domenica 23 agosto 2020

Coronavirus, la città simbolo della ferocia del Covid a zero contagi. A Bergamo e provincia non succedeva da febbraio

Il Fatto Quotidiano

Città simbolo della ferocia di Covid – con le bare dei morti portate via dall’esercito e gli ospedali al collasso – Bergamo, unica città che non ballava e non cantava durante il lockdown, tira un sospiro di sollievo. Oggi in città e provincia non sono stati nuovi casi di positività al coronavirus. Non accadeva dalla fine di febbraio, da quando la pandemia ha iniziato a mettere in ginocchio la Bergamasca, che è presto diventata una delle province più colpite nel mondo dal virus.
Proprio a Bergamo tra metà marzo e metà aprile si erano poi registrati i picchi di contagiati anche di svariate centinaia ogni giorno con centinaia di vittime, tra l’altro poi risultate essere anche più di quelle ufficiali. Il picco massimo si era registrato il 23 marzo con 715 nuovi casi e 251 vittime. Da alcune settimane i casi erano limitati, al massimo di qualche decina. Ma non si era mai registrato il numero zero. Anche se non possono sembrare lontani i giorni in cui dall’ospedale Papa Giovanni s lanciava l’allarme sulle terapie intensive e sulla gravità dei pazienti che riuscivano ad arrivare al ricovero. Nei giorni più duri il personale del 118 era subissato di richieste ed era complicatissimo gestire un’emergenza che sembrava infinita. L’attenzione nella provincia resta comunque alta, soprattutto nei confronti di chi arriva dall’estero, con l’effettuazione di test alla fiera di Bergamo per chi arriva in volo dall’aeroporto di Orio al serio.

Un centinaio di persone atterrate da Spagna, Grecia, Croazia e Malta sono state sottoposte al test. Circa la metà di loro si è presentata però senza prenotazione: in molti sostengono di aver avuto difficoltà a contattare la linea telefonica dedicata al servizio e hanno deciso di presentarsi lo stesso nelle postazioni predisposte in via Lunga.
Nonostante il forte afflusso di persone, non si sono però verificate code e il personale ha effettuato in media un tampone ogni tre minuti. I test vengono effettuati in modalità drive through e sono prenotabili telefonicamente. Lo spazio fieristico di Bergamo, che nel clou dell’epidemia aveva ospitato un’ala dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, è stato dedicato a chi necessita di sottoporsi al tampone, con un’attenzione particolare ai residenti fuori provincia e agli stranieri che atterrano al vicino scalo di Orio al Serio. Per i cittadini bergamaschi rimangono invece a disposizione per i test le aziende socio sanitarie Papa Giovanni XXIII, Bergamo Est, Bergamo Ovest e Humanitas Gavazzeni (nei presidi di Bergamo, Trezzo sull’Adda, Almè.
Intanto sono tutti negativi i tamponi effettuati sui 23 “contatti stretti” individuati dal Dipartimento di igiene e prevenzione sanitaria di Ats Bergamo tra parenti e amici del diciassettenne di Albano Sant’Alessandro ricoverato da martedì perché positivo al Covid-19. “La collaborazione della famiglia ci ha permesso di individuare in tempi rapidi i contatti stretti del ragazzo – spiegava ieri Lucia Antonioli, direttore del Dipartimento -: tutti sono stati sottoposti a tampone rinofaringeo e nella giornata di oggi (venerdì) sono pervenuti i risultati, tutti negativi”. Migliorano nel frattempo le condizioni del giovane ricoverato al Policlinico di Milano.

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