubblica "nata dalla resistenza" (ahahahah). Evento di distrazione di massa che percuote ogni sette anni (ora si arriva a 14, altro che Lukashenko) questo infelicissimo paese che qualcuno ha deciso debba essere sottoposto a tali e tante prove da non aspettarsi più nient'altro che l'estinzione.
Commedia dell'arte all'italiana. Quella dove tutti recitano, tutti fingono, tutti mentono agli spettatori. In questo caso, per giungere alla peggiore delle conclusioni possibili: il raddoppio di una sventura bifronte che negli ultimi anni ha inferto al paese e al suo popolo, già provato da devastazioni recenti e passate, una catastrofe raffrontabile solo a quella degli ultimi anni della guerra. Mettendo al posto delle bombe, virus e vaccino, e a quello dei gerarchi Pavolini, Kappler e Kesselring, il duo che, accompagnato da cimbali e sicofanti, ha gestito tutto il miserabile avanspettacolo, ci saranno garantiti ulteriori esiti letali e, a quei mille scimuniti e manigoldi, la mangiatoia da noi pagata.
Umiliante, grottesco spettacolo di tricche e ballacche in una commedia dell'arte avvizzita e andata a male. I rappresentanti di un paese ridotto allo scatafascio da chi lo ha aggredito negli ultimi dieci anni. Il parossismo demolitore degli ultimi due marpioni (Letta e Salvini), che si accapigliano sul rispettivo capofazione - o capobastone - da insediare sul trono.
Capifazione di "tutti gli italiani"
Mattarella, quello del Salvabanche, presidente di tutti gli italiani e garante della Costituzione? Quello che, addetto alla difesa della patria in quanto ministro, si fa ministro dell'Offesa e aiuta a radere al suolo la Serbia? Quello che dovrebbe sciogliere le Camere e invece vi pianta un suo pediletto? Di inoffensivo ci restano i bla bla retorici delle solenni occasioni. Per il resto, rappresentante di tutti gli italiani come i predecessori, tranne Pertini, tutti rigorosamente finanzieri o democristiani. Ultimamente di tutti gli italiani, salvo una decina di milioni di untori.
Regeni, un martirio d'uso
"Ammassiamo cervelli per conto della CIA"
Siamo a metà strada tra la data, 5 anni fa, della scomparsa di Giulio Regeni e quella del ritrovamento del suo corpo torturato esattamente nelle stesse ore dell'incontro tra Delegazione governativa italiana e presidenza egiziana su grandi accordi economici, molto proficui per le nostre imprese(coincidenza distrattamente accantonata dal nostro apparato propagandistico politico-mediatico-dirittoumanista-atlanticista). Del resto, con Draghi, che ce ne facciamo delle nostre imprese?
Lo ricordo perchè la data ha dato la stura ai musicanti stonati della banda politico-mediatica, col tamburino Koury, ovviamente di Amnesty, in testa, per tornare a fare girare il disco del martire della causa dei diritti umani, trucidato dal truce Al Sisi. Mentre la Procura di Roma, pescati a occhi bendati alcuni imputandi del Cairo, riesce a convincere qualche sprovveduto che si stia avviando una regolare procedura giudiziaria, fondata su chiacchiere, sospetti, intrighi e balle.
Che tutto questo sia una manovra fondata sulla menzogna è rivelato, se non altro, dagli argomenti di fatto, documentati, visti, uditi e basati su logica inconfutabile, infinite volte pubblicati. Ma nessuno di questi agitprop della distruzione dell'ennesimo paese arabo non allineato, e non tiranneggiato dai fidati Fratelli Musulmani, dal Corriere a Mentana, ha saputo rispondere con qualcosa di meglio che con il lancio di ciabatte: "Macchina del fango", punto.
La Spia che venne dalla nebbia. E ci tornò.
Sugli studi del giovanotto in istituti tutti fondati da amiconni della CIA e legati all'intelligence occidentale per preparare sobillatori contro il mostro comunista; sui suoi rappporti di lavoro con gruppi di delinquenti reduci da massacri nel Terzo Mondo e addetti allo spionaggio internazionale, sul suo padrinaggio da parte di virago accademiche legate ai Fratelli musulmani; sulla sua offerta di molti soldi a uno scaltro egiziano (che lo ha smascherato e, dunque bruciato) purchè gli presentasse un bel progetto di sedizione...zero via zero reazioni, risposte, contestazioni. Dai coriferi dell'Aegyptus delendum est, dalla famiglia, da tutti i cultori veri della deontologia, reclutati a La7, zero via zero.
Jongleur
Nel centro della puntata sta l'intreccio sinergico tra guerre, o per la salute, o per la pace , fatte, minacciate, pompate, striscianti, colorate, con utilizzo di mercenari nazisti o jihadisti, atomiche. Ognuna di queste con lo scopo principale di farci togliere il disturbo nel maggior numero possibile, o in quanto menti, o in quanto corpi interi.
Il jongleur globale se le gioca in alternanza. Delle palline, o mazze, o bottiglie, ne sale una e ne scende l'altra e poi altre due, tre. Tu segui l'una, poi cerchi l'altra, poi l'altra ancora. Le vorresti seguire tutte, ma ti si incrociano gli occhi, ti si annebbia la vista, senti che la baraonda di palline ti sfugge. E così che fa il giocoliere.
Diceva Kissinger: "Chi controlla il petrolio controlla le nazioni, chi controlla il cibo controlla il popolo”. Previdenti, gli scriba e strilloni di corte hanno ommesso, nel nome del principio di precauzione, il seguito della filosofia di vita amministrata per noi, con perizia da giocoliere, l'allora dominus della politica estera: "Chi controlla la propaganda controlla la realtà" e "Chi controlla il chip (prossimamente nel Pass Green) controlla proprio tutto." Ma Draghi, i suoi mandanti e i suoi capibastone, lo hanno sentito bene.
Quanto a noi, chi controlla le palle rompendocele, però, lo possiamo sempre prendere a calci. Uscirne vivi non basta. Basta comprarsi gli anfibi.
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