lunedì 20 maggio 2013

SORPRESO A COLTIVARE MARIJUANA: IL TRIBUNALE DI MILANO ASSOLVE

Il giovane milanese W.K., un giorno di febbraio, vede piombarsi a casa la polizia che mentre saliva le scale “percepiva uno strano odore, probabilmente di sostanza stupefacente dalle caratteristiche della cannabis” (così dal verbale di perquisizione).

All’arrivo della polizia il giovane si mostra collaborativo e spontaneamente consegna:
18 piantine di marijuana con THC superiore a quanto stabilito dalle tabelle della legge stupefacenti;
9 piante di marijuana recise di altezza 90 cm con THC superiore a quanto stabilito dalle tabelle della legge stupefacenti;
1 busta in plastica con all’interno marijuana con THC superiore a quanto stabilito dalle tabelle della legge stupefacenti;
1 tritaerbe.


Questi elementi di prova sarebbero stati più che sufficienti per applicare il concetto di “presunzione di spaccio” e procedere ad una pesante sentenza di condanna, ma è con grande soddisfazione che ASCIA comunica che, dopo il positivo risultato ottenuto dall’avv. Zaina a Ferrara, anche gli Avvocati Miglio e Simonetti sono riusciti, in un caso simile, a far assolvere l’imputato dai reati contestati, con una efficace strategia difensiva e con il contributo elargito dal buon senso del giudice.
In attesa della motivazione, quello che per ora si può commentare è certamente il successo basato sulle argomentazioni utilizzate nella proposta questione di legittimità costituzionale, volta a contestare il reato di coltivazione di cannabis così come oggi formulato e praticato.
Certo è che la vittoria dei due avvocati romani rappresenta un altro importante passo verso la riforma della legge stupefacenti in tema di coltivazione.

Direttivo ASCIA

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