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Da protesta “insignificante”, di una “piccola minoranza” con opinioni inaccettabili, come l’aveva definita il primo ministro canadese Justin Trudeau, a movimento libertario che sembrerebbe contagiare anche il resto del mondo. Il Freedom convoy, la protesta spontanea e pacifica che ha costretto il primo ministro canadese a lasciare in tutta fretta Ottawa, si sta propagando anche in Europa e in Australia.
Proprio in Australia sabato centinaia di camion, macchine e caravan sono partiti da tutto il Paese e hanno raggiunto oggi la capitale, Canberra, fermandosi sotto il palazzo del Parlamento. La protesta segue le orme di quella canadese e arriva dopo la dichiarazione del premier dello stato di Victoria, Daniel Andrews, che minaccia di rendere obbligatoria la terza dose per i cittadini.
Il vento della protesta soffia anche in Europa e in queste ore stanno nascendo gruppi in diversi Paesi Europei. Dalla Norvegia all’Ungheria, dall’Italia alla Francia, migliaia di
camionisti, automobilisti, ma anche persone comuni si stanno
organizzando per una grande manifestazione. Secondo quanto si legge nei
gruppi, il 7 febbraio convergeranno tutti nelle capitali dei loro Paesi d’origine, quindi Roma per l’Italia, per poi partire da lì alla volta di Bruxelles, dove dovrebbero arrivare il 14 febbraio.
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