sabato 22 agosto 2020

Perché bisogna fare attenzione a paragonare i contagi di oggi a quelli di maggio

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Oggi facciamo tamponi a categorie diverse di persone e la situazione negli ospedali è straordinariamente cambiata, tra le altre cose

(ANSA/CESARE ABBATE)
Il ministero della Salute ha comunicato venerdì che i nuovi contagiati da coronavirus accertati nelle precedenti 24 ore erano stati 947, con un aumento significativo rispetto al dato del giorno precedente. È il dato quotidiano più alto da giovedì 14 maggio (992 nuovi contagi), quando in Italia si stavano per riaprire negozi, bar, ristoranti e uffici pubblici dopo il lockdown e dopo i primi allentamenti delle restrizioni introdotti a inizio maggio. Il confronto tra i dati di oggi e quelli di metà maggio, tuttavia, racconta solo una minima parte dell’evoluzione del virus in Italia: bisogna fare attenzione a questo tipo di paragoni, perché si rischia di non capire cosa stia succedendo oggi.
Negli ultimi tre mesi, infatti, sono cambiate moltissime cose: le categorie di persone sottoposte al tampone, l’età mediana dei nuovi contagiati, la capacità delle autorità sanitarie locali di svolgere attività di contact tracing (tracciamento dei contatti dei positivi), tra le altre. È cambiata in maniera sostanziale anche la situazione negli ospedali delle regioni più colpite: un dato estremamente importante da considerare, visto che il lockdown era stato introdotto con l’obiettivo principale di evitare il collasso del sistema sanitario e le sue conseguenze.
Partiamo dai numeri.

I numeri del 14 maggio e quelli del 21 agosto sul contagio da coronavirus sono simili solo per quanto riguarda i nuovi contagiati. Il 14 maggio le morti legate al coronavirus erano state 262, il 21 agosto 9; le persone ricoverate in terapia intensiva erano 855, oggi 69; i ricoverati in altri reparti erano 11.453, oggi 919; quelli in isolamento domiciliare erano più di 64mila, oggi sono 15.690. La differenza tra questi numeri è straordinaria e implica soprattutto che oggi la pressione sugli ospedali sia significativamente inferiore rispetto a quella di metà maggio, dove comunque la tendenza di nuovi contagi e nuovi ricoveri era in sensibile calo.
Per quello che ne sappiamo, la discrepanza di questi numeri non si deve al fatto che il virus sia “mutato”, come alcuni hanno suggerito in queste settimane (per ora ci sono solo ipotesi sul fatto che il virus possa essere “mutato”).

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