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Cosa è successo
Qualcosa ha fatto brillare la scintilla: l’obbligo di lasciapassare sanitario per i camionisti che lavorano tra USA e Canada. Fino al 15 gennaio, questa classe di lavoratori era esentata dall’obbligo vaccinale e relativo pass sanitario per la frontiera.
“We want to be free, we want to have our choice again, and we want hope – and the government has taken that away,”
Queste sono le parole di Harold Jonker, proprietario di una azienda di autotrasportatori. Chiede semplicemente due cose: libertà di scelta e speranza, qualcosa che il governo ha portato via.
La protesta inizia circa una settimana fa, e parte dalla British Columbia. Praticamente 3000 km dopo, il Freedom Convoy arriva ad Ottawa. Ogni giorno che passava, sempre più camionisti aderivano alla protesta: pensate che soltanto due giorni fa, Trudeau ha lanciato un messaggio quasi sprezzante nei riguardi dei manifestanti:
“Sono una sparuta minoranza, ed il governo è stato chiarissimo. Non c’è un’altra arma, la vaccinazione è l’unica via per tornare alla normalità. Il miglior modo per evitare che si interrompa la catena del cibo è vaccinarsi, per non stare male.”
Purtroppo per lui, sono molti di più.
L’associazione dei camionisti canadesi si è dissociata da questa protesta, ricordando come circa l’85% dei camionisti sia vaccinato. Anche Trudeau si è mantenuto sulla stessa linea, aggiungendo che non ci saranno problemi nella catena di trasporto del cibo.
Il fatto che la maggioranza abbia seguito le regole, non vuol dire ad esempio che lo abbia fatto con leggerezza o per passione governativa.
Addirittura, è costretto a lasciare casa sua per dirigersi in un nascondiglio. Previsti 2.000 due giorni fa, qui siamo già sui 50.000, e la protesta ha aumentato di numero ogni giorno.
Nel frattempo, la Polizia locale decide di chiudere molti accessi stradali, sempre per ragioni di sicurezza
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