lunedì 3 agosto 2020

Castiglione della Pescaia. Aggressione razzista in spiaggia

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Mamady Dabakh Mankara, 25 anni, cittadino senegalese, da 4 anni in Italia, lavora presso la Fondazione Il Sole di Grosseto per l’aiuto a ragazzi disabili. Domenica 2 agosto, si trova in spiaggia a Castiglione della Pescaia per qualche ora di relax. Mentre è alla ricerca di un po’ di ombra, avvista un gazebo comunale dove potersi fermare, ma viene improvvisamente colpito al volto da un uomo sui 40 anni, un cittadino italiano, che con il figlio di 8 anni e il resto della famiglia, si trovava all’ombra dello stesso gazebo. L’aggressione scatta nel momento in cui Mamady tenta di stendere il suo telo da mare sulla sabbia: “Qui non ci puoi stare, vai via. Negri di m… qui non ci dovete stare…”, gli urla tirandogli un pugno in faccia.
Il giovane senegalese cerca di reagire ed intervengono altri bagnanti che cercano di sedare la lite, separandoli. Mentre Mamady tenta di allontanarsi, per mettersi al sicuro e farsi medicare, sopraggiunge un secondo uomo che lo colpisce nuovamente con un pugno al volto. La moglie del primo aggressore urla a Mamady insulti razzisti: “Voi negri venite a violentare le nostre bambine, le nostre donne. Andatevene”, avrebbe detto la donna. Mamady racconta di essere stato raggiunto da un altro paio di ragazzi senegalesi presenti sulla spiaggia al momento dell’aggressione. Mentre loro chiedono spiegazioni sulla “gratuità” dell’aggressione, l’uomo continua a urlare: “Avete rotto il c…o. Lui qui non ci può stare. E’ casa nostra”.

Mamady crolla sulla sabbia ma, nel frattempo, fortunatamente, vengono chiamati i carabinieri. Secondo il racconto di alcuni testimoni, il figlio dell’aggressore, un bambino di circa 8 anni, avrebbe chiesto al padre di calmarsi, facendogli notare che c’è posto per tutti sulla spiaggia e che anche quel ragazzo ne aveva diritto.
Dopo l’intervento delle forze dell’ordine, il papà di quel bambino si sarebbe avvicinato alla giovane vittima per dirgli: “Dai facciamo pace, ti porto a pranzo”. Mamady gli risponde abbastanza seccato: “Io un lavoro ce l’ho e sto benissimo. Se pensi che sia venuto qui per qualcosa ti sbagli di grosso”.
Mamady si reca al pronto soccorso di Grosseto, dove viene visitato, medicato e dimesso con una prognosi di 7 giorni per le ecchimosi sotto un occhio e un labbro tumefatto. Ora, malgrado il maldestro tentativo del suo aggressore di “scusarsi”, Mamady è deciso a sporgere denuncia ed andare avanti. “Fanno male le botte, ma ancora di più hanno fatto male gli insulti”, sono state le sue prime dichiarazioni a caldo, rilasciate al quotidiano Il Tirreno. L’episodio, secondo la versione del giovane, fortunatamente, trova conferme e sostegno in numerosi testimoni. Nessun commento per ora da parte del sindaco Giancarlo Farnetani.
Se solo quell’uomo avesse ascoltato il buonsenso e la spontaneità di suo figlio, tutto ciò non sarebbe accaduto.

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