Nato nel settembre del 2019 con l’intento di azzerare, mediante Linux, il così detto digital divide mediante il riciclo di computer inutilizzati, il gruppo si è trovato a dover fronteggiare una sfida molto più impegnativa: il virus COVID-19.
Quando infatti il lockdown ha imposto anche in America la chiusura delle scuole e la gestione di tutte le lezioni in forma remota, sebbene la maggioranza degli studenti fosse in possesso di un computer, si è presentato lo stesso problema avuto anche qui in Italia. Per quanto l’America sia l’America,anche lì non è così scontato che tutti gli studenti abbiano un computer a casa o che, nel caso di famiglie numerose, ci siano abbastanza computer per tutti.
Ed è a questo punto che è entrato in gioco il gruppo dei Penguin Corps:
Prior to the shutdown, the Penguin Corps gave away six computers. Between March 16 and the first week of May, we gave away 60 computers. This effectively closed our school’s digital divide.Se vi state domandando quanto sia costato il tutto, la risposta è: circa 900 dollari, con una media di 12.33 dollari a computer. Senza parlare dell’aiuto dato anche alle altre persone al di fuori dell’ambito scolastico.
Prima dello shutdown i Penguin Corps avevano consegnato sei computer. Tra il 16 marzo e la prima settimana di maggio siamo riusciti a consegnare sessanta computer. Questo ha efficacemente chiuso il digital divide nella nostra scuola.
Ora, immaginatevi cosa potrebbe succedere se un preside italiano affermasse quanto ha detto Melanie Jiskra, preside della Aspen Academy:
It was through this group of change agents that all Aspen Academy families had enough devices to continue their education through distance learning. Without the generosity of the people and companies who donated the laptops, the hard work and commitment of Mr. Keroff, and the talent, drive, and passion of the students to serve others, Aspen Academy would not have as successfully bridged the digital divide during this pandemic.Certo, ci vogliono piattaforme di apprendimento compatibili, ci vuole una linea internet per tutti (cosa che, nella nostra preistorica Italia non è così scontata), ci vuole tanta buona volontà.
È stato attraverso questo gruppo di agenti di cambiamento che tutte le famiglie della Aspen Academy hanno avuto abbastanza dispositivi per continuare la loro educazione attraverso l’apprendimento a distanza. Senza la generosità delle persone e delle aziende che hanno donato i computer portatili, il duro lavoro e l’impegno del signor Keroff, e il talento, la spinta e la passione degli studenti per servire gli altri, Aspen Academy non sarebbe riuscita a colmare il divario digitale durante questa pandemia.
Intanto questa storia è lì per dimostrare che, per quanto difficile, non è impossibile.
Speriamo la leggano in tanti.
Nessun commento:
Posta un commento