sabato 11 aprile 2020

Nulla di nuovo sotto il sole

https://infosannio.wordpress.com

(Dott. Paolo Caruso) – Europa solidale, un pio desiderio, una richiesta legittima, rimbalzata in questi giorni da uno stato all’altro, da un popolo ad un altro del vecchio continente; appena un sussurro smorzato sul nascere sulle labbra di ognuno di noi. L’Europa dei vincoli e dell’austerità sotto l’egida della rapace “aquila” germanica, in piena emergenza sanitaria ed economica, continua a essere sorda alle aspettative della gente, ai bisogni dei popoli, perpetuando i suoi veri interessi economico finanziari a favore dei Paesi più ricchi condizionati da banche e lobby. Bruxelles ancora una volta ha mancato l’appuntamento con la storia, perdendo l’ennesima occasione per interpretare al meglio l’istituzione comunitaria, come prospettata dagli statisti più illuminati del novecento. Infatti la sessione dei ministri economici U.E. si è chiusa dopo un primo rinvio  con un accordo al ribasso, facendo emergere le numerose contraddizioni legate agli egoismi geopolitici indirizzati essenzialmente al profitto e ai rigidi canoni economico finanziari. La germanizzazione della U.E. è apparsa del resto sempre evidente fin dalle sue origini, e l’Italia, per il suo gravoso debito, per l’incompetenza e la complicità politica, nel corso degli anni ha pagato e continua a pagare un prezzo molto alto, rappresentando l’anello debole dei Paesi europei. Il risultato anche oggi appare imbarazzante; gli eurobond, i coronabond sembrano svanire e il Mes forse “depotenziato” rappresenta l’amaro calice che i paesi meno ricchi saranno costretti a bere.
Il club degli “amici” Europei pare non vada nel senso giusto, e probabilmente neppure si arriverà al famoso detto latino “in medio stat virtus”  per ricercare un più giusto equilibrio volto a migliorare gli aspetti socio economici del vivere quotidiano dei cittadini. La “disunione” europea è caratterizzata da molteplici divergenze soprattutto economiche e da comportamenti sleali di Paesi membri, veri paradisi fiscali della porta accanto (Olanda, Belgio, Lussemburgo), che sottraggono ingenti risorse economiche ad altre nazioni. In Olanda, primo paradiso fiscale dell’Unione, infatti si trovano le sedi legali di molte aziende, tra le quali le italiane FCA degli Agnelli, Cementir di Caltagirone, Media For Europe del vecchio caimano di Arcore, Ferrero, Illy, Exor, Luxottica, Saipem, Eni, Telecom e l’ultima in ordine di tempo Campari. Il paese dei tulipani ora si presenta intransigente insieme alla Merkel per non perdere la condizionabilità che esigerebbe vincoli e controlli di Bruxelles sui bilanci degli stati, creando un solco più profondo tra paesi ricchi e paesi meno ricchi, forse pensando come ultima ratio di poter commissariare il governo italiano alla fine del tunnel sotto la stretta morsa della Trojka che tante lacrime e sangue ha provocato al popolo greco. Le stesse esternazioni giornalistiche del quotidiano tedesco “Die Welt”, non smentite dal governo, volte a denigrare l’Italia accusandola di aspettare la pioggia di denaro europeo per distribuirlo alle mafie, non promette nulla di buono. Purtroppo i mali made in Italy mettono in discussione la stessa nostra credibilità offrendo il fianco a facili strumentalizzazioni. Ora che tutto sarà valutato a fine mese dal prossimo Consiglio Europeo, saranno le nazioni con i loro leader a rivedere e mediare quanto già trattato dai ministri economici; a loro l’ardua sentenza! E’ li sarà la sede opportuna dove l’Italia, vista l’eccezionalità del momento, dovrà giustamente e a ragione farsi sentire più del solito, pretendendo risposte nette e concrete fuori dall’ordinario,  minacciando a questo punto con i giochi ancora non ben definiti anche di far saltare il banco

Nessun commento:

Posta un commento