Il rublo ha perduto in poche settimane quasi il 30% del suo valore rispetto al dollaro e all’euro. E tutti, qui in occidente, a fregarsi le mani: la Russia non ce la fa a resistere a lungo nel braccio di ferro con l’America e l’Europa. Li stroncheremo. Hanno già perso la prima Guerra Fredda, perderanno anche la seconda.
Obiettivo produrre inflazione in base al postulato della famosa “curva di Phillips”, secondo la quale la crescita economica è proporzionale alla crescita dell’inflazione. Proporzionalità che funzionerebbe anche alla rovescia.
In realtà un anno di Qe giapponese ha prodotto recessione giapponese. Ma a Tokyo decidono, diabolicamente di perseverare. Come i giocatori alla roulette, che raddoppiano la posta a ogni giro, nella speranza che, prima o dopo, il “numero” uscirà. Infatti il loro Qe salirà da 50 a 80 trilioni di yen nel 2015. (più 60%). Auguri.
In realtà non c’è alcuna spiegazione, secondo le logiche del mercato. Si dovrebbe rinunciare e scegliere qualche altra strategia. E, dunque, perché insistono? La spiegazione può essere una sola: al Giappone è stato ordinato di demolire la propria moneta per proteggere il dollaro Usa. Il quale, a sua volta, è stato moltiplicato vertiginosamente da un Qe che dura, in pratica, dal 2008.
Il Giappone, cioè, si comporta come un vassallo. Eppure è la terza economia mondiale. Eppure può “liberamente” stampare i suoi yen. Vorrei che i sostenitori del ritorno alla lira dell’Italietta attuale ci facessero una pensata. Noi non siamo più nemmeno i settimi. E non siamo certo meno vassalli di Tokyo. E chissà con quanta forza potremmo resistere agli ordini di Washington. Ma lasciamo perdere le nostre piccole tristezze nazionali.
Diamo un’occhiata agli effetti della produzione di denaro a go go negli Usa. L’inflazione dei prezzi al consumo risulta bassa. Vero o falso? La mia impressione (che coincide con quella di Roberts) è che le cifre sono truccate. Sempre per lo stesso motivo: salvare il dollaro. Non si può dimostrare, però, perché lor signori hanno il controllo della roulette.
Fino a un certo punto però. Il Qe ha creato inflazione da un’altra parte. E si vede: nei prezzi dei titoli azionari e obbligazionari. Ora hanno deciso di fermarlo. Perché? Perché le banche hanno una valanga di denaro depositata presso la Federal Reserve e saranno loro a comprare i titoli.
Finché ce n’è, s’intende. Poi pensano di ricominciare d’accapo. E qui è difficile dire se sono proprio matti o se sono soltanto furbissimi. Infatti la mongolfiera difficilmente può alzarsi all’infinito nello spazio cosmico dove non c’è più aria. Prima o dopo si rompe.
I furbi “padroni universali” di questo non si preoccupano, convinti come sono che è ben vero che molti hanno mangiato la foglia, ma è anche vero che nessuno è interessato a dire che il re è nudo, perché dirlo significherebbe provocare il crollo. Dunque tutti zitti e si proceda.
Dove però si vede bene il trucco (consistente, sempre e comunque nel sostenere il dollaro), è sull’andamento del prezzo dell’oro e dell’argento. Fino a tre anni fa il dollaro perdeva stabilmente terreno rispetto all’oro. Ma, alla lunga, questo avrebbe penalizzato Wall Street e la City of London, spingendo gli investitori a cercare rifugio nei metalli invece che nelle azioni e obbligazioni, e soprattutto nei derivati. Così hanno cominciato massicce svendite di oro, riducendo il suo prezzo, a vantaggio del dollaro.
Risolto il problema? Niente affatto. La domanda d’oro e d’argento è altissima su tutti i mercati, specie su quello cinese, mentre l’offerta è artificialmente limitata. Cosa si fa? Lo dicono le cifre: il terzo trimestre del 2014 è stato il 15-esimo trimestre consecutivo di acquisti netti da parte della Banche Centrali. L’offerta resta limitata (per le ragioni di cui sopra), e quello che c’è se lo prendono loro.
Conclusione: i prezzi vigenti sono un imbroglio palese. Il tutto conferma, oltre ogni ragionevole dubbio, che il castello di carte viene tenuto insieme da un’associazione a delinquere composta dalle maggiori banche private d’investimento e dalle autorità finanziarie dei maggiori paesi, che agiscono ai loro ordini.
Niente di più, e di meglio, che un gioco d’azzardo. Ma truccato. Resta solo da vedere quando si romperà, visto che sta in piedi solo perché tutti hanno paura.
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