venerdì 3 aprile 2020

Spese e mantenimento: il sito che ha fatto flop ci costa mezzo miliardo

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(A.Dar. – la Verità) – «L’ esclusiva dei servizi online per noi è una grande sfida». Bisogna ritornare indietro di otto anni e ripescare le parole dell’ ex presidente dell’ Inps Antonio Mastrapasqua (era l’ aprile del 2012) per cercare di capire quali sono stati gli investimenti economici su una delle piattaforme digitali più importanti in Italia, quella che gestisce il nostro sistema pensionistici. Fu infatti Mastrapasqua a velocizzare la digitalizzazione della previdenza sociale italiana. Dopo di lui hanno continuato l’ operazione i successori Tiziano Treu e Tito Boeri. È stato proprio quest’ ultimo a lanciare nel 2017 il nuovo portale, che ha comportato un aumento degli investimenti economici, collassato mercoledì.
Il giorno della presentazione Boeri disse: «La filosofia di questo nuovo portale è di porre l’ utente al centro». Qualcosa deve essere andato storto. Fu però Mastrapasqua a decidere di esternalizzare la gestione del sito dell’ Inps, confermando un trend ormai di moda nella pubblica amministrazione italiana. Fino a 15 anni fa, infatti, ogni amministrazione aveva pool di ingegneri e informatici che sviluppava in casa le proprie soluzioni. La gestione andava meglio. Perché ogni team di sviluppo vedeva il proprio prodotto come un punto di orgoglio ed era disposto a lavorarci anche di notte per evitare attacchi informatici o malfunzionamenti. Da qualche anno invece è tutto esternalizzato, si sovrappongono esperienze e tecnologie in base a chi vince il bando mentre pool di sviluppo interno non esistono più o sono marginali.

TITO BOERI
Nel dicembre del 2011 furono affidati lotti per più di 200 milioni di euro a diverse aziende che si sono occupate in questi anni della piattaforma. Tra queste si registrano Rti engineering spa, Ibm, Rti selex, Deloitte e molte altre che insieme hanno avuto il compito di potenziare i rapporti online tra l’ ente previdenziale e i cittadini italiani.

Dal 2011 a oggi si calcolano appalti per almeno 450 milioni di euro, a cui ne vanno aggiunti altri 100, evidenziati nel rendiconto generale del 2018 dell’ Inps. Spulciando il documento si viene a scoprire che a cavallo tra le presidenze Boeri e Tridico sono aumentate le spese per l’ infrastruttura digitale. È scritto nero su bianco a pagina 484. Alla voce «spese per i servizi di trasmissione dati forniti dal sistema pubblico di connettività» si legge che la spesa è stata di 51 milioni di euro, in aumento del 37,4% rispetto al 2017, quando era di 37 milioni. E questo è stato fatto per l’ attivazione di un bando Consip relativo alla gestione dei portali e dei servizi online.
Infatti, a decorrere dal 2017, sotto la presidenza Boeri, è stato attivato «il nuovo portale istituzionale, finalizzato a rendere detto strumento più moderno e semplice, nonché a incrementare la presenza e l’ offerta digitale dell’ ente, coinvolgendo direttamente l’ utente». Non solo. A questo si aggiungono altri 43 milioni di euro per «l’ acquisto di servizi professionali specialistici a supporto dei sistemi informativi», con un incremento del 63,4% rispetto al 2017, quando erano 26 milioni.

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