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Capitale bloccata tra il silenzio del governo e la fanfara social: l'effetto Canada inizia a diffondersi nel mondo
Al presidio di Parliament Hill, dopo la grande manifestazione di ieri, l’atmosfera è quella di una festa, cui stanno accorrendo migliaia di persone da tutto il paese, mentre la polizia cerca di non far convergere altri camion nel distretto parlamentare, ma dalla capitale arrivano notizie contrastanti. Sui social in queste ore si alimenta la solita fanfara retorica che tende a estremizzare ed esasperare da entrambe le parti: da un lato gira un video che mostrerebbe dei cecchini pronti a sparare sulla folla dal tetto del parlamento, mentre c’è chi afferma che ci siano 100mila camion oltre ai veicoli solidali. Una cifra decisamente esagerata, se a Ottawa ce ne sono circa 2700 e, a quanto si apprende dalle segnalazioni, nel resto del paese si stanno muovendo da punti diversi a gruppi di centinaia.
Ad alimentare la tensione è il contrasto tra le trombe dei social e il silenzio del governo canadese, che per ora lascia abbaiare i suoi cani da guardia del mainstream per bollare i manifestanti come teppisti ed estremisti, sondando la reazione della massa grigia dell’opinione pubblica per capire quando e quanto abbattere il braccio violento della legge sui cittadini sovrani in lotta.
Secondo il nostro corrispondente C0rv0:
Ottawa è bloccata. La CBC è passata dall’affermare che il gruppo di protesta era una “minoranza marginale” all’affermare ora che una massiccia forza d’invasione ha circondato la capitale del Canada con l’aiuto del presidente russo Putin e che Trudeau è stato evacuato. È difficile ottenere informazioni equilibrate al momento: entrambe le parti sono isteriche. In questo momento a Parliament Hill ci sono comizi di alcune centinaia di manifestanti. Il governo della Nuova Scozia ha dichiarato illegale finanziare, organizzare, supportare o partecipare a un convoglio di camion e allinearsi ai lati delle strade in supporto di un convoglio di camion, con multe da 3000 a 100.000 dollari.
Una parte dei camionisti canadesi oggi ha bloccato parte del confine con gli USA tra Alberta e Montana.
Ormai, la protesta dei Truckers For Freedom è un esempio di resistenza alle dittature sanitarie che si sta diffondendo a macchia d’olio. Stati Uniti, Australia, Bolivia e anche Olanda, Germania: la Lunga Marcia per la libertà potrebbe diventare un movimento mondiale. E qui sui social si sfiora il parossismo. Girano su Telegram due post contenenti link ai canali dei vari Convoys mondiali, uno – verosimile ma con qualche esagerazione – realizzato dai Truckers originali e un altro, molto probabilmente, fatto da mitomani o dai distrattori dell’intelligence, dove si riportano svariati paesi in più – persino arabi – troppo ben impostato per essere reale: è un tentativo di sviare l’attenzione dal canale originale per gestire una parte del dissenso? Staremo a vedere.
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