Il fronte ucraino potrebbe sembrare immobile, eppure molto cose accadono senza che le cronache lo riportino, anche perché ciò che si muove viene dalla parte dei russi in quali hanno recentemente cambiato i loro sistemi di combattimento per distruggere completamente l’artiglieria ucraina, ma forse sarebbe meglio dire Nato visto che ormai il nerbo è formato da sistemi occidentali, probabilmente utilizzato da uomini  Nato, travestiti da consiglieri e mercenari. Facciamo un po’ di storia: com’ è ampiamente noto in estate  sono stati trasferiti in Ucraina molti sistemi d’arma, i razzi Himars, 120 obici  americani 777   e una grande panoplia di sistemi di artiglieria semoventi accompagnata da centinaia di tonnellate di proiettili:  insomma un dispositivo  composito e a volte improvvisato che tuttavia ha permesso agli ucraini di sparare più proiettili di quanti se ne producano in occidente. I russi hanno reagito in due modi, prima intensificando la guerra elettronica per distruggere i droni di cui gli ucraini si servivano per il tiro e poi disperdendo i comandi e gli arsenali in maniera da da limitare il numero degli obiettivi contro i quali consumare proiettili e cannoni visto che quelli occidentali, ma soprattutto Usa presentano debolezze progettuali che non reggono un fuoco intenso.

Così man mano gli attacchi dell’artiglieria Nato si sono fatti dispersivi e poco incisivi e si è passati perciò  a colpire gli obiettivi civili che erano ovviamente  più facili anche se militarmente insensati Tuttavia a parte le distruzioni e le vittime questo comportava un problema di credibilità per i russi che hanno dovuto correre ai ripari. Per prima cosa è stata creata una formazione ad hoc  destinata   proprio a far tacere l’artiglieria ucraina intorno a Donetsk, sono stati sposta radar di controbatteria e sono arrivati nuovi esperti di satellitari per cercare le posizioni di tiro, sono stati messi in funzione nuovi sistemi di rilevamento non basati sul radar e dunque impossibili da da rilevare. A a quanto pare dopo una decina di giorni di rodaggio questa nuova tattica comincia a dare i suoi frutti: negli ultimi due giorni sono stati distrutti 3 obici 777, una sistema Uragan e un Grad, due obici semoventi, un  FH 70 di produzione tedesca e altri due obici ucraini, Inoltre sono stati distrutti tre missili Hamr statunitensi.  Un rapporto afferma che il tempo di reazione tra il rilevamento e l’invio delle coordinate del bersaglio è sceso 2 due minuti, mentre il tempo per spostare un obice 777 è di almeno tre minuti. E infatti adesso i colpi su Donestk sono cessati e in futuro saranno certamente più rari  Piano piano i russi stanno di fatto raggiungendo l’obiettivo di disarmare l’ Ucraina, ma anche l’occidente che sta buttando tutto ciò che ha dentro questo buco nero.

Tutto ciò è una gran brutta notizia per le ultime truppe ucraine che tentano di tenere le posizioni attorno a Bakhmut/Artyomovsk dove il comando di Kiev  probabilmente spinto dal comico boia Zelensky, uomo dell’anno secondo il sistema criminale americano  ha buttato tutte le riserve: sotto il fuoco dell’artiglieria russa a cui adesso c’è meno capacità di risposta,  le sedici brigate ucraine impegnate su questo fronte si stanno dissanguando. A cosa serve tutto questo e perché tanti soldati vengono mandati senza alcuna preparazione nella mischia ben sapendo di non poter tenere alla lunga le posizioni ancorché fortificate? Certo la Nato che di fatto comanda le operazioni non ha a cuore la sorte dei soldati ucraini, ma non si comprende bene il perché si tentino ogni giorno sortite che si risolvono con centinaia di perdite. Quasi quasi verrebbe da pensare che a questo punto gli occidentali vogliano forzare a tal punto le cose da suscitare una rivolta delle stesse truppe e magari un golpe a Kiev cosa che toglierebbe molte castagne dal fuoco, salvando loro la faccia e addossando agli ucraini stessi il fallimento dell’impresa che è stata tutta occidentale. Davvero il colmo.  Zelensky sarà il morto dell’anno nel 2023? D’altronde lo stato  ucraino è in via di fallimento con una contrazione del 40 per cento dell’economa solo quest’anno, 5 miliardi di dollari di deficit al mese, la necessità di 36 miliardi l’anno prossimo di cui la metà per le spese militari e di polizia. La dimensione del disastro è tale che persino l’Fmi che dopo il golpe di Maidan aveva di fatto sorretto l’economia ucraina è restio a buttare ancora soldi in questa fornace senza fondo. al contrario l’economia russa non è stata messa al tappeto dalle sanzioni, anzi è andata molto molto meglio di quelle occidentali. C’è stata una diminuzione del pil del 2,5 per cento nei primi tempi della guerra, ma adesso si è in piena ripresa, il deficit di bilancio è del 2% e l’anno prossimo è previsto all’ 1%er cento. Insomma si può ancorare ordire un furto di beni russi fuori dai suoi confini, ma non si può sperare in un crollo di Mosca.