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Anche in piena pandemia la rete di Potere al Popolo e i suoi tanti
attivisti si stanno organizzando per non lasciare indietro nessuno.
Le pratiche sociali messe in campo sono di varia natura dalla
distribuzione di pacchi alimentari e farmaci, a momenti di ascolto che
diventano un vero e proprio termometro della crisi sociale che sta
colpendo chi già prima del Covid 19 viveva una situazione precaria.
Lentamente viene allo scoperto il volto della povertà della
Provincia: lavoratori a nero che non percepiranno alcuno stipendio,
tutti coloro che sono stati licenziati, chi aveva un contratto a
progetto o a tempo determinato, nuclei familiari per cui è diventato
difficilissimo sopravvivere e che ormai sono sul lastrico.
Potere al popolo ha protocollato in tutti i Comuni della provincia di
Salerno un’istanza per chiedere trasparenza nella gestione dei fondi
stanziati, a valere sul Fondo di Solidarietà Comunale, attraverso
l’ultimo DPCM del 28 Marzo 2020, convertibili in buoni pasto per le
famiglie che versano in condizioni di povertà.
“Chiediamo che sul sito istituzionale dell’Ente
(art.26/D.lgs.33/2013) siano pubblicati quali sono i criteri di
formazione della platea dei beneficiari (art.12/ L.241/1990) e che sia
comunicato quotidianamente lo stato di erogazione dei buoni pasto, con
indicazione del numero di cittadini beneficiari, sino al totale
esaurimento del fondo messo a disposizione – dichiara Massimiliano
Tresca Responsabile Enti Locali di Potere al Popolo – Inoltre riteniamo
che lo status di Esercizio Commerciale Convenzionato per l’acquisto dei
buoni spesa debba essere esteso a tutti gli esercizi commerciali con
categoria Ateco inerente nonostante la deroga al D.lgs.50/2016”.
Abbiamo già denunciato l’insufficienza di questa misura adottata dal
Governo. “Il lavoro di consegna di spesa e farmaci a domicilio che
stiamo svolgendo attraverso le nostre Case del Popolo – racconta Erminia
Maiorino coordinatrice nazionale di Potere al Popolo – ci sta
permettendo di rilevare giorno per giorno i casi di povertà estrema. Già
ora molte persone non riescono ad acquistare beni di prima
necessità. Per questo motivo crediamo sia fondamentale fare in modo che
questi fondi e i relativi buoni pasto siano distribuiti coprendo le
esigenze dell’intera popolazione che ne ha bisogno, senza alcuna
approssimazione o superficialità da parte delle istituzioni preposte”.
Continueremo a chiedere al Governo l’estensione del Reddito di
Cittadinanza a tutte e tutti, una patrimoniale, una moratoria sulle
utenze, una rimodulazione degli scaglioni Irpef, esentando i redditi
fino a 15.000 euro lordi e aumentando le ultime due aliquote per i più
benestanti.
Ma intanto quali pratiche per gestire l’emergenza delle persone e dei
fondi? Questo DPCM si mostra per quello che è, un tentativo di sedare
la rabbia sociale che in questi giorni comincia a montare. Quello di cui
abbiamo bisogno è fin troppo chiaro: redistribuzione della ricchezza di
grandi patrimoni privati.
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