Oggi facciamo tamponi a categorie diverse di persone e la situazione negli ospedali è straordinariamente cambiata, tra le altre cose
Negli ultimi tre mesi, infatti, sono cambiate moltissime cose: le categorie di persone sottoposte al tampone, l’età mediana dei nuovi contagiati, la capacità delle autorità sanitarie locali di svolgere attività di contact tracing (tracciamento dei contatti dei positivi), tra le altre. È cambiata in maniera sostanziale anche la situazione negli ospedali delle regioni più colpite: un dato estremamente importante da considerare, visto che il lockdown era stato introdotto con l’obiettivo principale di evitare il collasso del sistema sanitario e le sue conseguenze.
I numeri del 14 maggio e quelli del 21 agosto sul contagio da coronavirus sono simili solo per quanto riguarda i nuovi contagiati. Il 14 maggio le morti legate al coronavirus erano state 262, il 21 agosto 9; le persone ricoverate in terapia intensiva erano 855, oggi 69; i ricoverati in altri reparti erano 11.453, oggi 919; quelli in isolamento domiciliare erano più di 64mila, oggi sono 15.690. La differenza tra questi numeri è straordinaria e implica soprattutto che oggi la pressione sugli ospedali sia significativamente inferiore rispetto a quella di metà maggio, dove comunque la tendenza di nuovi contagi e nuovi ricoveri era in sensibile calo.
Per quello che ne sappiamo, la discrepanza di questi numeri non si deve al fatto che il virus sia “mutato”, come alcuni hanno suggerito in queste settimane (per ora ci sono solo ipotesi sul fatto che il virus possa essere “mutato”).
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