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di Francesco Paolo Riglietti
Il Meccanismo Europeo di Stabilità o MES, è un’ Istituzione
finanziaria internazionale composta dai Paesi membri delle 19 Nazioni
dell’Eurozona (art. 1 del Trattato [1] che l’ha istituita nel 2011).
L’attuale MES è estremamente pericoloso per l’Italia e per le
economie del Sud Europa, come ha già dimostrato quando, alcuni anni fa,
insieme alla BCE, alla Commissione Europea ed al Fondo Monetario
Internazionale (la c.d. “Troika”), ha distrutto l’economia greca,
tramite l’imposizione di rigorose politiche di austerity
(condizionalità), a seguito della speculazione sui titoli di Stato
greci. Se la Riforma del MES, caldeggiata dalla Merkel, sarà ratificata
da tutti i Parlamenti, fra cui anche quello italiano, questa Istituzione
diventerà molto più rischiosa per l’Italia per i seguenti motivi:
– se l’Italia chiederà un prestito, verrà decurtato il valore
nominale di buona parte dei titoli di Stato e dei loro rendimenti,
oppure allungata la loro scadenza, per cui nessuno li acquisterà e lo
Stato non potrà più finanziarsi; questo sarà ottenuto tramite una
semplificazione della ristrutturazione del debito pubblico;
– i nostri soldi potranno essere utilizzati per contribuire a
rimediare ai danni delle crisi bancarie e, poiché le banche tedesche e
francesi sono piene di derivati, noi potremmo pagare per la bolla
speculativa che queste faranno scoppiare, prima o poi.
Tutti questi “aiuti” sarebbero erogati con i soldi dei cittadini
mentre potrebbero essere tranquillamente erogati dalla BCE, se avesse
sempre e comunque le prerogative di prestatrice di ultima istanza. Essa
infatti, come ha detto Mario Draghi, può stampare denaro senza alcun
limite ma le è vietato acquistare i titoli di Stato, tranne che in
particolari situazioni, come in quella attuale in cui la BCE, il 18
marzo, ha annunciato il PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme)
con cui acquisterà titoli di Stato fino a 750 miliardi ed anche oltre,
il quale si affiancherà al precedente programma PSPP (Public Sector
Purchase Programme) per altri 915 miliardi. Di seguito si riporta
una sintesi dei principali articoli del Trattato del MES attuale e di
quelli della riforma, con gli effetti devastanti che la sua eventuale
ratifica produrrebbe, anche alla luce della riunione del Consiglio
Europeo tenutasi il 23 aprile u.s..
COSA PREVEDE IL TRATTATO DEL MES
Il Trattato istitutivo prevede che il capitale sottoscritto totale
sia di circa 704 miliardi di euro di cui, ad oggi, sono stati versati
circa 80 miliardi. L’Italia ne ha sottoscritti 125,4 miliardi, pari al
17,8% del totale e ne ha versati, fino ad oggi, 14,3 miliardi, per cui,
su richiesta del MES, dovrebbe versarne altri 111 miliardi,
indebitandosi ulteriormente. Il Consiglio dei Governatori del MES,
composto dai Ministri dell’Economia dei Paesi dell’Eurozona, può
decidere di modificare tali quote ed assegnarle alle Nazioni (art. 10)
che sono tenute a versarle entro pochi giorni, per cui la cifra di 111
miliardi potrebbe anche aumentare.
Il MES può finanziarsi sui mercati emettendo titoli, e può erogare prestiti fino ad un massimo di 500 miliardi di euro.
Gli aiuti che il MES può erogare agli Stati membri sono di due tipi:
– linea di credito condizionale precauzionale;
– linea di credito soggetta a condizioni rafforzate.
La prima viene erogata ai Paesi che soddisfano alcune condizioni
relative alla sostenibilità del proprio bilancio e che soddisfano le
regole del Fiscal Compact. Essi possono accedere agli aiuti con una
semplice lettera di intenti con la quale si impegnano a garantire il
mantenimento delle condizioni di ammissibilità, mentre gli altri Paesi,
fra cui l’Italia, possono richiedere di accedere solo alla linea di
credito soggetta a condizioni rafforzate, previa firma di un Memorandum
of Understanding (MoU) che lo Stato richiedente negozia con i
rappresentanti del MES, della Commissione Europea, della BCE e, ove
possibile, anche del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Nel MoU si
definiscono le condizionalità in funzione degli interventi richiesti.
Il MES, previa sottoscrizione di un MoU, può fornire sostegno per mezzo dei seguenti strumenti:
– prestiti per ricapitalizzare le istituzioni finanziarie del Membro del MES;
– prestiti del MES per il sostegno al Paese;
– meccanismi di sostegno acquistando i titoli di Stato all’emissione (sul mercato primario);
– meccanismi di sostegno acquistando i titoli di Stato già emessi (sul mercato secondario).
Il MES è quindi un Organismo Sovranazionale che agisce da banca con
le prerogative di un soggetto sovrano, poiché può prestare soldi agli
Stati ed intervenire anche imponendo ad essi rigorose condizionalità
(politiche di austerity con privatizzazioni, aumenti di tasse, riduzione
di stipendi e pensioni, licenziamenti, nonché ristrutturazione dei
titoli di Stato), impoverendo così l’intera Nazione.
L’Italia presenta un elevato rapporto debito pubblico/PIL, per cui
potrà accedere solo a prestiti soggetti a condizioni rafforzate e quindi
dovrebbe sottostare alle rigorose condizionalità per ripagare gli
eventuali prestiti del MES. Quindi noi potremmo essere costretti a
versare almeno 111 miliardi e, se dovessimo chiedere un prestito,
saremmo anche costretti a firmare un MoU capestro con la Troika.
Da quanto sopra risulta evidente l’assurda architettura dell’U.E.,
che prevede una Banca Centrale che non ha le prerogative delle altre
banche Centrali perché non è prestatrice di ultima istanza, poiché non
acquista i titoli di Stato sul mercato primario ed inoltre non fornisce
aiuti alle banche in caso di crisi. Quindi, se uno Stato subisce un
attacco speculativo, come è successo in Grecia a partire dal 2009 ed in
Italia nel 2011, i titoli di Stato raggiungono rendimenti elevatissimi
ed insostenibili. In Grecia, come sappiamo, è intervenuto il MES con la
Troika, che ha fornito un piano di aiuti acquistando titoli greci dalle
banche tedesche e francesi che avevano speculato sugli stessi. Ciò ha
fatto indebitare ulteriormente la Grecia ma all’economia reale tali
aiuti non sono arrivati tranne che in piccola parte. Per concedere tale
prestito, la Troika ha imposto politiche di austerity che hanno
distrutto l’economia greca ed hanno altresì aumentato il rapporto debito
pubblico/PIL dal 109% del 2008 al 181% del 2019.
Nell’attuale stesura del MES, sono state introdotte le Clausole di Azione Collettiva (CAC),
in cui una maggioranza qualificata di creditori può imporre la
ristrutturazione del debito pubblico a tutti gli altri creditori
(riducendo il valore nominale o allungando il periodo di rimborso), per
una determinata serie di titoli di Stato, emessi a partire dal 1°
gennaio 2013. Ciò significa che parte del debito pubblico non è più
garantito dallo Stato ma i creditori decidono se questo debba fare un
default parziale o meno.
Inoltre, tutti i dipendenti del MES godono dell’immunità di giurisdizione
per gli atti da loro compiuti nell’esercizio ufficiale delle loro
funzioni e godono dell’inviolabilità per tutti gli atti scritti ed i
documenti ufficiali redatti. Infine, i membri del MES sono tenuti a non
rivelare le informazioni coperte dal segreto professionale.
COSA PREVEDE LA RIFORMA DEL MES
La riforma conferisce maggiore autonomia al MES poiché stabilisce che
questo è l’unico Organismo che può decidere a quali Stati ed a quali
condizioni concedere i finanziamenti, a differenza di quanto accade per
la Commissione Europea e la BCE. Infatti, per ciascuna richiesta di
aiuto, il MES valuterà, di concerto con questi ultimi, anche la
sostenibilità del debito pubblico e la capacità di rimborso del sostegno
alla stabilità imponendo, alla Nazione richiedente, anche le misure per
garantire il tempestivo rimborso.
Con la riforma, inoltre, le Clausole di Azione Collettiva (CAC) verranno
approvate con votazione a maggioranza singola per i titoli di Stato
emessi dal 1 gennaio 2022 e di durata superiore ad un anno, per cui una
maggioranza qualificata di creditori potrà ristrutturare tutte le serie
di un dato titolo, senza dover votare per ogni singola serie. Ciò
significa che buona parte del debito pubblico potrà essere ristrutturato
da una maggioranza di creditori, e diventerà più semplice mandare in
default parziale uno Stato, con conseguenze devastanti già per il solo
effetto annuncio. Chi comprerà o si terrà i titoli di Stato, sapendo che
in qualunque momento un gruppo di creditori, e non lo Stato, deciderà
se il loro valore nominale potrà essere ridotto al 70% o al 60% e la
loro durata potrà aumentare, ad esempio, da 5 a 10 o a 15 anni? E’
evidente che tutte le banche, i fondi, le imprese ed i risparmiatori,
per non subire gravi danni, venderebbero immediatamente tutti i titoli
in loro possesso con effetti devastanti sullo spread e sul sistema
Paese. Ciò è stato anche confermato da Antonio Patuelli, Presidente
dell’Associazione Bancari Italiani, nel mese di novembre 2019, quando ha
dichiarato che le banche non comprerebbero più titoli di Stato[2].
Anche il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, nel corso
del seminario congiunto Omfif-Banca d’Italia del 15 novembre 2019, ha
affermato che “I piccoli ed incerti benefici di una ristrutturazione
del debito devono essere ponderati rispetto all’enorme rischio che il
mero annuncio di una sua introduzione possa innescare una spirale
perversa di aspettative di default”.
Ciò creerebbe immediatamente una crisi di liquidità che, da sola,
sarebbe già sufficiente a costringere lo Stato Italiano a chiedere un
aiuto finanziario al MES ed, eventualmente, anche al Fondo Monetario
Internazionale, che imporrebbero quindi pesanti condizionalità con
politiche di austerity devastanti. In definitiva, la sola ratifica
della riforma, anche senza un attacco speculativo, equivale ad innescare
una crisi dei titoli di Stato italiani e, di conseguenza, di tutto il
sistema Italia.
Infine, la riforma del MES prevede anche che, previa sottoscrizione di un MoU, esso possa fornire sostegno anche alle crisi bancarie, in aggiunta al Fondo di Risoluzione Unico (FRU).
La Deutsche Bank ha derivati per circa 50.000 miliardi di euro ed
anche le banche francesi sono piene di derivati per cui, quando
scoppierà la bolla speculativa, tutte le Nazioni dell’U.E., fra cui
anche gli Italiani, dovranno pagare per cercare, invano, di limitare i
danni, che saranno comunque disastrosi. Infatti gli aiuti del MES non
servirebbero assolutamente a niente se parliamo di decine di migliaia di
miliardi in derivati. Anche in questo caso, non c’è alcun motivo per
accollare ai cittadini italiani i danni delle banche tedesche e
francesi, che dovrebbero invece chiedere i soldi in prestito alla BCE,
la quale ha recentemente acquistato le azioni della LVMH francese per
finanziare l’acquisto delle azioni di Tiffany.
COSA FARE?
Non c’è alcun motivo per continuare su questa strada assurda se non
quello di saccheggiare tutte le ricchezze pubbliche e private delle
Nazioni del Sud Europa, ed in particolare dell’Italia. Basterebbe che la
BCE, come tutte le altre Banche Centrali del mondo, agisse sempre e
comunque come prestatrice di ultima istanza, come sta attualmente
operando, e non ci sarebbe alcun problema in caso di attacchi
speculativi né si penserebbe al MES per cercare di porre rimedio a
questa architettura dell’U.E.completamente priva di senso, come la
recente emergenza del Covid 19 ha dimostrato. La BCE, con i due
programmi di acquisto dei titoli di Stato PEPP e PSPP per oltre 1.600 miliardi, potrebbe destinarne ben 700 ai titoli italiani.
A causa della crisi economica provocata dal Covid 19, il Consiglio
Europeo ha approvato, il 23 aprile, alcune misure, fra cui i prestiti
del MES per il sostegno alla sanità e che, per l’Italia, ammonterebbero
al massimo a 36 miliardi. Questi prestiti, a detta di Germania, e
Olanda, sarebbero senza condizionalità ma, a mente dell’art. 136 del
Trattato di Funzionamento dell’U.E., ogni prestito del MES è soggetto ad
una rigorosa condizionalità. Quindi il prestito del MES non solo non
servirebbe a nulla, ma potrebbe anche farci commissariare dalla Troika.
Le altre opzioni approvate dal Consiglio Europeo, che potrebbero essere
operative a giugno, sono comunque prestiti che, in questa situazione di
crisi economica col PIL in forte calo e rapporto debito/PIL in costante
aumento, prima o poi causerebbero un aumento dello spread e saremmo
costretti a chiedere il sostegno della Troika. Una soluzione più
interessante riguarda il Recovery Fund, che però sarebbe legato al
bilancio dell’U.E. 2021-2027 e che potrebbe dare una notevole liquidità
non solo attraverso prestiti ma anche con trasferimenti a fondo perduto.
Di questa proposta, tutta da definire, da concordare e con lunghi tempi
di attuazione, se ne parlerà nel corso della prossima riunione, ma i
soldi servono ora.
Ovviamente ci sarebbero anche altre soluzioni che l’Italia potrebbe attuare subito e senza chiedere autorizzazione all’U.E.:
– emissione di biglietti di Stato (statonote) a
circolazione interna e senza creare nuovo debito pubblico, utilizzando
la nostra sovranità monetaria;
– incentivare i cittadini e le imprese italiane ad
acquistare titoli di Stato con agevolazioni fiscali per riportare in
Italia la porzione del debito pubblico detenuta da investitori esteri ed
annullare il rischio spread;
– trasformare le banche pubbliche da S.p.A. in Enti di interesse pubblico, per sostenere l’economia reale.
Queste ed altre proposte sono inserite nel Piano di Salvezza Nazionale[3], di cui attualmente vari Parlamentari stanno discutendo.
In definitiva, è auspicabile che non si chiedano aiuti al
MES, perché sarebbe un invito alla Troika, e che non si ratifichi la sua
riforma, sia poiché costituirebbe il preludio di un attacco speculativo
contro l’Italia, sia perché permetterebbe al MES di utilizzare i soldi
degli Italiani per ridurre i danni delle bolle speculative delle banche
tedesche e francesi. E’ inoltre auspicabile che non si chiedano altre
tipologie di aiuti tranne che massicci trasferimenti a fondo perduto da
parte della BCE, oltre all’acquisto dei titoli di Stato previsti dal
PEPP e dal PSPP. Infine, per ottenere liquidità immediata, è auspicabile
che si attuino subito le misure proposte nel Piano di Salvezza
Nazionale.
https://www.adnkronos.com/soldi/economia/2019/11/20/patuelli-abi-cambiano-condizioni-compreremo-meno-titoli-stato_H8gREVxW6LGdXjhY3jBTyK.html?refresh_ce
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