Si è da poco concluso un vertice in video-conferenza tra il
Ministro della Sanità Speranza, quello agli Affari Regionali Boccia e
Sviluppo economico Patuanelli, dal quale è uscita una ordinanza
ministeriale che ha dell’incredibile.
Ordinanza con la quale il Ministro della Salute Speranza, oltre a chiudere le discoteche e le sale da ballo, obbliga tutti ad indossare le mascherine anche all’aperto dalle ore 18 alle ore 6, da domani 17 agosto fino al 7 settembre su tutto il territorio nazionale (Qui il testo dell’ordinanza: https://docs.google.com/viewerng/viewer?url=https://media2-col.corriereobjects.it/pdf/2020/interni/ordinanzadiscoteche.pdf)
Una imposizione fortemente limitativa della libertà personale assunta con semplice ordinanza ministeriale,
senza neppure una riunione collegiale del Consiglio dei Ministri.
Convocare prima il Parlamento? Nemmeno a parlarne. Ormai, dopo i DPCM,
adesso vanno bene pure le ordinanze ministeriali, quelle che di solito – in periodi normali – servono per decidere le dimensioni delle strisce pedonali. Decide tutto il governo,
in solitaria, anche sui diritti fondamentali. E se non lo fa il
Presidente del Consiglio, c’è il Ministro della Salute. La riserva di
legge assoluta e giurisdizionale prevista dalla Costituzione perché possa essere limitata la libertà personale non
esiste più. Obbligare sessanta milioni di persone ad indossare la
mascherina all’aperto, in pieno agosto, in assenza di un’emergenza
conclamata e attuale, rappresenta senz’altro una invasione nella sfera di libertà personale di ciascun individuo.
I contagi aumentano, quindi il Ministro si è sentito
autorizzato ad obbligare tutti gli italiani ad indossare la mascherina
anche all’aperto. Dalle ore 18 alle ore 6, come se il virus circolasse solo col favore delle tenebre. Certo, è l’orario in cui i giovani escono per divertirsi (che sembra essere diventato un peccato mortale), ma se si chiudono discoteche e balere a che serve portare le mascherine anche all’aperto?
Serve. Serve eccome. Il 20 e 21 settembre
si vota per le elezioni regionali in sei regioni e, in tutta Italia, per
il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari. Se il
centrodestra vincesse le elezioni, o al referendum vincesse il “No”, il
governo andrebbe in crisi. E allora bisogna impedire a Salvini, Meloni e
Berlusconi di fare campagna elettorale nelle sei regioni interessate. I comizi, soprattutto in estate, si tengono alla sera. Col
bavaglio della mascherina obbligatoria dalle 18 in poi è evidente che
ai comizi dei leader dell’opposizione non ci andrà nessuno.
Poco importa se di Covid muoiono ormai meno di dieci persone al giorno (ieri appena 4) e se in terapia intensiva sono ricoverate meno di sessanta persone (ieri solo 55), per il governo è sufficiente l’aumento dei contagi per rimettere la museruola obbligatoria a tutti e distruggere un settore economico, quello delle discoteche e del divertimento, che guadagna soprattutto in estate.
di Paolo Becchi e Giuseppe Palma
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