Il
Piano industriale di Meridiana conferma i 1.634 licenziamenti. Dopo la
revoca della procedura di mobilita', per consentire il confronto come
chiesto dalla mediazione del Governo, la compagnia dell'Aga Khan
nell’incontro al ministero del Lavoro con i sindacati ha confermato in
pieno i suoi progetti. Per l'azienda i tagli sono il presupposto per
mantenere in vita l'impresa. Ma i sindacati insorgono e chiedono
parallelamente un piano anche per il lavoro.
controlacrisi.org fabrizio salvatori
A questo punto il
confronto prosegue con quattro incontri fino alla verifica fissata per
il 14 ottobre: il prossimo appuntamento gia' venerdi' 3 ottobre.
Il Piano industriale che prevede il ritorno all'utile nel 2016, passando attraverso la ristrutturazione di Meridiana Fly e Meridiana Maintenance, lo sviluppo della controllata Air Italy, il rinnovo della flotta e la graduale apertura di nuove rotte.
"E' accettabile che la dirigenza della compagnia abbia in mente un piano industriale che prevede la continuita' dell'azienda ma non possiamo accettare che questo piano preveda l'espulsione della maggior parte dei lavoratori", afferma il segretario nazionale della Filt Cgil Nino Cortorillo, che chiede "contestualmente un piano per il lavoro". E il coordinatore nazionale della Fit Cisl Emiliano Fiorentino esprime "forte preoccupazione" oltre che per "l'improponibile numero di tagli", anche perche' e' "emerso chiaramente che l'azienda ha preso come modello la compagnia aerea Ryanair". Dello stesso tenore le dichiarazioni di Francesco Staccioli (Usb) secondo il quale, al di la' di qualche "timida apertura sulla revisione dei numeri" riguardanti i licenziamenti, si va "verso la distruzione dell'azienda piu' che verso una sua ristrutturazione".
Staccioli ha riferito che l'amministratore delegato Roberto Scaramella ha ribadito "un piano industriale che prevede 14 aerei, tre basi (Olbia, Milano e Napoli), la riduzione del personale a 400 unita' e l'affidamento all'esterno della manutenzione. Intanto non si ferma la protesta dei lavoratori. Al sit-in permanente avviato da giorni nell'aeroporto Costa Smeralda, a Olbia, da ieri sono attivi un presidio a Roma, davanti alla sede del ministero del Lavoro in via Fornovo e un sit-in nell'aeroporto di Cagliari-Elmas.
Il Piano industriale che prevede il ritorno all'utile nel 2016, passando attraverso la ristrutturazione di Meridiana Fly e Meridiana Maintenance, lo sviluppo della controllata Air Italy, il rinnovo della flotta e la graduale apertura di nuove rotte.
"E' accettabile che la dirigenza della compagnia abbia in mente un piano industriale che prevede la continuita' dell'azienda ma non possiamo accettare che questo piano preveda l'espulsione della maggior parte dei lavoratori", afferma il segretario nazionale della Filt Cgil Nino Cortorillo, che chiede "contestualmente un piano per il lavoro". E il coordinatore nazionale della Fit Cisl Emiliano Fiorentino esprime "forte preoccupazione" oltre che per "l'improponibile numero di tagli", anche perche' e' "emerso chiaramente che l'azienda ha preso come modello la compagnia aerea Ryanair". Dello stesso tenore le dichiarazioni di Francesco Staccioli (Usb) secondo il quale, al di la' di qualche "timida apertura sulla revisione dei numeri" riguardanti i licenziamenti, si va "verso la distruzione dell'azienda piu' che verso una sua ristrutturazione".
Staccioli ha riferito che l'amministratore delegato Roberto Scaramella ha ribadito "un piano industriale che prevede 14 aerei, tre basi (Olbia, Milano e Napoli), la riduzione del personale a 400 unita' e l'affidamento all'esterno della manutenzione. Intanto non si ferma la protesta dei lavoratori. Al sit-in permanente avviato da giorni nell'aeroporto Costa Smeralda, a Olbia, da ieri sono attivi un presidio a Roma, davanti alla sede del ministero del Lavoro in via Fornovo e un sit-in nell'aeroporto di Cagliari-Elmas.
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