(A.Dar. – la Verità) – «L’
esclusiva dei servizi online per noi è una grande sfida». Bisogna
ritornare indietro di otto anni e ripescare le parole dell’ ex
presidente dell’ Inps Antonio Mastrapasqua (era l’ aprile del 2012) per
cercare di capire quali sono stati gli investimenti economici su una
delle piattaforme digitali più importanti in Italia, quella che gestisce
il nostro sistema pensionistici. Fu infatti Mastrapasqua a velocizzare
la digitalizzazione della previdenza sociale italiana. Dopo di lui hanno
continuato l’ operazione i successori Tiziano Treu e Tito Boeri. È
stato proprio quest’ ultimo a lanciare nel 2017 il nuovo portale, che ha
comportato un aumento degli investimenti economici, collassato
mercoledì.
Il giorno della presentazione Boeri disse: «La
filosofia di questo nuovo portale è di porre l’ utente al centro».
Qualcosa deve essere andato storto. Fu però Mastrapasqua a decidere di
esternalizzare la gestione del sito dell’ Inps, confermando un trend
ormai di moda nella pubblica amministrazione italiana. Fino a 15 anni
fa, infatti, ogni amministrazione aveva pool di ingegneri e informatici
che sviluppava in casa le proprie soluzioni. La gestione andava meglio.
Perché ogni team di sviluppo vedeva il proprio prodotto come un punto di
orgoglio ed era disposto a lavorarci anche di notte per evitare
attacchi informatici o malfunzionamenti. Da qualche anno invece è tutto
esternalizzato, si sovrappongono esperienze e tecnologie in base a chi
vince il bando mentre pool di sviluppo interno non esistono più o sono
marginali.
Nel dicembre del 2011 furono affidati lotti per più
di 200 milioni di euro a diverse aziende che si sono occupate in questi
anni della piattaforma. Tra queste si registrano Rti engineering spa,
Ibm, Rti selex, Deloitte e molte altre che insieme hanno avuto il
compito di potenziare i rapporti online tra l’ ente previdenziale e i
cittadini italiani.
Dal 2011 a oggi si calcolano appalti per almeno 450
milioni di euro, a cui ne vanno aggiunti altri 100, evidenziati nel
rendiconto generale del 2018 dell’ Inps. Spulciando il documento si
viene a scoprire che a cavallo tra le presidenze Boeri e Tridico sono
aumentate le spese per l’ infrastruttura digitale. È scritto nero su
bianco a pagina 484. Alla voce «spese per i servizi di trasmissione dati
forniti dal sistema pubblico di connettività» si legge che la spesa è
stata di 51 milioni di euro, in aumento del 37,4% rispetto al 2017,
quando era di 37 milioni. E questo è stato fatto per l’ attivazione di
un bando Consip relativo alla gestione dei portali e dei servizi online.
Infatti, a decorrere dal 2017, sotto la presidenza
Boeri, è stato attivato «il nuovo portale istituzionale, finalizzato a
rendere detto strumento più moderno e semplice, nonché a incrementare la
presenza e l’ offerta digitale dell’ ente, coinvolgendo direttamente l’
utente». Non solo. A questo si aggiungono altri 43 milioni di euro per
«l’ acquisto di servizi professionali specialistici a supporto dei
sistemi informativi», con un incremento del 63,4% rispetto al 2017,
quando erano 26 milioni.
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