http://www.controlacrisi.org
Nei caldi giorni di metà Agosto pochi sono stati gli argomenti dibattuti
come se la pausa estiva condizionasse, anno dopo anno, l'agenda
politica imprigionandola, con l'aumento delle temperature, nel trattare
solo temi soft o di facile presa sull'opinione pubblica.
Di sicuro il referendum sulla riduzione dei parlamentari è uno dei
temi piu' dibattuti anche se il confronto, se tale vogliamo definirlo,
rimane prigioniero di stereotipi e supportato da argomenti ben poco
consistenti. Sono in pochi a spiegare le ragioni del referendum o meglio
lo si presenta in termini riduttivi e con argomenti fuovianti.
La Repubblica contraria alla riduzione dei parlamentari, favorevole
invece Il Fatto Quotidiano, i difensori della casta in antitesi a chi
vuole ridurre le spese della politica? Ma sono questi i veri argomenti
da trattare? Siamo in presenza della solita contrapposizione tra il
vecchio e il nuovo ma poi i nuovi protagonisti della politica sono
veramente nuovi? Ricordiamoci i fatidici due mandati parlamentari,
validi anche per i Sindaci, un leit motive del Mov 5 Stelle presto
tramontato per giustificare la ricandidatura dei suoi leaders.
Prendiamo ad esempio la strumentale polemica sul bonus richiesto e
riscosso da alcuni parlamentari e consiglieri regionali messi tutti
insieme in un unico calderone. La polemica sui bonus è stata costruita
ad arte per presentare una classe politica disinteressata alle sorti del
popolo e disposta ad accaparrarsi perfino i soldi del covid destinati a
partite iva e imprenditori in crisi. Ma anche sugli ammortizzatori
sociali sarebbe indispensabile un serio approfondimento per abbandonare
la logica dei soldi a fondo perduto a favore delle imprese.E la
immoralità nel percepire i buoni non è paragonabile alla vergogna di
riscuotere stipendi parlamentari senza mai presentarsi in aula?
Con il solito immancabile perbenismo non si dice che sarebbe
sufficiente ridurre lo stipendio di Parlamentari, Sindaci e Consiglieri
Regionali per abbattere i costi della politica, stabilire alcune
semplici regole come far lavorare il Parlamento un certo numero di
giornate all'anno facendo decadere dal loro incarico deputati e senatori
con troppe e ingiustificate assenze.
Regole basilari dettate dal buon senso ma invise ai nuovi moralisti
dell'antipolitica che si ergono a promotori di questo Referendum che. se
approvato, sancirà la riduzione di 230 deputati e 115 senatori
Il risparmio derivante dalla riduzione dei parlamentari non
raggiungerà le cifre annunciate dai Grillini che tuttavia si guardano
bene dal proporre una sostanziale riduzione degli stipendi e delle
indennità percepite dai Parlamentari.
Allora se non è risparmio la causa che muove il Referendum quali altri potrebbero esserne le ragioni?
Anni fa il programma della Loggia Massonica P2 mise nero su bianco
alcune proposte giudicate indispensabili per la rinascita del paese:
dalla riduzione dei parlamentari, a misure atte a circoscrivere il
potere contrattuale dei sindacati, la cancellazione delle Province,
l'abrogazione dell'articolo 18. A distanza di tanti anni il Programma di
Licio Gelli puo' dirsi quasi raggiunto, manca solo la riduzione del
numero dei parlamentari che imporrà a sua volta nuovi collegi
Parlamentari e una nuova legge Elettorale su basi maggioritarie. A
distanza di 40 anni dovrebbe far riflettere che il disegno eversivo
della P2 presenta numerosi punti in comune con i programmi del centro
sinistra a conferma che certi argomenti non sono patrimonio di destra o
di sinistra ma espressione dei potere forti e dominanti.E non a caso
questi argomenti hanno trovato ampio spazio una volta crollato il
sistema politico della prima Repubblica e l'affermarsi della logica
maggioritaria.
Se volessimo veramente ridurre le spese della politica non andremmo a
tagliare il numero dei parlamentari ma gli stipendi, i porta borse e
quel variegato sistema che ruota attorno agli Eletti. Il risparmio
derivante dal taglio degli eletti, conti alla mano, poi sarebbe
inferiore allo 0,007 della spesa pubblica complessiva, lo stesso
argomento per altro utilizzato nel caso dello smantellamento delle
Province dipinte come inutili e dispendiose quando assorbivano meno del
2% della spesa complessiva degli Enti pubblici.
L'argomento del risparmio viene cosi' utilizzato ad arte, con le
solite argomentazioni truffaldine per occultare ben altre ragioni.
L'obiettivo non è la riduzione del numero dei parlamentari ma la
riforma elettorale e un sistema elettivo e della rappresentatività che
ci farà tornare indietro all'Italia post unitaria, quando erano eletti
soli i ricchi espressione di poteri economici forti. Aumentando il
numero dei voti necessari per la elezione di un deputato e senatore si
perderà il rapporto dell'eletto con il suo territorio, starà meno tempo
di prima in Parlamento dove dovrebbe presenziare per discutere nelle
commissioni e presentare testi di legge, cose che ben pochi parlamentari
fanno mentre un numero cospicuo degli stessi ha accumulato un gran
numero di assenze (chi sono i veri fannulloni?)
Qualora poi dovesse passare il Si al referendum potrebbero portare a
casa un riforma elettorale con lo sbarramento del 5% dei voti, al di
sotto di questa soglia nessun partito avrebbe aggiudicata una sua
rappresentanza in Parlamento. E in questo modo milioni di cittadini
sarebbero esclusi da ogni forma di rappresentanza politica spingendoci
verso sistemi blindati con la presenza di pochi partiti a spartirsi
anche i voti degli altri: gli esclusi dal Parlamento.
Il Referendum per ridurre il numero dei parlamentari è allora un
inganno costruito ad arte, non attacca i privilegi della casta ma li va a
rafforzare, si prefigge l'obiettivo di restringere gli spazi di
democrazia e di rappresentanza, aumenta il potere degli Eletti e fa da
apripista per una riforma del sistema elettorale che cancellerebbe la
rappresentanza di milioni di cittadini.
Non facciamoci ingannare dalla facile retorica degli anti casta, non
ci sono solo i grandi e acclarati bugiardi, le le menzogne albergano
anche dove meno ce lo aspettiamo, basta solo non arrendersi agli slogans
e documentarci un po' . Come nel caso del referendum costituzionale,
ragioniamo con la nostra testa e votiamo No
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