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Il potere d'acquisto digitale, creato dalle banche (1), è
denaro la cui creazione di per sé rappresenta un'azione fiscale nei
confronti del resto della società. Quest'azione fiscale è mascherata da
alcune manomissioni contabili che, all'atto dell'emissione, mascherano
l'appropriazione di capitale da parte dell'emittente, "pareggiandola"
con false passitità nello Stato patrimoniale. L'indagine dei flussi
di cassa rivela che la creazione di denaro non viene registrata come
afflusso di cassa nella contabilità della banca, contrariamente a quanto prescritto in generale dalle normtive GAAP (2)
e IFRS-IAS per il rendiconto finanziario. Nella pratica la banca
considera un deflusso di cassa quando sposta il denaro sul sottoconto
del cliente, senza però registrarne la creazione ovvero l'appropriazione
del "deposito" ex art. 1834 codice civile.
I flussi negativi dal nulla...
In sostanza, la banca simula di fare "credito a sé stessa" (flussi
negativi di cassa) senza una controparte reale altra o un sottostante
capitale preesistente. Infatti, quando è un'impresa non-bancaria a
registrare flussi negativi, si da per scontato l'indebitamento con altra
controparte banca e che vi sia un sottostante da essa banca
precedentemente posseduto.
Il discostamento dai principi contabili, che inficia la corretta tenuta del conto di cassa, dà origine ad una serie di paradossi, riassumibili nella classica domanda "come fa una banca che crea denaro ad essere a corto di soldi?". Più platealmente, non è possibile desumere la situazione di maggiore o minore solvibilità di una banca (cioè se sta bene o se sta per essere messa in liquidazione dalla sua banca centrale...) semplicemente analizzandone il rendiconto finanziario, come si farebbe per qualsiasi altra azienda. L'inutilità della tenuta di libri contabili dove non viene rappresentata l'attività reale dell'azienda è dimostrata dal fatto che le stesse banche centrali evitano addirittura di pubblicare il rendiconto finanziario perché ritenuto "inutile". Le
banche centrali, quindi, decidono dello stato di salute e del destino
delle singole banche commerciali esercitando una totale discrezionalità,
travestita da saggezza occulta, avulsa da ogni logica contabile.
La banca è la banca, e tu non sei un...
Alcuni autori arrivano a dire che "per le banche dovrebbero esistere
regole contabili apposta", differenziate rispetto al resto degli agenti
economici. Come a dire che... le leggi non sarebbero uguali per tutti. (3)
Quello che stupisce, ma poi non tanto alla luce degli immensi scandali recenti, è la compiacenza delle società di revisione contabile che si ostinano a certificare bilanci bancari che andrebbero rigettati per mancanza di adesione alle regole fondamentali della tenuta dei libri contabili. Vedasi codice civile, art, 2214 e ss.
LA DISTOPIA COME BASE DELL'INDOTTRINAMENTO: L'IGNORANZA PROGRAMMATA DEGLI ESPERTI
Il divario tra quello che le banche fanno, creazione di denaro con creazione di depositi, e quello che dichiarano contabilmente, "intermediazione di provviste raccolte dal pubblico", è a sua volta rispecchiato nell'insegnamento accademico universitario.
si insegna l'attività bancaria in modo completamente avulso dalla
realtà empirica quotidiana, come semplice "attività d'intermediazione".
La formazione economica universitaria, che viaggia su ipotesi fantasiose
mai confrontate con la realtà empirica - come potrebbe invece fare un
Tribunale con l'accertamento giudiziario e la disamina dei libri
contabili - porta alla continua immissione sul mercato di laureati nelle
varie discipline che, avendo sostenuto esami di economia fantastica,
non possono svelare o tantomeno capire le dinamiche conseguenti
all'attuale creazione del denaro bancario. La realtà è diventata un vero tabù, dove
la correttezza dell'attività bancaria è data per corretta come dogma
incontestabile. Lo scrivente è stato condannato per temerarietà - ora in
appello - solo per aver sollevato, il velo su questi tabù, in alcune
cause recenti.
GLI INTERESSI COME PARAVENTO DEL PROFITTO
La mancata revisione contabile forense dei bilanci bancari porta
a far credere al pubblico che le banche siano costantemente in crisi
perché il pubblico non ha abbastanza denaro per coprire i buchi che
vengono creati ad arte, come abbiamo visto. La banca - secondo lei -
quando crea dal nulla e presta cento, deve avere indietro l'intera
cifra, altrimenti rimarrebbe "in perdita". Se il cartello bancario
riceve indietro solo 60, ad esempio, si parla allora di sofferenze del
40% quando si dovrebbe parlare di utili del 60%... senza contare gli
interessi.
A questo proposito occorre menzionare che l'attività bancara
utilizza lo strumento degli interessi solo per palesare un utile
plausibile dalla sua attività che esulerebbe da quello della semplice creazione del capitale EX NIHILO - che non è contabilizzata.
La narrazione della crisi è capovolta
Le banche quindi, nella loro narrazione, non presterebbero denaro a causa delle crisi finanziarie, mentre la freccia della causalità è perfettamente rovesciata. Proprio a causa della richiesta di interessi sui prestiti, l'economia si ferma quando è la banca a smettere di creare denaro,
facoltà completamente arbitraria anche se questo è nascosto da astruse
pseudoregolamentazioni inventate continuamente dalla Banca dei
Regolamenti Internazionali di Basilea per confondere il pubblico. La BRI si fa forte della totale immunità legale accordata a suo tempo dalla convenzione con la Confederazione Elvetica (4).
Il Magistero del Credito - inaudito - come causa delle crisi
Tutte le crisi degli ultimi secoli possono facilmente essere ricondotte all'arbitrarietà delle politiche bancarie sulla creazione di nuovo denaro - la grande tassa invisibile del cartello bancario che ha portato oggi il rapporto tra denaro circolante (inclusi i depositi) e debito aggregato, a 1 a 6.
Attenzione ai vecchietti per le allodole...
Il vantaggio di assumere un modello realistico permetterà di
risolvere problemi che non sono complessi di per sé, ma che vengono
rappresentati come tali per allontanare i "non addetti al mestiere". La stessa VIGILANZA delle banche centrali evita scrupolosamente l'indagine contabile del rendiconto finanziario. Da parte loro, gli ordini dei commercialisti e i loro organi fanno orecchie da mercante. I notai,
quando nei contratti di mutuo si scambiano i pagamenti, si allontanano
per qualche minuto dalla stanza della riunione per poi ricomparire, a
giochi fatti...
Il Mega riciclaggio comincia col debito pubblico...
La stessa cosa, a livello macro, succede nei ministeri del Tesoro,
dove l'emissione dei "titoli del debito pubblico" nasconde la cessione della sovranità monetaria a banchieri privati aiutandoli,
per soprammercato, a riciclare i nuovi depositi da essi creati
clandestinamente. Questo costa alla RES PUBLICA, e all'erario, migliaia e migliaia di miliardi di euro tra interessi e capitale.
Circolare, circolare, non c'è niente da vedere.
Note:
1 - Per esempio, "digital purchasing power, created by banks" in:
Bank of England, Staff Working Paper No. 884, "How does international
capital flow?", Michael Kumhof, Phurichai Rungcharoenkitkul e Andrej
Sokol, agosto 2020, pag.2, qui: https://www.bankofengland.co.uk/-/media/boe/files/working-paper/2020/how-does-international-capital-flow.pdf
2 - Le US-GAAP (US Generally Accepted Accounting Principles, ovvero:
Principi contabili generalmente accettati degli Stati Uniti) sono
abbastanza precise in merito: "Coerentemente con l'uso comune, il
contante comprende non solo la valuta a disposizione, ma anche i
depositi a vista presso banche o altri istituti finanziari. Il contante comprende anche altri tipi di conti che hanno le caratteristiche generali dei depositi a vista
in quanto il cliente può depositare fondi aggiuntivi in qualsiasi
momento e può anche effettivamente ritirare fondi in qualsiasi momento
senza preavviso o penalità. Tutte le spese e gli accrediti su tali
conti sono entrate o pagamenti in contanti sia all'entità proprietaria
del conto che alla banca che lo detiene. Per esempio, la
concessione di un prestito da parte di una banca accreditando il
ricavato sul conto di deposito a vista di un cliente è un pagamento in
contanti da parte della banca e una ricevuta in contanti del cliente al
momento dell'iscrizione." (US-GAAP ASC 942-230-20 Glossary - Cash )
3 - Nell'occasional paper della BCE n. 169 del 5 aprile 2016
( https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/scpops/ecbop169.en.pdf ) , intitolato “Profit distribution and loss coverage rule for central banks”, si legge:
a pagina 20:
“No single accounting framework is consistently applied by the
majority of central banks. However, there are four main frameworks or
types: the Eurosystem framework, International Financial Reporting
Standards (IFRS), local (national) Generally Accepted Accounting
Principles (GAAP) and central bank specific (own) rules. A central bank
can also apply “IFRS with exceptions” (17), or national GAAP with exceptions.”
Ovvero: "La maggior parte delle banche centrali non applica in modo coerente un unico quadro contabile. Tuttavia,
vi sono quattro quadri o tipi principali: il quadro di riferimento
dell'Eurosistema, gli International Financial Reporting Standards
(IFRS), i Generally Accepted Accounting Principles (GAAP) locali
(nazionali) e le regole specifiche (proprie) delle banche centrali. Una banca centrale può anche applicare gli "IFRS con eccezioni" (17), o i GAAP nazionali con eccezioni."
e, nella nota 17 della stessa pagina:
“Strictly speaking, since IFRS does not allow for exceptions or for
industry-specific rules, such an arrangement is not IFRS-conformant.”
Ovvero: "In senso stretto, poiché gli IFRS non consentono eccezioni o
regole specifiche di un settore, tale arrangiamento non è conforme agli
IFRS." (e quindi anche non-conforme alle GAAP.)
http://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/scpops/ecbop169.en.pdf
E ancora. "In deroga alle Swiss GAAP FER, non è stato redatto un rendiconto finanziario". - Banca Nazionale Svizzera, pagina 158 del rapporto annuale 2016.
4 - Vedi: Protocollo sulle immunità della Banca dei regolamenti internazionali https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/19360043/index.html).
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