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di Rosso Malpelo
Un
lupo vide un agnello vicino a un torrente che beveva, e gli venne
voglia di mangiarselo con qualche bel pretesto. Standosene là a monte,
cominciò quindi ad accusarlo di sporcare l’acqua, così che egli non
poteva bere. L’agnello gli fece notare che, per bere, sfiorava appena
l’acqua e che, d’altra parte, stando a valle non gli era possibile
intorbidire la corrente a monte. Venutogli meno quel pretesto, il lupo
allora gli disse: “Ma tu sei quello che l’anno scorso ha insultato mio
padre!” E l’agnello a spiegargli che a quella data non era ancora nato.
“Bene” – concluse il lupo, “se tu sei così bravo a trovare delle scuse,
io non posso mica rinunciare a mangiarti.”
(Esopo)
L’imperialismo occidentale ha da sempre messo gli occhi sulla Russia. Ed ha provato a conquistarla, eccome se ha provato. Prima l’imperialismo francese, con l’invasione napoleonica, poi quello tedesco, con l’aggressione nazista, ed infine quello angloamericano con l’accerchiamento della Nato e la guerra per procura che si combatte in Ucraina.
Tuttavia finora nessuno è riuscito ad appropriarsi delle immense ricchezze naturali del più grande paese del mondo, nessuno è riuscito a sottomettere i suoi quasi 150 milioni di abitanti. Da molti secoli a questa parte, qualunque potenza sorga al mondo deve fare i conti con la Russia, che essa sia governata assolutisticamente da un’aristocrazia fortemente imparentata con quella europea, che sia guidata dai soviet comunisti o che sia una democrazia parlamentare con libere elezioni, poco importa al lupo occidentale che un pretesto riesce sempre a trovarlo.
Solo che la Russia non è un agnello, seppure resti un boccone ambito per alcuni occidentali. E’ una superpotenza atomica ed il suo arsenale nucleare è in grado di distruggere il pianeta più volte. E’ una grande potenza convenzionale dotata di ottime armi ed un vasto esercito capace di usarle, con alle spalle un’ottima industria pesante in grado di produrre armi e munizioni a ciclo continuo come nessun altro paese attualmente. Soprattutto ha cibo, energia e acciaio a sufficienza per mandare sul lastrico tutti i paesi Nato se continueranno a svenarsi per rifornire l’Ucraina, nell’ottusa speranza che possa vincere il confronto armato con la Russia.
Questo conflitto è drammaticamente destinato a volgere rapidamente in sfavore dell’Ucraina, a meno che la Nato stessa entri in guerra aperta con la Russia, aprendo scenari apocalittici per l’Europa e l’intero mondo. Ma come potranno gli USA e la Nato sostenere una così grave perdita di reputazione? Probabilmente basterà puntare tutti i riflettori su di una nuova emergenza sopravvenuta ad hoc e mostrare disinvoltura, proprio come per la fuga da Kabul dopo venti anni di guerra e occupazione.
Sembra proprio che gli USA abbiano interpretato in confronto con la Russia come una partita a poker, alzando progressivamente la posta ed alla fine giocarsi un bel bluff, sperando che l’avversario non avesse abbastanza risorse e determinazione per rilanciare e vedere. Ritenendosi al sicuro dalle ricadute del conflitto, hanno spinto tutti gli altri giocatori a spolparsi per sostenere il bluff, ma in realtà l’establishment americano non è nemmeno lontanamente in grado di sostenere l’impatto di perdite di soldati come per la guerra del Vietnam, scoppierebbe prima una rivolta interna.
Ora il governo USA deve decidere se percorrere la via diplomatica, accettando buona parte della situazione creatasi sul campo di battaglia, e così riducendo morti e distruzioni ulteriori, oppure attendere la mazzata finale russa che metterà definitivamente KO l’Ucraina entro la prima parte del prossimo anno. Tertium non datur, a meno di non voler vedere i nostri soldati e quelli degli altri paesi Nato (Turchia esclusa) tornare nelle bare, prima a decine, poi a centinaia e migliaia, eppoi nelle bare potremmo finirci anche noi. Dipende solo dal sale nella zucca di chi ci governa.
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