“Non preoccupatevi, stiamo organizzando gli squadroni della morte per portare tutto alla normalità”. “Ma quali squadroni della morte, cosa intende?”, chiede qualcuno, stupito. E arriva pronta la spiegazione. Nero su bianco: “Quattro taniche di benzina e si accende il forno crematorio, così non rompono più“. È la soluzione – se così si può dire – avanzata dal responsabile della Protezione civile di Grado, Giuliano Felluga. Che, spiega in una nota diffusa nel pomeriggio il dipartimento della Protezione civile, sarà “immediatamente sospeso”.
Il caso di cui si sta discutendo, su Facebook, è quello relativo alla rivolta dei 400 migranti in quarantena nell’ex caserma Cavarzerani di Udine, che negli anni scorsi fungeva da centro di accoglienza. Ieri, gli ospiti hanno incendiato i materassi e lanciato sassi in segno di protesta per le condizioni di affollamento in cui si ritrovano. Così, in serata, Felluga ha proposto la propria “idea” per risolvere la questione. Peccato che i suoi commenti comparsi sotto il post di una ex assessora provinciale, Ilaria Cecot, non siano passati inosservati, soprattutto per il ruolo che ricopre (è anche dipendente comunale).
Poche ore fa, dopo essere stato travolto dalle polemiche, ha chiesto scusa, sempre su Facebook: “Chi mi conosce sa che non penso quelle cose, è stato uno sfogo“. In molti (compresa la Cgil regionale) hanno chiesto le dimissioni di Felluga. Lui, sui social, ha scritto “sarà fatto”. Nel pomeriggio la comunicazione ufficiale, con la notizia della sospensione di Felluga: “Il dipartimento nazionale, la Protezione civile del Friuli-Venezia Giulia e il Comune di Grado stigmatizzano le sue parole. La Protezione civile è una funzione a cui concorrono tutte le amministrazioni, dal piccolo Comune fino alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e tutte si riconoscono nella missione di tutelare la vita”.
Ecco perché, conclude il dipartimento, “le parole usate in quei post sono quanto di più lontano possa esistere dallo spirito dei nostri volontari e da quello dell’intero servizio Nazionale”. Intanto nell’ex caserma vanno avanti le tensioni nate dopo la decisione del sindaco Pietro Fontanini di prolungare la zona rossa fino a metà agosto: stamattina è stata data alle fiamme la zona dei dormitori e sul posto sono arrivati vigili del fuoco e forze dell’ordine.L'articolo Migranti a Udine, “squadroni della morte” e “forni crematori così non rompono più”: le parole del responsabile della Protezione civile proviene da Il Fatto Quotidiano.
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